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Le vittime della carneficina di Hamas esposte in mostra nell’Auditorium Smolarz dell’Università di Tel Aviv

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Sono stati rapiti o uccisi. Forse molti di loro sono ancora in vita e forse non torneranno più a casa. Le loro fotografie, le foto di più di 1.000 israeliani rapiti, scomparsi o uccisi da Hamas nel blitz lampo del 7 ottobre , hanno preso posto nella platea dell’Auditorium Smolarz dell’Università di Tel Aviv. È parte di una mostra di grande impatto diventata virale sui social media in tutto il mondo. Nelle sedie vuote dell’aula magna dell’Auditorium Israel porta òe immagini della guerra e delle vittime israeliane del devastante attacco di Hamas.

Come spiega il quotidiano Haaretz, la mostra è nata su iniziativa del sindacato studentesco dell’università. Si tratta di un’iniziativa internazionale chiamata “Uniti contro il terrorismo” che afferma di aver organizzato manifestazioni e allestito mostre nei principiali atenei degli Stati Uniti e in Europa, per “dare sostegno gli sforzi di diplomazia pubblica di Israele ed esporre gli orrori dell’attacco terroristico di Hamas”. L’obiettivo è anche quello di sensibilizzare tutti i governi a farsi carico di uno sforzo diplomatico per raffreddare la guerra in atto e consentire di trattare per far tornare a casa almeno i prigionieri civili.

Il presidente del sindacato studentesco dell’Università di Tel Aviv, Daniel Zilber, ha affermato che l’intento della mostra è quello di “cercare di illustrare la portata dell’orrore e mostrare al mondo che siamo stati massacrati. Questo non è né uno slogan né un cliché: nonostante la carneficina, trionferemo”.

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