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Manovra economica difficile da 30 miliardi, c’è il nodo pensioni da sciogliere

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L’elaborazione della manovra economica italiana si prospetta un compito difficile e impegnativo, con numerose sfide da affrontare. Considerando gli interventi necessari e le spese indifferibili, si stima che siano necessari almeno 30 miliardi di euro. Anche se il governo è orientato verso la costruzione della manovra basata su pilastri fondamentali come lavoro, pensioni e famiglia, la ricerca di risorse sufficienti risulta essere un’impresa ardua.

Attualmente, solo 6-7 miliardi di euro sono disponibili, rappresentando una coperta corta per coprire l’intera legge di bilancio. Gli spazi per allargarla attraverso le risorse disponibili sembrano permettere di coprire solo la metà delle necessità. Questo rende il processo in salita, aggravato da variabili come l’andamento dell’economia, il negoziato in Europa sul nuovo Patto di stabilità e le pressioni dei partiti per inserire le proprie misure.

Uno dei punti critici riguarda le pensioni, che attira l’attenzione e gli interessi dei partiti. Mentre si studiano piccoli aggiustamenti all’esistente, interventi più costosi dovrebbero essere rinviati. L’attenzione si concentra sulla proroga di Quota 103 e dell’Ape sociale per i lavoratori disagiati, e sugli aggiustamenti per l’Opzione donna.

La complessità dell’argomento pensioni risulta anche nei termini economici. La rivalutazione degli assegni è un nodo cruciale, con potenziali costi superiori a 13 miliardi di euro. Altre voci pesanti comprendono il rinnovo del taglio del cuneo contributivo, le spese indifferibili e l’avvio della riforma Irpef.

Il governo si trova di fronte a un equilibrio difficile tra necessità e risorse limitate. Gli sforzi finora intrapresi, tra cui il deficit di 4,5 miliardi di euro derivante dal Def, gli investimenti in spending e la tassa sugli extraprofitti bancari, coprono solo una parte delle risorse necessarie. Altri sforzi, come la riforma fiscale e la collaborazione tra fisco e contribuente, potrebbero portare ulteriori 4-8 miliardi.

L’incertezza sulla fonte delle risorse solleva preoccupazioni da parte di sindacati e opposizioni. L’emergere di “segnali inquietanti” è stato evidenziato dal Movimento 5 Stelle, mentre il Partito Democratico teme la mancanza di risorse per settori vitali come la sanità e l’istruzione. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, osserva che mancano 30 miliardi di euro e sottolinea l’aspetto dei tagli. Il ministro Giancarlo Giorgetti (nella foto in evidenza) svela “l’amara verità”, definendo la situazione come una manovra “molto difficile”.

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