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Testamento Del Vecchio, la tassa di successione divide gli eredi

EssilorLuxottica Il vicepresidente e Ad di Luxottica, Francesco Milleri (s), e il presidente di Luxottica, Leonardo Del Vecchio all' assemblea degli azionisti , Milano 19 aprile 2018. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
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A quindici mesi dalla scomparsa di Leonardo Del Vecchio (nella foto in evidenza assieme a Francesco Milleri), il fondatore di EssilorLuxottica, l’eredità dell’uomo d’affari rimane aperta e complessa. Il primo passo cruciale è stato compiuto con il passaggio delle quote della cassaforte lussemburghese Delfin, che sono state assegnate agli otto eredi di Del Vecchio. L’intricato mosaico di interessi, divergenze e questioni legate al pagamento della tassa di successione sono oggetto di un approfondimento che oggi appare sul Corriere della Sera. Nell’articolo si parla degli otto eredi Del Vecchio, che detengono il 12,5% ciascuno della cassaforte, includono sei figli di Del Vecchio nati dal suo matrimonio con Luciana Nervo: Claudio, Marisa e Paola, oltre a Leonardo Maria (avuto dalla vedova Nicoletta Zampillo), Luca e Clemente (dalla compagna Sabina Grossi). Insieme a loro, ci sono la vedova Nicoletta Zampillo e il figlio Rocco Basilico.

Tuttavia, resta ancora un ultimo capitolo da chiudere in questa intricata eredità. Questo capitolo riguarda gli altri aspetti legati al testamento di Del Vecchio, che devono essere eseguiti dagli stessi eredi. Primo tra tutti, c’è la questione delle imposte di successione, la cui quota a carico di tutti i soci è stimata in circa 110 milioni di euro.

Inoltre, ci sono due case di proprietà di Delfin, valutate 77 milioni, che devono essere trasferite alla vedova Nicoletta Zampillo. Infine, c’è l’assegnazione di 2,15 milioni di azioni EssilorLuxottica al CEO Francesco Milleri, che è anche il presidente di Delfin, per un valore stimato di 270 milioni. Questo lascito è stato pensato da Del Vecchio come segno di riconoscenza e gratitudine per il lavoro svolto da Milleri, che ha contribuito a far crescere EssilorLuxottica, e di 22.000 azioni al manager Romolo Bardin.

L’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario da parte di Luca e Clemente Del Vecchio, i figli più giovani dell’imprenditore, ha innescato una mappatura dei beni in eredità. Questo meccanismo permette di valutare l’attivo e i debiti e di pagarli senza che i soci siano tenuti a versare personalmente la parte eccedente. Tuttavia, la somma che potrebbe essere dovuta da ciascuno dei sei figli di Del Vecchio è stimata in circa 40 milioni di euro, considerando il patrimonio complessivo di Delfin, che vale circa 29 miliardi di euro a valore di mercato (NAV a giugno).

L’inventario è stato completato e mostra un passivo di circa 460 milioni di euro rispetto a un attivo leggermente superiore ai 200 milioni di euro, che include crediti vantati contro Delfin, conti correnti e il valore di una barca di Del Vecchio. La differenza dovrà essere pagata dagli eredi, come previsto dal testamento di Del Vecchio. Una possibile soluzione potrebbe essere la distribuzione di un dividendo sostanziale, poiché Delfin ha registrato profitti notevoli, che potrebbero essere utilizzati per coprire il passivo. Nel 2022, la holding ha registrato il suo anno migliore, con un utile netto in crescita del 70% a 650 milioni di euro.

Tuttavia, non tutti gli eredi sono d’accordo su come affrontare questa situazione complessa. In particolare, Luca e Clemente sembrano contrari al versamento delle tasse sul passaggio delle quote di EssilorLuxottica a Milleri e Bardin, assistiti dallo studio Mariconda. Claudio e Paola, con opinioni leggermente diverse, non sono completamente favorevoli. Anche la Signora Zampillo, assistita dallo studio legale Pedersoli, ha una visione diversa sulla questione.

Questa complessità nella gestione dell’eredità di Del Vecchio ha dimostrato di essere un ostacolo insormontabile per gli eredi, nonostante il valore considerevole del patrimonio. La situazione rimane irrisolta, e le tensioni tra gli eredi sono palpabili. Il giovane Leonardo Maria Del Vecchio, Chief Strategy Officer di EssilorLuxottica, ha espresso il suo dispiacere per il ritardo nel chiudere la successione, dichiarando: “Se penso che non siamo ancora riusciti a chiudere la successione, sinceramente, me ne vergogno.” La vicenda continua a tenere banco e a destare interesse nell’ambito finanziario italiano.

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