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La ripresa dei consumi nei settori dei servizi e il rischio di una recessione progressiva

Con l’economia che mostra una certa forza nel 2023, anche a fronte di un aumento aggressivo dei tassi di interesse, molti economisti precedentemente ribassisti e tanti giganti di Wall Street hanno fatto marcia indietro sulle loro previsioni di recessione. La Federal Reserve potrebbe essere in grado di domare l’inflazione senza scatenare una recessione che uccida i posti di lavoro, sostengono ora, dopo aver messo in guardia da un’imminente catastrofe economica per oltre due anni. Ma Oren Klachkin, economista capo della società indipendente di consulenza economica Oxford Economics, non crede alle nuove prospettive rosee.

“Alcuni analisti stanno eliminando la recessione degli Stati Uniti dalle loro previsioni. Ma noi continuiamo a pensare che i tassi d’interesse elevati, la politica restrittiva della Fed e gli standard di prestito rigidi causeranno una lieve recessione alla fine del 2023”, ha scritto in una nota di martedì. Klachkin ha riconosciuto che ci sono alcuni azzardi nella sua previsione, dal momento che l’economia si è ripresa in modo impressionante dalla pandemia. Ma con i consumatori che spendono rapidamente i loro risparmi dell’era Covid e le imprese che rallentano le assunzioni, l’economista continua a ritenere che sia in arrivo una “lieve recessione“.

Tuttavia, Klachkin ha anche osservato che in questo caso è importante la definizione che si dà di recessione. Il National Bureau of Economic Research (NBER) definisce una recessione come due trimestri consecutivi di crescita negativa del prodotto interno lordo e “un calo significativo dell’attività economica che si estende a tutta l’economia e dura più di qualche mese”. Ma “con alcuni settori che registrano risultati negativi e altri che rimangono vivaci, è possibile che i dati economici non soddisfino la definizione tradizionale di recessione utilizzata dal National Bureau of Economic Research, l’arbitro delle recessioni statunitensi”, ha spiegato Klachkin.

Dopo anni di lockdown e di restrizioni ai viaggi, gli americani sono tornati negli aeroporti e nei ristoranti, cercando di recuperare il tempo perduto. Il rapido cambiamento nelle loro abitudini di spesa ha aiutato i settori dei servizi, come i viaggi e il tempo libero, a prosperare, anche se i settori che si concentrano sulla vendita di beni, come il manifatturiero e l’edilizia, sono in difficoltà.

Il Toro di Wall Street

Se ciò dovesse continuare, ”invece di una tipica recessione, è possibile che l’economia entri – o sia di fatto già entrata – in una rolling recession (Ndt, una recessione progressiva)”, ha scritto Klachkin.

Una recessione del genere si verifica quando alcuni settori si contraggono e perdono posti di lavoro, mentre altri continuano a crescere, lasciando la crescita complessiva del Pil positiva, ma bassa rispetto agli standard storici. Klachkin non è l’unico analista a sostenere l’esistenza di una rolling recession. Ed Yardeni, fondatore di Yardeni Research, sostiene da mesi che i settori sensibili ai tassi d’interesse, dall’edilizia abitativa all’industria manifatturiera, sono già in recessione, mentre altri settori meno sensibili ai tassi, dalla sanità all’istruzione, sono riusciti a crescere.

Tuttavia, alcuni economisti, tra cui Mark Zandi di Moody’s, scommettono su uno scenario più ottimista. Zandi ha dichiarato all’inizio dell’estate che i debiti non elevati delle famiglie, la stabilità dei prezzi del petrolio e le aspettative stabili di inflazione, dovrebbero aiutare la Fed a domare l’inflazione senza un conseguente aumento della disoccupazione. Klachkin ha però fatto riferimento al modello “Business Cycle Indicators” di Oxford Economics, sviluppato di recente, che misura l’espansione o la contrazione dei singoli settori, per rafforzare l’evidenza che la recessione è in corso. Secondo il modello, il settore dei servizi è in un “trend dinamico”, grazie alla forte spesa per il tempo libero e l’ospitalità, alla crescita dei redditi e all’aumento degli investimenti delle imprese. Ma quando si tratta di settori che producono beni, tra cui l’industria manifatturiera e le costruzioni, la storia è diversa.

“I nostri Bci per le industrie produttrici di beni stanno soffrendo”, ha scritto Klachkin. “Con una domanda di beni al di sotto del picco raggiunto in seguito alla pandemia, una gestione prudente delle scorte da parte delle aziende, tassi di interesse ai massimi pluriennali e un credito che fluisce meno liberamente per le imprese e i consumatori, non sorprende che il nostro indice Bci per il settore manifatturiero offra un segnale negativo”.

Secondo Oxford Economics, per il manifatturiero, per l’edilizia e per la produzione di altri beni, la recessione è già in atto. E se una vera e propria recessione colpirà l’intera economia con il rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed, ”la storia dimostra che le industrie produttrici di beni subiscono in genere perdite maggiori di produzione e di posti di lavoro”, ha avvertito Klachkin.

L’articolo originale è disponibile su Fortune.com 

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