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Intervista alla Presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia

La diffusione internazionale del prodotto audiovisivo è uno dei temi principali che caratterizzano l’operato di Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà. La manager infatti ha gestito in tutti questi anni l’internazionalizzazione e la formazione del settore dell’audiovisivo, fondando e dirigendo appuntamenti di riferimento quali il RomaFictionFest e il Mercato Internazionale dell’Audiovisivo (MIA). “Il lavoro portato avanti in questi mesi da Cinecittà con il Ministero della Cultura è mirato proprio a rendere sistematici e più efficaci gli interventi di sostegno all’estero”, racconta Sbarigia che, dal luglio 2023, è anche Presidente di APA – Associazione Produttori Audiovisivi.

L’intervista

Sbarigia, l’impegno come Presidente di Cinecittà nel valorizzare il sistema audiovisivo italiano, anche a livello internazionale, è una delle sue priorità.

È dal lontano 1995 che mi occupo di promozione del sistema audiovisivo all’estero. Fu uno dei primi incarichi che ebbi quando iniziai a lavorare per l’Associazione dei produttori audiovisivi (APA). Siamo stati pionieri nell’organizzare una presenza italiana collettiva (Ministero, broadcasters, produttori indipendenti) nei più importanti mercati internazionali. Poi i B2B, le Industry sessions tra produttori italiani e americani, inglesi e francesi. Fino alla fondazione del MIA, dieci anni fa, ad oggi l’unico mercato internazionale dell’audiovisivo in Italia. Quando mi è arrivata la proposta di diventare Presidente di Cinecittà stavo organizzando appunto la prima edizione dell’Audiovisual Producers Summit a Matera, in partnership con la stessa Cinecittà, con l’Italian Trade Agency ma anche con le Associazioni dei produttori (PGA) e delle Major (MPA) americane, perché sono convinta che l’industria abbia bisogno di appuntamenti molto focalizzati e strategici. Sempre a Cinecittà, con gli Italian Screenings, abbiamo unito MIC e MAECI utilizzando la rete diplomatica anche per le attività di distribuzione.

L’attività dell’internazionalizzazione è fondamentale per il sistema ed è importante che funzioni in modo unitario, ancora oggi c’è troppa frammentazione negli interventi e il prossimo obiettivo sarà quello di razionalizzare e potenziare le attività. Credo molto nel lavoro di squadra: bisogna imparare a mettere da parte i personalismi perché, a livello internazionale, la competizione è tra Paesi ed è necessario lavorare per il sistema nella sua interezza.

Quale ritiene sia l’importanza e il valore aggiunto di una presidenza femminile a Cinecittà?

È proprio quando si sale che si nota di più il gender gap perché, se la parità è quasi raggiunta nelle posizioni intermedie, a livello apicale le donne come me sono pochissime, e tra i CEO ancora meno. La parità di genere è un valore che ha sempre informato il mio operato professionale. Una vera cultura dell’inclusione non può prescinderne. Ecco perché appena nominata a Cinecittà ho voluto correggere, in merito alle mie deleghe culturali, delle gravi storture di cui non si era accorto nessuno, come il fatto che l’Archivio Luce, che quest’anno compie un secolo di vita e vanta milioni di fotografie, non ne possedesse neppure una scattata da una fotografa donna; con tutto che la storia della fotografia italiana è piena di grandi nomi femminili. Così, alla prima mostra che ho curato personalmente, cioè quella sulla Memoria delle stazioni, allestita all’Auditorium Parco della Musica di Roma, ho voluto chiamare una giovane promessa della fotografia come Anna di Prospero a dialogare e confrontarsi con le foto storiche del nostro e di altri archivi come quello delle Ferrovie dello Stato.

