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La terra trema ancora nei Campi Flegrei, la vulcanologa Bianco: vi spiego perché sono possibili altre scosse

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La zona dei Campi Flegrei, area occidentale di Napoli e della provincia Nord della metropoli, è l’epicentro del terremoto continuo, quotidiano. Scosse quotidiane, molte poco più che strumentali, altre anche di magnitudo superiore a 4 della scala Richter. Tutto accade tra i Comuni di Pozzuoli e Bacoli ed Agnano, frazione di Napoli, dove spesso le scosse fanno riversare la gente in strada per paura.

Siamo in un’area vulcanica attiva. Non ci sono dati che possano far temere una nuova eruzione del vulcano campano. Ne è convinta Francesca Bianco, che dirige il dipartimento vulcani dell’Ingv – l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Secondo la ricostruzione della Bianco, siamo di fronte ad un fenomeno di bradisismo che sta interessando l’area dei Campi Flegrei. Un fenomeno di innalzamento del suolo. Abbiamo raggiunto telefonicamente l’esperta, per approfondire questa vicenda che da qualche settimana fa registrare numerosi eventi sismici.

C’è uno sciame sismico che sta interessando la zona dei Campi Flegrei dallo scorso 26 settembre, lei ritiene che si sia raggiunto l’acme? O sono possibili altri episodi e che cresca ancora la magnitudo?
C’è un fenomeno, noto come bradisismo, che è in corso dal 2005 e che interessa periodicamente l’area dei Campi Flegrei, da secoli. Si tratta di un sollevamento o abbassamento del suolo, a seconda dei casi, e soprattutto quando c’è il sollevamento, come sta avvenendo in questa fase, le rocce sono sottoposte a degli sforzi e a deformazione, ed è questo che genera le scosse.

Ma perché il terreno si solleva?
C’è un’evidente dinamica vulcanica in corso, ma non è direttamente collegata alla risalita di magma. Sono fluidi magmatici che arrivando verso la superficie e, interagendo con le strutture interne della caldera, spingono il terreno verso l’alto e generano i terremoti.

Sulla base dei dati scientifici in vostro possesso, è possibile fare delle previsioni sulle probabilità di nuovi episodi sismici?
Il fenomeno che in questa fase bradisismica preoccupa di più è proprio l’accadimento  dei terremoti, che però non si possono prevedere. Ma sulla base delle osservazioni e degli studi fatti possiamo dire che sì, ci potrebbero essere altri eventi sismici, e ci saranno sicuramente fino a che persisterà il sollevamento. Tuttavia la comunità scientifica è abbastanza d’accordo nel ritenere che in quell’area potenzialmente si potrebbero generare anche eventi di magnitudo superiore a 4 ma non superiore a 5, però non abbiamo elementi per stabilirlo con certezza.

La teoria di una caldera comune fra Vesuvio e Campi Flegrei, quanto è affidabile? Secondo questa teoria infatti il tema non è se, ma quando ci sarà la nuova grande eruzione del Vesuvio.
Per Vesuvio e Campi Flegrei non credo sia corretto parlare di caldera in comune. Ci potrebbe essere una camera magmatica, una zona di accumulo magmatico comune fra le due aree, ma non ci sono dati a supporto di questa ipotesi. Sappiamo che al di sotto di Campi Flegrei c’è un campo di alimentazione magmatica, profondo sei o sette km, e sotto il Vesuvio c’è un’area simile. Ma non abbiamo potuto mai realizzare una tomografia sismica di questo tipo e non sappiamo se fra questi campi magmatici c’è una comunicazione. Quello che sappiamo è che le caratteristiche dei prodotti eruttati dai due vulcani sono diversi, e questo significherebbe che non sono collegati. Il fatto è che nessuno possieda la tecnologia per fare un’osservazione diretta a sette km di profondità,  con quelle condizioni di calore, dobbiamo quindi ragionare su misure diverse, e dal mio punto di vista la più interessante è proprio l’osservazione dei prodotti eruttati.

Rispetto ai piani di evacuazione della zona, questi tengono conto dei vostri studi?
Noi forniamo ovviamente i nostri dati e le valutazioni, periodicamente e anche settimanalmente, alla protezione civile. E a mia conoscenza, i piani di evacuazione sono costantemente aggiornati, sia dalla protezione civile nazionale che regionale, che è molto attiva e presente su queste tematiche. E c’è molta sensibilità da parte dei comuni interessati.

Dalle vostre rilevazioni risulta che il bradisismo ha causato un innalzamento del terreno par,i a 1,5 cm al mese (dal 2005 più di un metro). Che conseguenze può portare?
Il sollevamento c’è dal 2005, negli ultimi mesi la velocità di sollevamento, che è variata di recente, è di 1,5 al mese. Ma la velocità non è uniforme, in alcuni periodi è stata anche maggiore dei 15mm al mese di oggi, e fino ad ora la zona dove è stato rilevato il maggior sollevamento, che è il Rione Terra a Pozzuoli, è di poco più di 113 cm in totale dal 2005. Sono almeno una trentina i punti di rilevamento che utilizziamo, fra fissi e periodici, analizziamo anche le deformazioni del suolo e quindi non usiamo solo i dati gps, ma anche misurazioni di inclinazione del suolo e dilatometri, strumenti da pozzo  e di profondità.

Guardiamo all’Italia dei sismi: quanto incide l’attività vulcanica?
Sui vulcani si concentra un’attività sismica molto locale, Stromboli, l’Etna,  ciascuno con caratteristiche differenti una dall’altra. All’Etna abbiamo registrato eventi di magnitudo 5,2,ma lì ci sono grandi faglie della crosta, ed è una cosa che avviene con frequenza non particolarmente elevata.  Il vero tema sismico riguarda gli appennini, le strutture montane, che contribuiscono alla pericolosità sismica del territorio, anche delle strutture nei bacini orientali.

Che cosa possiamo dire ai cittadini campani?
Certamente di attrezzarsi per poter conoscere al meglio i fenomeni in corso, perché questa è già un’azione di mitigazione del rischio. Come la comunità scientifica, anche i cittadini sono parte attiva della prevenzione, devono conoscere i pericoli sismici e vulcanici dell’area in cui abitano, e possono informarsi sul sito di Ingv, dove ci sono tutte le info della pericolosità dell’area, ma anche sul sito della protezione civile, che spiegano come autoproteggersi in caso di eventi sismici.

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