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Venezia, alla Mostra la rivincita del cinema italiano

Sei opere italiane in concorso, con un’unica defezione, quella del film di apertura, l’attesissimo “Challengers” di Luca Guadagnino per le agitazioni sindacali di Hollywood, colmata proprio da una pellicola tricolore, “Comandante” di Edoardo De Angelis. E dall’ultimo film del regista de “La vita bugiarda degli adulti” si parte per raccontare la formazione italiana presente a Venezia, iniziando dal Concorso.

Mega-produzione, protagonista assoluto Pierfrancesco Favino, “Comandante” sarà uno dei titoli che farà più discutere: al centro, infatti, le vicende del comandante Salvatore Todaro e del sommergibile “Cappellini” durante la Seconda Guerra Mondiale, in particolare l’affondamento del mercantile belga Kabalo e la successiva decisione di soccorrere i sopravvissuti e sbarcarli nel porto neutrale più vicino.

Altro titolo immerso nelle tensioni della contemporaneità – anche se in modo diverso rispetto a quello di De Angelis – è “Io, capitano” di Matteo Garrone, co-produzione Italia-Belgio che uscirà nelle sale il 7 settembre grazie a 01 Distribution. Scritto da Garrone con Massimo Ceccherini, Massimo Gaudioso e Andrea Tagliaferri, “Io, capitano” ci sbatte in faccia il viaggio infernale di Seydou e Moussa, che dal Senegal tentano in ogni modo di raggiungere il Mediterraneo e da lì l’Europa.

Anche Saverio Costanzo torna al cinema dopo la parentesi televisiva de “L’amica geniale”: con un cast internazionale composto da Lily  James, Joe Keery, Rachel Sennott, Alba Rohrwacher, Willem Dafoe e la protagonista Rebecca Antonaci, “Finalmente l’alba” racconterà di una giovane attrice che vivrà una notte di sogno nella Cinecittà degli anni 50, dove si reca per un’audizione mentre una produzione  americana sta girando un film ambientato nell’antico Egitto.

È un concorso fatto di autori, ma delle tipologie più disparate, quello di Venezia 80. Ulteriore riprova ne è il nome di Stefano Sollima e con lui la presenza del genere. Un Sollima che torna a girare in Italia dopo anni e che riprende in mano la trilogia dell’Urbe con questo ultimo capitolo, “Adagio”. L’ensemble attoriale di primo livello con, tra gli altri, Favino, Toni Servillo e Valerio Mastandrea, sostiene le vicende di Manuel, sedicenne che si ritrova immischiato in qualcosa più grande di lui e da cui cercherà in tutti i modi di uscire.

Un altro nome che cerca conferma della sua autorialità è Pietro Castellitto, già ad Orizzonti con “I predatori” (dove vinse per la miglior sceneggiatura), e ora nella sezione principale con “Enea”. L’eponimo Enea e l’amico Valentino sguazzano tra feste e criminalità, sono giovani e aviatori, malinconici e frenetici, in cerca di un’avventura e che un’avventura troveranno. Tra gli interpreti Giorgio Quarzo
Guarascio, Benedetta Porcaroli, Cesare e Sergio Castellitto.

Giorgio Diritti, invece, è un autore a tutto tondo che a Venezia presenta il suo “Lubo”: ambientato nella Svizzera del 1939, il film ha al centro Lubo Moser, jenisch (nomade) che viene chiamato alla leva per difendere i confini della Confederazione. Ma mentre lui è lontano la moglie viene uccisa e i figli portati via, secondo il piano di rieducazione sociale per lo sradicamento del nomadismo. Lubo, interpretato da Franz Rogowski, inizia così il suo periplo di vendetta.

Dal concorso passiamo ad Orizzonti, che schiera tre titoli, “El paraíso”, “Invelle” e “Una sterminata domenica” (questi ultimi due co-produzioni internazionali): il primo film è con la regia di Enrico Maria Artale, protagonisti Edoardo Pesce e Margarita Rosa De Francisco, per una storia di legami madre-figlio sulle rive di Fiumicino e del litorale; il secondo è la nuova opera di Simone Massi, illustratore e animatore, premiato ai David, di casa a Venezia, e che presenta tre storie di bambini tutti alle prese con le difficoltà e le perdite della guerra, di tutte le guerre; il terzo è l’esordio di Alain Parroni, tra giovani di periferia, triangoli amorosi ed estati che sembrano non passare mai.

Arriviamo quindi alla Settimana Internazionale della Critica, sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI). Tra le sette opere della selezione competitiva c’è anche un titolo italiano, cioè “About Last Year”, opera prima a firma Dunja Lavecchia, Beatrice Surano, Morena Terranova. Coming of age su tre giovani donne cisgender, Celeste, Giorgia e Letizia, che dal mondo del ballroom e della Ball Culture in cui sono lentamente entrate dovranno ora prendere delle decisioni di
vita sul loro, di mondo.

Anche alle Giornate degli Autori, infine, selezione parallela promossa da ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) e Associazione 100autori, giunta alle 20° edizione, troviamo un titolo italiano, “Los Océanos son los Verdaderos Continentes” di Tommaso Santambrogio, che aprirà la competizione. Girato e vissuto a San Antonio De Los Baños, piccolo paese dell’entroterra cubano, l’esordio nel lungo di Santambrogio racconta l’intreccio di vite, giovani e vecchie, dell’isola, sulle quali pende l’indicibile momento della separazione, del commiato, dell’addio.

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