Stessa cosa per l’ultima mostra che ho curato sulle “Architetture Inabitabili”, allestita alla Centrale Montemartini, commissionando diversi scatti a una grande professionista come Silvia Camporesi assieme a Francesco Jodice. E tutte queste immagini sono poi andate ad arricchire il patrimonio del Luce, finalmente non più orbo dello sguardo femminile. Poi ho lavorato molto sul concept della produzione documentaristica, per cercare di dare spazio alle registe e produttrici donne. E sono pure molto fiera di aver invitato un’artista di fama internazionale come Vanessa Beecroft, che sui temi del femminile s’interroga da sempre, a esibirsi nel mitico Teatro 5 di Cinecittà con la più grande performance della sua carriera, un colossale tableau vivant di 300 donne, del quale hanno parlato tutti i media più importanti.

Qual è l’obiettivo che si era data promuovendo il convegno Un altro genere di leadership?

Volevo rivolgermi alle giovani donne che stanno per entrare nel mondo del lavoro, far sentire loro tante storie di successo, soprattutto nel campo del management culturale, come quella della gallerista Lia Rumma, un mito assoluto nel mondo dell’arte contemporanea, o quella della presidente della Fondazione Rovati Giovanna Forlanelli, o quella della Magnifica Rettrice della Sapienza Antonella Polimeni e tante altre, come sprone e incoraggiamento a osare e a pretendere quello che è giusto, non accettando alcun tipo di discriminazione.

Ricordo, per esempio, che uno dei motivi per cui si ritenevano sacrosante le differenze salariali tra i sessi era perché gli uomini avevano più successo, ma oggi che i film più visti e dai maggiori incassi in Italia e nel mondo sono stati diretti da donne come Paola Cortellesi e Greta Gerwig, come la mettiamo? Insomma, c’è molto da fare, e mi auguro che nella prossima fase di Cinecittà si faccia di più su questa strada.

Visita di Mario Draghi e Ursula von Der Leyen a Cinecittà.

L’attenzione rivolta ai giovani talenti italiani significa anche esportare all’estero nuove generazioni di “Made in Italy” al passo con il cambiamento. Quali iniziative avete ideato e quali sono in programma?

L’ultima nata tra le iniziative dell’internazionalizzazione ha proprio l’obiettivo di far conoscere all’estero i giovani talenti italiani del settore cinematografico e audiovisivo, fondamentale se vogliamo garantire un futuro luminoso al cinema italiano. Gli appuntamenti internazionali diventano quindi opportunità uniche per valorizzare non solo la grande storia del cinema italiano ma anche per far conoscere i giovani talenti che già si sono distinti nel panorama nazionale. Cinecittà, su impulso del Ministero della Cultura, ha per questo avviato il format innovativo Celebrating Connections in occasione del Festival del Cinema di Tokyo, con un evento sul cinema italiano che ha visto protagonisti gli attori Sara Ciocca e Francesco Centorame. Poi, in occasione della Berlinale, altri giovani talenti come Federico Ielapi, Saul Nanni, Domenico Cuomo, Ginevra Francesconi, Gaia Girace e Sara Serraiocco sono stati coinvolti nell’importante appuntamento dedicato al cinema italiano nella cornice dell’European Film Market, organizzato dal Ministero della Cultura e da Cinecittà.

Il MIAC, il Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema con sede a Cinecittà, sta suscitando grande interesse nel pubblico. Di quali numeri parliamo in termini di visite, e come avvicinare a Cinecittà un pubblico “generalista” e non necessariamente appassionato di cinema?

Il Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema, nato dalla sinergia tra Cinecittà e l’Archivio Luce, permette di valorizzare il grande patrimonio dell’audiovisivo grazie alla collaborazione con artisti di calibro internazionale. Il punto di partenza rimane l’Archivio Luce, con la sua grande varietà di materiale composto da cinegiornali e fondi fotografici acquisiti a partire dalla Seconda guerra mondiale. Il MIAC permette a chi lo visita di ricomporre la biografia del nostro Paese, accedendo a un racconto emotivo e visivo della nostra storia ben prima della nascita della RAI, e nel prossimo futuro cercheremo di collegare editorialmente anche le attività espositive di Cinecittà si mostra al MIAC. La riapertura del Museo rinnovato ha suscitato un notevole interesse da parte del pubblico, attirando in meno di sei mesi oltre sessantamila persone e scolaresche desiderose di esplorare la storia e l’evoluzione del cinema italiano. Ma il MIAC si rivolge ad un pubblico “generalista” e non esclusivamente interessato al cinema o a Cinecittà. L’esperienza interattiva e immersiva coinvolge i visitatori attraverso un’offerta differenziata fatta di esposizioni multimediali, installazioni, mostre e molto altro, e consente al pubblico di vivere le immagini e il cinema in modo nuovo e appassionante.

