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Salario minimo, il Cnel già al lavoro per definire nuove proposte

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Il governo italiano sta lavorando per proporre un intervento concreto sui salari, considerando non solo il salario minimo contrattuale, ma anche l’intera retribuzione, comprensiva di ferie e trattamento di fine rapporto (TFR). Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) sta per giocare un ruolo fondamentale in questo processo. Questo approccio è ispirato al metodo utilizzato durante il governo Draghi per il partenariato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

I primi dettagli di questa strategia stanno emergendo, sottolineando un approccio incentrato sulla collaborazione e sull’analisi accurata dei dati. La premier Giorgia Meloni ha indicato un arco temporale di 60 giorni dall’incontro con le opposizioni la scorsa settimana per sviluppare un piano concreto e tempestivo in materia di stipendi. Renato Brunetta, presidente del Cnel, si è dichiarato disponibile a partire senza indugio.

Il primo passo in questa direzione è la firma di una convenzione tra il Ministero del Lavoro e il Cnel, che definirà il percorso da seguire. Secondo le informazioni disponibili, il Cnel si concentrerà sull’indagine conoscitiva riguardante il concetto di “salario adeguato”. Questo processo sarà affrontato seguendo un modello simile a quello utilizzato per il Pnrr, con un tavolo di partenariato economico, sociale e territoriale.

Un aspetto chiave dell’indagine sarà l’analisi non solo del salario minimo contrattuale, ma di tutti gli elementi che costituiscono la retribuzione complessiva. Questo includerà mensilità extra, TFR, ferie e vari tipi di permessi. Il Cnel sarà incaricato di condurre uno studio approfondito sui minimi retributivi dei contratti collettivi e di esaminare attentamente la retribuzione effettivamente percepita. Questo approccio mira a definire con maggiore precisione il concetto di “lavoro povero”.

Il professor Brunetta ritiene che l’iniziativa del Governo Meloni sul salario minimo sia un’opportunità preziosa per risolvere le sfide del mercato del lavoro italiano e per rafforzare il ruolo del Cnel. La prima sfida è quella di spogliare questa vertenza politica seria da qualsivoglia contenuto ideologico e propagandistico. Il salario è una questione troppo seria perchè non è solo retribuzione ma anche dignità per  milioni di lavoratori.

La necessità è quella di affrontare le questioni di rappresentatività sindacale che hanno creato disfunzioni nel sistema. L’articolo 39 della Costituzione, spesso ignorato, è considerato un punto critico. Sottolinea che la sfida non riguarda solo il salario minimo, ma anche il salario medio e problemi come i rinnovi contrattuali, il dumping contrattuale e l’elevato cuneo fiscale.

Brunetta intende produrre rapporti sui contratti collettivi per evidenziare le lacune del sistema e propone soluzioni come la detassazione dei premi legati alla produttività e incentivi per rinnovi contrattuali tempestivi. Il confronto avverrà nel Cnel, con proposte previste entro 60 giorni.

La riflessione prenderà le mosse dall’analisi dei contratti collettivi depositati e censiti dal Cnel, coinvolgendo le parti sociali. Uno degli obiettivi chiave sarà affrontare il problema dei “contratti pirata”, che comportano condizioni sfavorevoli per i lavoratori e potenziale dumping contrattuale. Questo termine si riferisce a contratti che offrono condizioni meno vantaggiose rispetto ad altri contratti nello stesso settore, alimentando una concorrenza basata sulla riduzione dei costi del personale.

L’analisi sulla questione del “lavoro povero” sarà incentrata principalmente sulla definizione di un “salario adeguato”. Altri temi, come il lavoro nero o la perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni contrattuali nel contesto europeo, saranno affrontati in modo separato. La collaborazione tra il governo, il Cnel e le parti interessate rappresenta un passo importante verso la creazione di un sistema salariale più equo e sostenibile, che tenga in considerazione non solo il salario minimo, ma l’intera gamma di retribuzioni e vantaggi percepiti dai lavoratori.

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