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Fincantieri punta sulla Blue Economy e l’Internet of underwater things

La Blue economy è un asset di grande appeal, soprattutto per le aziende che hanno una lunga storia ingegneristica e tecnologica nell’industria meccanica e cantieristica. E’ il caso di Fincantieri, che punta a rafforzare il posizionamento sulle competenze distintive dei segmenti ad alto valore aggiunto della subacquea e del marine energy. In quest’ottica va letto l’annuncio dell’acquisizione di Remazel Engenieering, leader nella progettazione e fornitura di top side equipement, e anche la firma del memorandum of undesrtanding  con Wsense, azienda deep tech vincitrice dell’Ocean Data Challenge del World economic forum 2022, unica italiana insignita del riconoscimento.

L’accordo vede le parti impegnate ad avviare una collaborazione nel settore dell’Internet of underwater things (loUT). “C’è tutta la nuova grande economia di underwater e subaqueo”, dicono da Fincantieri, che vuole posizionarsi nel settore come capofila e acceleratore di sistemi, “ed oggi l’underwater si profila com’era lo Spazio 30 anni fa, i fondali marini sono stati esplorati solo per il 5%, ci sono poi i grandi dati sensibili relativi alla geopolitica, oltre al settore dei droni subacquei e all’ambito della difesa, con i sommergibili”. E in quest’ottica si inserisce anche la recente inaugurazione del Polo nazionale della dimensione subacquea di La Spezia, a cui hanno partecipato il ministro della Difesa, Guido Crosetto e il ministro alle politiche del Mare, Nello Musumeci. Il Polo nasce nell’ambito dei progetti promossi dalla Marina militare con la partecipazione di Fincantieri e Leonardo, e punta a valorizzare anche la presenza, sempre a La Spezia, del centro di ricerche marittime della Nato, per far nascere startup

Fincantieri punta ad incrementare le sinergie nel mondo della subacquea, uno dei grandi dominii in cui si giocheranno le sfide del futuro. E l’accordo con Wsense servirà a valutare possibili forme di collaborazione che potranno vertere sul tema delle comunicazioni subacquee, i network multimodali, lo sviluppo di soluzioni per la misurazione del posizionamento di mezzi a guida autonoma di superficie e underwater e di soluzioni cloud in ambito Difesa, sulla base dell’esperienza già maturata da WSense in ambito civile, valutando anche la partecipazione di altri operatori specializzati.

“Questo Memorandum conferma il ruolo di Fincantieri come uno dei principali
catalizzatori dell’industria underwater, un universo da 400 miliardi di euro di volume potenziale di business”, sono le parole con cui  Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri, ha commentato l’accordo con Wsense, e spiega come Fincantieri sia “il Gruppo, che da oltre 100 anni costruisce i sottomarini per la Marina Militare, ed ha l’obiettivo di fungere da guida per lo sviluppo tecnologico di questo nuovo dominio geopolitico, di grande rilevanza strategica, come rappresentato anche dalla recente inaugurazione del Polo Nazionale della Dimensione Subacquea. Per questo, siamo molto felici di avviare questa collaborazione con una delle principali eccellenze della filiera nazionale.”
Un accordo che Chiara Petrioli – recentemente entrata a far parte del Consiglio Europeo dell’Innovazione  – e Ceo di WSense, reputa molto importante sotto due aspetti: “Da un lato conferma la nostra leadership tecnologica nell’ambito delle telecomunicazioni wireless sottomarine. Dall’altro posiziona WSense come attore al centro dell’ecosistema italiano di eccellenza per la realizzazione di sistemi di monitoraggio e di controllo del dominio subacqueo. Esiste un potenziale enorme legato alla Blue Economy, in modo particolare nel settore protezione delle infrastrutture critiche. In questo campo l’Italia con il Polo Nazionale della Dimensione Subacquea ha dato concretezza alla sua visione strategica. Le soluzioni e la capacità di sviluppo tecnologico di
WSense, insieme alla volontà dei grandi player come Fincantieri di fare ecosistema, possono realmente portare il nostro Paese alla frontiera dell’innovazione e alla leadership internazionale nell’internet dei mari.”

Fincantieri è uno dei principali complessi cantieristici al mondo, l’unico attivo in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologia. Leader nella realizzazione e trasformazione di unità da crociera, militari e offshore nei comparti oil & gas ed eolico, oltre che nella produzione di sistemi e componenti navali. Il Gruppo vanta referenze di eccellenza nelle infrastrutture, ed è operatore di riferimento nel digitale e nella cybersecurity, nell’elettronica e sistemistica avanzata.
Con oltre 230 anni di storia e più di 7.000 navi costruite, Fincantieri mantiene il proprio know-how e i centri direzionali in Italia, dove impiega 10.000 dipendenti e attiva circa 90.000 posti di lavoro che raddoppiano su scala mondiale in virtù di una rete produttiva di 18 stabilimenti in quattro continenti e quasi 21.000 lavoratori diretti.

Wsense è un’eccellenza internazionale nella digitalizzazione delle infrastrutture offshore attraverso l’Internet delle cose sottomarine. La società deep-tech è  nata come spinoff de La Sapienza università di Roma, ed è specializzata in
soluzioni ‘chiavi in mano’ di monitoraggio e comunicazione subacquea senza fili. Basate su tecnologie brevettate, le soluzioni WSense utilizzano le onde acustiche multi-frequenza e tecnologie ottiche senza fili, permettendo comunicazioni wireless sottomarine in tempo reale, affidabili e sicure, senza impattare sui fondali. Le tecnologie di Wsense consentono di implementare un ‘wi-fi sottomarino’ per collegare robotica, sensori, attuatori e subacquei professionisti in un unico ecosistema di comunicazione unificato, per fornire supporto al controllo del dominio sottomarino e alla protezione delle infrastrutture critiche. Attiva dal 2017, WSense vanta oggi una squadra di oltre 50 ingegneri e ricercatori – con uffici in Italia, Norvegia e Regno Unito – e annovera tra i propri business partner enti come Fincantieri, Leonardo, Eni, Saipem, Terna, Aker, Enea, Ingv. La società, partecipata da Cdp Venture Capital Sgr, ha appena chiuso un Round di serie A da 11 milioni di euro che ha coinvolto anche investitori internazionali di riferimento nell’ambito ocean-tech.

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