Luce Lab Cinecittà, il progetto di formazione promosso da Cinecittà e Archivio Luce, finanziato dai Fondi PNRR, prevede corsi che vanno dall’artigianato al virtual lab agli aspetti legali specifici del settore. Quanto è importante la formazione per il rilancio del sistema audiovisivo?

La formazione è l’altro elemento fondamentale messo a disposizione gratuitamente per i giovani, perché abbiamo la responsabilità di preparare nuove generazioni di professionisti, dando loro tutti gli strumenti necessari per riuscire a valorizzare il linguaggio dell’audiovisivo, in Italia e all’estero.

Il progetto Luce Lab Cinecittà, promosso da Cinecittà e Archivio Luce, rappresenta un’importante iniziativa in questo ambito. È essenziale in questa ottica che i professionisti del settore, sia quelli emergenti che quelli già affermati, mantengano il passo con i nuovi strumenti, le nuove tecnologie e le tendenze creative. Abbiamo realizzato corsi molto innovativi per le real production, in collaborazione con altre grandi realtà internazionali come la Rainbow Academy, che hanno riscosso molto successo. Un progetto costruito per istituire una forte connessione con il mercato del lavoro. Luce Lab Cinecittà offre infatti una vasta gamma di corsi che coprono diversi ambiti, dall’artigianato artistico, in collaborazione con l’Associazione degli Scenografi e Costumisti, alla tecnologia virtuale, fino agli aspetti legali specifici del settore con importanti professionisti legali come lo Studio BeLaw. Corsi che consentono ai partecipanti di acquisire competenze pratiche e teoriche necessarie per affrontare le sfide del settore e sfruttare le opportunità di lavoro offerte dall’industria audiovisiva moderna. E infatti poi molti dei partecipanti hanno già ottenuto, dalle società presso le quali hanno svolto lo stage, il prolungamento dei contratti.

Nel 2024 ricorrono diversi anniversari, dal Centenario dell’Istituto Luce a quello della nascita di Marcello Mastroianni ai 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi. Quali sono i progetti e le iniziative pianificate da Cinecittà per la celebrazione di queste ricorrenze?

Il 2024 è un anno che ci permette di celebrare grandi traguardi e ricordare personaggi che hanno contribuito in maniera determinante al mondo dell’audiovisivo. Quest’anno l’Istituto Luce compie cent’anni, una data importante per noi. Tra le iniziative in programma, vi è certamente una retrospettiva speciale dedicata all’eredità e all’impatto dell’Istituto Luce nel panorama cinematografico italiano, comprendente la proiezione di film storici e documentari, mostre fotografiche, ma anche nuove produzioni e installazioni artistiche.

E poi celebreremo adeguatamente anche il centenario della nascita di Marcello Mastroianni, una delle icone immortali del nostro cinema. Verranno realizzate diverse iniziative all’estero per ricordare uno dei più grandi attori che hanno contribuito al successo di Cinecittà e all’immagine positiva del nostro Paese. Le commemorazioni migliori sono una specie di tagliando, come quando porti la macchina dal meccanico dopo che ha fatto tanti chilometri, una verifica critica per capire se gli anni hanno ridimensionato i valori in campo. Ma il valore di Marcello Mastroianni col tempo non ha fatto che aumentare, e oggi, a distanza di un secolo dalla sua nascita, la sua figura di attore si staglia come quella di un gigante dallo stile unico e inimitabile, perché la sua sciccheria è come il rovescio di Federer o lo charme dell’avvocato Agnelli, qualcosa di cui si è perso lo stampino.

