GILEAD
Cerca
Close this search box.

Brics, una lente di ingrandimento sulle sfide dei Paesi emergenti

Gilead

“Ho sempre creduto che l’aggiunta di nuovi membri rafforzerà ulteriormente il Brics come organizzazione e darà un nuovo impeto agli sforzi condivisi”; “Questo rafforzerà anche la fiducia di molti Paesi nel mondo in un ordine mondiale multipolare: sono fiducioso che, assieme a questi Paesi, saremo in grado di imprimere un nuovo slancio e dare nuova energia alla nostra cooperazione”. E’ quanto affermato dal leader indiano Narendra Modi al termine del summit a Johannesburg.

I Brics rappresentano ‘l’altra faccia’ del mondo, contrapposta all’Occidente. Negli ultimi anni i Paesi membri hanno risalito la china, piazzandosi sul podio globale in vari ambiti: dalla demografia (sono i Paesi più popolosi), all’economia, alla finanza, al commercio, all’approvvigionamento delle materie prime e al potere nucleare. Sembra che a poco a poco questi Paesi siano destinati a ridisegnare lo scacchiere internazionale e le parole fiduciose di Modi lo spiegano bene.

Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire chi sono i Brics, come nascono e perché ad oggi hanno tutta quest’importanza. Innanzitutto, Brics è un acronimo che sta per: Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Quest’ ultimo è sempre stato considerato il nuovo arrivato, perché il suo ingresso risale al 2010, mentre il raggruppamento delle economie mondiali emergenti – così si definisce questa alleanza – nasce in Russia nel 2009.

Tutto inizia in realtà molto prima, nel 2001, anno in cui l’economista Jim O’Neill conia l’acronimo Brics ideato per rendere riconoscibili e individuabili quei cinque Paesi che all’epoca stavano bruciando le tappe, imponendosi come protagonisti di una crescita economica esponenziale.

Nel 2006, in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, i ministri degli esteri dei Paesi interessati, siglarono un’alleanza diplomatica del tutto informale: fu proprio questo ‘patto tra amici’ a gettare le basi per il convegno che in Russia nel 2009 si concuse con la nascita effettiva del nuovo raggruppamento.

I primi obiettivi dei Brics riguardavano i legami di affiliazione, d’organizzazione multilaterale e di collaborazione tra i Paesi membri, così da poter gestire al meglio i flussi economici e i rapporti con i Paesi investitori, facendo accrescere la propria posizione internazionale. Tutti obiettivi che sono stati presto raggiunti e hanno dato inizio a una carrellata di risultati importanti.

Oggi i Brics valgono indicativamente il 32% del Pil del mondo, mentre quello dei Paesi del G7 rappresenta ben il 60%. Alla luce di questo dato, il sorpasso economico di questi ultimi da parte dei Brics sembra lontano (considerando che la Cina rappresenta, da sola, il 20% del Pil del Mondo). Tuttavia, non è da sottovalutare l’unione dei nuovi Paesi interessati all’ingresso nell’alleanza economica, in quanto sono tutte Nazioni dal peso economico non indifferente: una tra tutti gli Emirati Arabi Uniti.

Eppure i Paesi del G7 non ne sono così spaventati. La risposta alla crescita notevole dell’Alleanza Brics da parte degli Stati Uniti, attuali leader del panorama globale, non ha tardato ad arrivare. All’alba dell’ultimo G20, tenutosi a Nuova Delhi, Sullivan ha affermato che “Gli Stati Uniti non vedono i Brics come rivali geopolitici, perché si tratta di una collezione di Paesi molto diversi tra loro. Brasile, India e Sudafrica sono democrazie, mentre Cina e Russia autocrazie. Hanno modelli economici diversi e visioni differenti in politica estera, dall’Ucraina alla regione Indo – pacifica”. Da questa affermazione si evince che gli Stati Uniti d’America continueranno la loro collaborazione con i Brics, portando avanti i dialoghi anche con i Paesi interessati all’ingresso nell’alleanza delle economie emergenti.

Queste instancabili operazioni diplomatiche statunitensi sono finalizzate a voler preservare la visione democratica internazionale, voler attestare la democrazia come miglior forma per la leadership mondiale, non dando spazio alle autocrazie (come quella cinese e russa) e portando avanti valori come: libertà, trasparenza e democrazia, a discapito di forme governative che non difendono la libertà come valore fondante.

 

 

 

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.