GILEAD
Cerca
Close this search box.

Controllo e pianificazione dei bacini idrografici col monitoraggio satellitare, il ruolo di Asi

Gilead

Si chiama ‘water management’ il controllo dei bacini idrografici e richiede attenzione e capacità previsionale sempre maggiore, anche alla luce dei sempre più frequenti eventi climatici estremi che interessano la Penisola. L’accordo quadro sottoscritto fra l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (AdbPo) punta a fornire strumenti ‘spaziali’ per fronteggiare e pianificare la gestione del rischio alluvioni e garantire il miglioramento del monitoraggio dei ‘corpi idrici’.
Un esperimento pionieristico, quello avviato per l’osservazione e la tutela del fiume Po, che ricade su un sistema antropico complesso: attraversa 8 regioni e una provincia autonoma con 20 mln di abitanti. Abbiamo voluto comprendere più a fondo il valore di questa azione, intervistando Tommaso Simonelli dell’AdbPo.

Fiume Po – immagine satellitare @Agenzia Spaziale Italia

16 aprile 2023 si è registrata l’emergenza siccità col -60% di pioggia e un calo del livello dell’acqua del Po pari al 30% circa.
Questi episodi si potranno contenere grazie al monitoraggio satellitare?
Si potranno sicuramente valutare con maggiore attenzione. Quello che puntiamo a realizzare è un processo decisionale più fondato, con una maggiore disponibilità di dati, più precisi. Il dato satellitare ci consentirà di avere tante informazioni con maggiore distribuzione territoriale, al fine di comprendere meglio i processi naturali in atto.

A cosa servirà, di preciso, il monitoraggio con dati satellitari?
Il rapporto con Asi è nato in virtù dei dati prodotti dalle costellazioni satellitari, come Cosmo-SkyMed (la prima missione di Osservazione della Terra concepita per scopi duali, civili e militari, e si basa su una costellazione di satelliti con radar in grado di vedere attraverso le nuvole e in assenza di luce solare ndr). Il protocollo sottoscritto, della durata di 5 anni, ci consentirà di utilizzare i dati satellitari al fine di comprendere meglio i processi naturali a fronte dei cambiamenti climatici. Stiamo anche cercando di avviare processi e relazioni con altri gli enti di ricerca che ci possono aiutare a migliorare le capacità interpretative e i processi decisionali relativi alla tutela del territorio.

Quali sono le ricadute pratiche attese?
Daremo avvio a sperimentazioni sui temi di interesse, che riguardano la gestione della risorsa idrica, degli eventi alluvionali e delle infrastrutture poste a difesa del territorio urbanizzato. Sarà importante capire anche quanto questi strumenti satellitari possano aiutarci a monitorare anche gli argini dei fiumi. Si tratta di un progetto pilota, utile a verificare risultati e spendibilità delle informazioni ottenute, verificarne la standardizzazione per l’utilizzo su scala. Se risulteranno efficaci costruiremo strumenti che industrializzano i processi e facilitino l’elaborazione e la restituzione del dato. Si tratta di un percorso modulare, riguarderà anche le dinamiche di versante, come pure la questione dei ghiacciai. I dati satellitari, inoltre, li utilizziamo già con profitto nel settore dell’agricoltura, dal momento in cui, come ente, abbiamo anche un ruolo di sviluppo di politiche di sostenibilità della risorsa idrica.

Mappe satellitari realizzate con i dati di rilevazione terrestre, chi realizzerà le mappe e come verranno utilizzate?
Questa attività la svilupperemo in partnership con Università e centri di ricerca, fra cui anche il Cnr. Abbiamo partecipato ad un bando per la PA fatto dall’Asi e finalizzato all’utilizzo dati satellitari per pubblica amministrazione. A breve avvieremo anche un progetto in partnership con le università per elaborare un percorso di acquisizione, elaborazione, validazione e verifica sul terreno dei dati satellitari elaborati. Se la rilevazione satellitare segnala un versante in frana sarà necessario fare una verifica in sito, utile a validare il dato previsionale della mappa rispetto alla sua elaborazione e all’eventuale utilizzo su scala. Siamo ancora in una fase sperimentale, che però dovrebbe essere la premessa per un utilizzo in termini più operativi di tutte le informazioni che, d’ora in avanti, saremo in grado di produrre e analizzare. Serve una visione congiunta, non solo scientifica, per poter affrontare la fase decisionale in maniera strutturata ed efficace, e far fronte attivamente a tutte le situazioni emergenziali che potranno verificarsi.

Leggi anche

Ultima ora

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.