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Venezia 80, le Giornate degli Autori, nel ricordo di Maselli e Purgatori

Ormai più che maggiorenni, le Giornate degli Autori – manifestazione autonoma e parallela della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia la cui ventesima edizione è in programma dal 30 agosto al 9 settembre – devono già confrontarsi con le perdite e i lutti dei ‘padri’ che sono venuti a mancare.

Così oltre a Citto Maselli, anima dell’Anac che fondò nel 2004 la manifestazione ora promossa insieme ai 100 Autori, il saluto più affettuoso, da parte sia del delegato generale Giorgio Gosetti che della direttrice artistica Gaia Furrer, è andato a Andrea Purgatori (nella foto in evidenza), recentemente scomparso, presidente della manifestazione. A lui è già stato intitolato uno dei riconoscimenti delle Giornate degli Autori, il Premio Siae mentre Cinematografo e Naba hanno attribuito il nuovo Premio per le Arti della Visione “Le vie dell’immagine” all’artista e regista Shirin Neshat.

Gaia Furrer, al suo quarto anno di direzione, racconta bene che cosa significa avere vent’anni: “Il carattere della selezione di quest’anno è modellato intorno all’idea di scelta, al momento in cui la vita ci obbliga a decidere se andare in una direzione piuttosto che in un’altra. La parola chiave, il fil rouge che lega i film di questa selezione, è bivio, parola quanto mai appropriata per definire il lavoro delle autrici e degli autori presentati e per definire anche il nostro, da proiettare oltre i primi vent’anni. I film scelti, pur nel loro eclettismo tematico e formale, dialogano e si intrecciano portando avanti un discorso comune”.

Ecco allora nel Concorso internazionale, con una giuria capitanata da João Pedro Rodrigues, regista, sceneggiatore, montatore, attore e produttore portoghese, “Los océanos son los verdaderos continentes”, esordio al lungometraggio, in un suggestivo bianco e nero, del regista milanese Tommaso Santambrogio girato a Cuba. Ma anche la francese Élise Girard si allontana dalla sua zona di comfort e si trasferisce in Giappone per il suo terzo lungometraggio, “Sidonie au Japan”, interpretato da Isabelle Huppert che è in una feconda fase della carriera in cui insegue solo i film in cui crede.

Dal Giappone arriva anche Kyoshi Sugita, che in “Kanata no uta” mette in scena, uno stile molto personale, i temi dell’empatia e dell’altruismo che, curiosamente, in un certo modo tornano sia in Melk, dell’esordiente olandese Stefanie Kolk, che in “Vampire humaniste cherche suicidaire consentant” della canadese Ariane Louis-Seize alle prese con una giovanissima vampira malata di empatia che si rifiuta di nutrirsi perché ucciderebbe.

Parte da un suo cortometraggio fortunato, “Une sœur” candidato agli Oscar 2020, la belga Delphine Girard che in “Quitter la nuit”, lavora
su un’indagine poliziesca su uno stupro e sulla solidarietà tra la vittima e la poliziotta. Una sorellanza presente anche in “Sobre todo de noche” del basco Víctor Iriarte con due grandi interpreti del cinema spagnolo, Lola Dueñas e Ana Torrent.

A chiudere la selezione il marocchino “Backstage” di Afef Ben Mahmoud e Khalil Benkirane, il greco “To kalokairi tis Karmen” di Zacharias Mavroeidis, il malese “Wu yue xue” di Chong Keat Aun e l’iraniano “Lisistrata” di Ayat Najafi per un concorso senza confini.

Negli eventi speciali troviamo due interessanti autori italiani, Gianluca Matarrese che in “L’expérience Zola” lavora con una coppia di attori teatrali francesi a cavallo tra realtà e finzione ed Edoardo Morabito che in “L’avamposto” arriva fino in Amazzonia per seguire le tracce di un eco-guerriero scozzese. Alla grande poeta Patrizia Cavalli è dedicato invece “This is how a child becomes a poet”, un cortometraggio sull’ultimo giorno nella sua casa della francese Céline Sciamma che si avvale del contributo della cantante Chiara Civello mentre “Italo Calvino, lo scrittore sugli alberi” è il documentario di Duccio Chiarini nel centenario della nascita del grande scrittore.

Lo sceneggiatore Giovanni Caccamo insieme al regista Angelo Bozzolini in “Parola ai giovani” è alla ricerca delle idee di cambiamento della loro generazione. Ci sarà anche un’interessante incursione di Yuri Ancarani che in “Il popolo delle donne. Il film” si sofferma su Marina Valcarenghi, giornalista e attivista politica negli anni Sessanta e Settanta e psicoanalista nelle carceri presso i reparti dedicati alla violenza sulle donne.

Film di chiusura, fuori concorso, è lo statunitense “Coup!” di Austin Stark e Joseph Schuman con Peter Sarsgaard. Asserragliato in una villa nel 1918 per proteggersi dall’Influenza Spagnola. Oltre alla proiezione inaugurale di “Nina dei lupi” di Antonio Pisu e quella di chiusura, promossa anche dalla Biennale e dalla Settimana Internazionale della Critica, del documentario “Passione critica” di Simone Isola, Franco Montini e Patrizia Pistagnesi del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, particolarmente ricco è il programma della sezione off Notti Veneziane realizzata dalle Giornate degli Autori in accordo con Isola Edipo.

Otto titoli, in prima mondiale, che mostrano tutte le sfaccettature del nuovo cinema italiano con “L’invenzione della neve” di Vittorio Moroni, “Across” di Irene Dorigotti, “Frammenti di un percorso amoroso” di Chloé Barreau, “Semidei” di Fabio Mollo e Alessandra Cataleta sui Bronzi di Riace, “Casablanca” di Adriano Valerio, “Con la grazia di un Dio” esordio dell’attore Alessandro Roia, “Anna” di Marco Amenta e di nuovo Patrizia Cavalli con “Le mie poesie non cambieranno il mondo” di Annalena Benini e Francesco Piccolo.

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