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Il presidente della Conferenza dei rettori: no alla rimozione del numero chiuso a Medicina

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Il presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), Salvatore Cuzzocrea (nella foto in evidenza), ha recentemente affrontato il dibattito sul numero chiuso nelle facoltà di Medicina, mettendo in guardia contro l’ipotesi di rimuoverlo. Secondo Cuzzocrea, farlo potrebbe minare la qualità dei corsi di formazione medica in Italia e compromettere il riconoscimento europeo delle lauree stesse.

Attualmente, l’ammissione ai corsi di Medicina è soggetta al numero chiuso, che stabilisce un limite al numero di studenti ammessi ogni anno. Tuttavia, la crescente carenza di personale medico ha portato molte persone a sostenere l’apertura generalizzata delle facoltà di Medicina per affrontare la situazione.

Il presidente della Crui ha sottolineato che le università italiane hanno già fatto uno sforzo significativo per aumentare il numero di posti disponibili nei corsi di Medicina, aggiungendo che nei prossimi sette anni ci sarà un aumento di 30.000 posti. Questo incremento mira a soddisfare le esigenze del sistema sanitario, ma anche a preservare gli standard formativi europei e la validità europea delle lauree italiane.

Attualmente, ci sono 19.544 posti disponibili per Medicina nell’anno accademico in corso, mentre il fabbisogno definito dalla Conferenza Stato-Regioni è di 18.133 posti. Ciò indica che il sistema universitario italiano ha superato il fabbisogno stabilito, garantendo un aumento di quasi 4.000 posti e superando il fabbisogno di 1.411 posti.

Carlo Della Rocca, presidente della Conferenza permanente delle Facoltà e delle Scuole di Medicina e Chirurgia, ha sottolineato anche lui l’importanza di mantenere il numero chiuso. Secondo Della Rocca, l’abolizione del numero programmato potrebbe portare a una dequalificazione delle lauree, rendendo difficile la libera circolazione dei nuovi laureati in medicina e chirurgia nell’Unione Europea. Inoltre, un aumento eccessivo di laureati potrebbe saturare il mercato del lavoro medico, causando un aumento della disoccupazione nel settore.

La discussione sul numero chiuso in Medicina rimane quindi complessa, con argomenti validi da entrambe le parti. La sfida sta nel trovare un equilibrio tra la crescente domanda di personale medico e la necessità di mantenere alti standard formativi e di qualità.

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