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È impasse tra Governo e Arcelor Mittal, l’ombra dell’amministrazione straordinaria su Acciaierie d’Italia

Le trattative tra il governo italiano e Arcelor Mittal, gigante dell’industria siderurgica, per una risoluzione concordata della situazione critica di Acciaierie d’Italia, sembrano arenate, aprendo la strada verso l’amministrazione straordinaria. La decisione, se presa dal governo, potrebbe essere annunciata già durante un tavolo di confronto con i sindacati previsto domani alle 15 presso Palazzo Chigi. Questo sviluppo, oltre a sollevare questioni giudiziarie, rischia di generare tensioni con i sindacati, già contrari a una misura che ritengono traumatica.

La città di Taranto è sull’orlo della protesta, con Aigi, Casartigiani e Confapi Industria che hanno annunciato uno stop “a oltranza di tutte le attività lavorative” all’interno dello stabilimento siderurgico. La motivazione principale è la mancanza di rassicurazioni sulla tutela dei crediti vantati nei confronti di Acciaierie d’Italia, ammontanti a 120 milioni di euro per fatture emesse e non incassate al 31 dicembre scorso.

Le associazioni avvertono che questi crediti rischiano di diventare carta straccia in caso di amministrazione straordinaria, causando un danno paragonabile a quanto accaduto nel 2015, quando l’indotto perse 150 milioni di euro a causa della stessa procedura.

A temere la prova di forza sono anche le aziende dell’indotto, che potrebbero subire pesanti conseguenze economiche e occupazionali. Nel decreto del Consiglio dei ministri dello scorso martedì, che di fatto apre la strada all’amministrazione straordinaria, sono state rafforzate le misure a tutela della continuità produttiva e occupazionale delle aziende coinvolte. Tuttavia, la complicata situazione con Arcelor Mittal e la necessità di controllare i costi sociali pongono sfide significative.

Il governo è ora alla ricerca di nuovi partner con cui delineare il futuro della siderurgia a Taranto e negli altri stabilimenti di Acciaierie. Questo avverrà nel contesto del Piano siderurgico nazionale annunciato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il governo si sta impegnando per coinvolgere nuovi soci e definire una visione sostenibile per il settore, anche alla luce della crescente importanza dell’acciaio verde.

Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, ha dichiarato da Davos che il governo è impegnato a fare chiarezza sulla situazione di Acciaierie d’Italia. Ha sottolineato l’importanza di trovare partner disposti a investire nella produzione di acciaio verde e ha osservato che, al momento, c’è un partner (Arcelor Mittal) che non ha chiarito la sua posizione. Tuttavia, ha indicato che ci sono molti altri interessati a produrre a Taranto, il più grande insediamento produttivo di acciaio in Europa.

Intanto, un nuovo passo verso il Piano siderurgico nazionale è stato compiuto con la firma di un protocollo per il rilancio del sito siderurgico di Piombino. L’accordo coinvolge diverse parti, tra cui Mimit, Regione Toscana, Comune di Piombino, Metinvest Adria e Danieli & C. Officine Meccaniche.

L’obiettivo è creare un impianto sostenibile per la produzione di prodotti finiti di acciaio a Piombino, su una superficie di circa 260 ettari, finanziato con il supporto di finanziamenti esterni e sovvenzioni governative.

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