Per omaggiare invece il genio di Guglielmo Marconi, grazie al quale oggi tutti noi comunichiamo, faremo una grande mostra a Roma a settembre e realizzeremo un evento immersivo a Bologna il 20 luglio, ma queste sono solo alcune iniziative del ricco programma promosso dal Comitato per celebrare il 150° anniversario della sua nascita.

Visita a Cinecittà della delegazione BIE (Bureau International des Expositions).

Lei è anche impegnata come presidente dell’APA, l’associazione dei produttori dell’audiovisivo. Di quale peso industriale stiamo parlando e quali temi e sfide sta portando avanti in seno alla categoria?

Sono la Presidente di APA da nove mesi ma conosco molto bene l’associazione: il lavoro in APA è da sempre volto a garantire una crescita armoniosa di tutto il settore per far sì che accanto alle grandi imprese, alle quali va riconosciuto il merito di aver conquistato posizioni nel mercato domestico e internazionale, possano crescere e svilupparsi anche quelle di dimensione minore, facilitando l’accesso ai finanziamenti e favorendo la sinergia tra piccole, medie e grandi imprese.

La sfida è quella di realizzare prodotti che siano in grado di superare i confini nazionali. Il punto di partenza rimane la necessità di avere fonti di finanziamento stabili e una contrattualistica con la committenza che valorizzi i nostri contenuti. In questo ambito, come APA abbiamo già ottenuto negli anni importanti successi, a cominciare dal riconoscimento del Tax Credit per l’Audiovisivo, prima riservato solo al Cinema. Un altro pilastro basilare è, poi, la valorizzazione della figura del produttore indipendente, che rappresenta il perno del sistema. Dobbiamo ragionare di più in una logica di filiera e avviare tutti i canali per una promozione efficace attraverso una gestione concordata e un’equa valorizzazione dei diritti. Parliamo di un settore che vale quasi 12 miliardi e che occupa oltre 120mila lavoratori altamente professionalizzati. L’audiovisivo ha dimostrato un forte dinamismo imprenditoriale e capacità creativa e lavoriamo affinché possa mantenere questa sua propensione positiva.

Dove e quando si terrà il prossimo Audio-Visual Producers Summit, che tipo di panel state organizzando e quali argomenti pensa saranno all’ordine del giorno?

Il prossimo Audio-Visual Producers Summit si terrà a Tropea, in Calabria, nel mese di giugno. Ogni anno si sceglie come sede del Summit una Regione diversa per promuovere tutti i territori, le location e le risorse locali con gli ospiti che vengono da tutto il mondo. L’evento rappresenta soprattutto una grande occasione per riunire i produttori audiovisivi di tutto il mondo e discutere di tematiche chiave del settore. Il fil rouge di questa edizione saranno le nuove frontiere della produzione audiovisiva, la diversità e l’inclusione nel settore, l’avvento dell’Intelligenza Artificiale con tutte le problematiche che comporta ma anche i vantaggi che si possono cogliere. Discuteremo così su quali sono le prospettive per i nostri produttori, con un focus sulle coproduzioni internazionali e la loro sostenibilità finanziaria.

Quali spunti possiamo cogliere dalle parole di Matteo Garrone, pur se strumentalizzate e male interpretate in tono polemico, per capire cosa sia mancato e cosa manchi per un pieno sostegno alle opere dei nostri autori nel processo di affermazione sulla scena internazionale?

Mettendo da parte le polemiche e le strumentalizzazioni, penso che Matteo Garrone, che ha realizzato uno splendido film e si è speso molto per la sua promozione, intendesse raccontare le difficoltà della corsa all’Oscar ed evidenziare ancor di più la necessità di avere un sistema produttivo nazionale in grado di mantenere un legame forte con le realtà internazionali, ma anche di una promozione forte e sistematica. Il lavoro portato avanti in questi mesi da Cinecittà con il Ministero della Cultura è mirato proprio a rendere sistematici e più efficaci gli interventi di sostegno all’estero. Ci sono delle regole del gioco che vanno capite fino in fondo perché il sostegno ai nostri film sia sempre più stabile ed efficace.

 

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