GILEAD
Cerca
Close this search box.

Vocabolario rigenerazione

Gilead

Dai segni iconici delle grandi firme dell’architettura internazionale (non di rado rimasti render stampati sulla carta) alla costruzione di progetti complessi, integrati, dove l’architettura va a braccetto con l’ingegneria, con il progetto di paesaggio e tante discipline che si moltiplicano associandosi ad acronimi come Bim (building information modelling) piuttosto che Esg (che sta per environmental, social e governance) o che fanno i conti con approcci science-based o data-driven, per prendere in prestito dalla cultura anglosassone termini usati anche in altri settori.

Non c’è architettura se non può essere valutata e misurata per il suo impatto economico, ambientale e sociale nel contesto di riferimento. E le nuove parole d’ordine sono inclusione, sostenibilità e partecipazione. Questa è la traiettoria evolutiva di una disciplina che, nel confronto con il mercato, deve mantenere la sua anima creativa e al contempo essere performante. Dall’architettura come fine, all’architettura come mezzo.

Un percorso avviato in Italia all’inizio degli anni Duemila, caratterizzati dall’affermazione delle star internazionali: dal britan- nico David Chipperfield, premio Pritzker nel 2023 (che a Milano ha disegnato il Mudec, a Salerno la cittadella della giustizia e lo scorso anno ha concluso la riqualificazione delle Procuratie Vecchie a Venezia) al francese Dominique Perrault (che ha firmato le due torri-hotel nell’area della Fiera di Milano e la piazza Garibaldi davanti alla stazione ferroviaria di Napoli). Si aggiungano gli esempi di Citylife a Milano, le sedi della Bocconi, ma anche il MAXXI di Roma o l’altro museo comunale, il Macro. Con loro, il posizionamento dei due grandi nomi italiani: Renzo Piano e Massimiliano Fuksas, maestri che hanno formato centinaia di professionisti che hanno aperto via via i propri studi, architetti che hanno lasciato il segno del made in Italy nel mondo fino a firmare grandi infrastrutture come l’aeroporto flottante di Osaka in Giappone o quello di Shenzhen in Cina.

Vista esterna del Museo nazionale MAXXI progettato dall’architetto Zaha Hadid nel 2010

Un’evoluzione lenta quella del contemporaneo italiano che ha fatto i conti con l’esterofilia, e poi, con una stagione di concorsi che ha aperto le porte alla nuova generazione, dandogli fiducia. Parliamo di quegli studi che possono vantare nel proprio portfolio alcune opere realizzate come il Mast di Bologna firmato Labics piuttosto che il museo dell’Automobile di Torino di Cino Zucchi, o lo studio Piuarch, il primo architetto italiano dell’anno selezionato dal Cnappc nell’edizione del 2014. Fanno letteratura anche quegli studi con una “quota italiana” com’è Ebv Barozzi Veiga, che nel 2013 è stato insignito del premio ‘Giovane talento dell’architettura italiana’ e nel 2015 ha vinto con un’opera costruita in Polonia, la Sala Filarmonica di Szczecin, il Mies van der Rohe Award, il nobel dell’architettura europea.

Ferrari, Salewa, Angelini e poi Hines, Brioschi. Questi, tra gli altri, i committenti del contemporaneo; con una continua alternanza di studi internazionali come Gmp von Gerkan Marg und Partner che 10 anni fa si è aggiudicato la rigenerazione dell’ex manifattura tabacchi di Bologna da convertire in Tecnopolo (ancora sulla carta) e l’affermarsi di società come Park Associati che con Zucchi ha firmato l’headquarter dell’azienda di abbigliamento sportivo a Bolzano, decollando da quel momento nel mercato della progettazione, con committenti privati come Luxottica e con recenti aggiudicazioni pubbliche, come la nuova sede della Regione Lombardia. Dalla cantina Antinori disegnata Archea Associati nel piccolo paese di Bargino, al Technogym Village di Cesena, una fabbrica a misura d’uomo con un wellness campus, progettato da Acpv Antonio Citterio Patricia Viel che ha appena consegnato a Roma il nuovo Hotel Bulgari, sta realizzando l’headquarter Enel e ha vinto la gara per la torre A2A a Milano. Architetture per l’ospitalità e luoghi del lavoro come il Vigilius Mountain Resort di Lana in Alto Adige o il quartier generale di Davines a Parma firmati Matteo Thun; spazi per la formazione come la nuova Dallara Academy progettata da Atelier(s) Alfonso Femia, ma anche strutture sanitarie come il San Raffaele di Mario Cucinella Architects: lunga è la lista di committenti che hanno favorito l’affermarsi degli studi oggi sulla cresta dell’onda.

Cantina Antinori, progetto, partito nel 2004 e elaborato da Archea Associati sotto la direzione dell’architetto fiorentino Marco Casamonti. Foto di ARCHEA

Committenti istituzionali. Dal 1998 la Cei ha bandito una serie di concorsi per nuove chiese, costruendone alcune decine: un modello di committenza strutturato quello del Servizio nazionale per l’edilizia di culto della Conferenza episcopale italiana che ha scelto la via del concorso, favo- rendo sinergie e incentivando la maturazione di competenze.

Oggi tra i committenti più impegnati c’è l’Agenzia del Demanio, in particolar modo per le nuove cittadelle giudiziarie: a Trani con i veneti di Demogo e a Bari con Atelier(s) Alfonso Femia, l’aggiudicazione più recente è a Bologna per la valorizzazione dell’ex Sta.Ve.Co. assegnata a Ipostudio. A Torino è decollato invece il recupero della Cavallerizza Reale, con una co-partecipazione di Cdp e con l’investimento di Fondazione Compagnia di San Paolo che quest’anno ha aggiudicato anche l’ampliamento del Museo Egizio.

Quando si parla di architettura, oggi il lessico richiede un aggiornamento. E le novità sono ben sintetizzate nell’operazione Reinventing Cities, un’iniziativa internazionale guidata dalla rete C40 che in Italia è decollata
a Milano, Roma, Napoli e Bologna, spesso con il coinvolgimento di FS Sistemi Urbani per la valorizzazione dei propri scali. L’idea è quella di stimolare lo sviluppo sostenibile, con soluzioni sperimentali, resilienti e innovative per far fronte alle sfide della decarbonizzazione. Il design di team interdisciplinari tiene insieme creatività e calcoli sostenibili, con developer pronti a soste- nere e gestire le operazioni. Un laboratorio che può fare scuola per fondi pensione, casse di previdenza, operatori istituzionali che hanno nella loro mission il contenimento dei rischi e l’investimento ponderato, con ricadute dirette su ambiente e comunità.

*Paola Pierotti e Andrea Nonni/giornalisti PPAN

 

 

 

 

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.