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Clima e assicurazioni, come si difendono le imprese? Lo studio Bankitalia

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Terremoti, inondazioni, incendi: le catastrofi naturali salgono tra i rischi principali per le aziende. Come si stanno difendendo le imprese dal cambiamento climatico a livello finanziario e quindi asssicurativo, soprattutto in Italia? Ha provato ad analizzarlo uno studio della Banca d’Italia.

L’analisi sulla copertura assicurativa delle aziende contro i rischi naturali fa parte delle periodiche pubblicazioni ‘questioni di economia e finanza’ della Banca d’Italia, ed è stato scritto da Annalisa Frigo e Andrea Venturini. Basato sull’indagine Invind su un campione di imprese, lo studio analizza come camba la domanda delle assicurazioni in base ai rischi connessi al cambiamento climatico.

Da questo punto di vista l’interazione delle aziende con le assicurazioni non sembra matura quanto quella che si verifica all’estero. E mentre il rischio sismico, che cambia in base alle varie zone di Italia, ha effettivamente conseguenze sulla domanda di polizze danni contro gli eventi naturali. “L’analisi empirica suggerisce che l’esposizione al rischio sismico è positivamente associata alla domanda di polizze assicurative contro i danni naturali e climatici, con effetti eterogenei per le imprese operanti nell’industria e nei servizi. D’altra parte, non emerge alcuna evidenza sul ruolo degli impatti potenziali da cambiamento climatico”, dice lo studio. Insomma, si ha molta più consapevolezza dei danni che un terremoto ‘potrebbe’ causare, rispetto a quelli di un alluvione. Fanno eccezione, però, le aziende che hanno già subito danni.

Clima, i numeri dei danni

Secondo lo studio, le polizze rappresentano tra le armi più efficaci per proteggersi finanziariamente dai rischi climatici. Questa “strategia consente di limitare le perdite causate da eventi atmosferici avversi attraverso la compensazione totale o parziale dei danni. Nel mercato assicurativo, lo strumento più diffuso è la polizza danni, che necessita di una stima dei danni subiti dall’assicurato”.

L’Italia è tra i Paesi dove le conseguenze negative del clima si sentono di più: Nel 2023 si sono verificati 378 eventi meteorologici estremi, il 22% in più rispetto al 2022, secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente e Unipol. Secondo Coldiretti solo per l’agricoltura ci sono stati 6 mld di danni.

Secondo Munich Re nel 2023 in tutto il mondo l’ammontare delle perdite da catastrofi naturali è stato di 250 mld di dollari.

Insomma, i motivi per assicurarsi ci sono. Eppure per gli esperti di Banca d’Italia “il mercato domestico delle assicurazioni nel ramo danni risulta meno sviluppato della media dell’OCSE (IVASS, 2023). In particolare nel 2021, ultimo dato disponibile, l’incidenza dei premi del ramo danni sul PIL era appena del 1,9 per cento contro una media OCSE del 4,9 per cento (4,6; 3,9; 2,9 e 2,9 per cento, rispettivamente in Francia, Germania, Spagna e Regno Unito; OECD, 2022)”.

Sbagliando si impara

“I risultati riportano una correlazione positiva tra l’aver subito almeno un danno derivante da eventi naturali o climatici nell’ultimo quinquennio e la probabilità di essere protette dai suddetti rischi attraverso un contratto assicurativo nel 2021”, anno al quale fanno riferimento i dati dello studio.

Chi quindi ha subito un danno da evento catastrofico si assicura. Gli altri meno. Con un’eccezione.

Infati anche se i numeri per capire che un’alluvione ‘potrebbe’ accadere, la percezione dei rischi potenziali porta a stipulare una polizza principalmente se si parla di terremoti. “Nel passare in rassegna alcuni fattori potenzialmente associati alla probabilità di sottoscrivere una polizza e alla spesa assicurativa, si è rilevato che i rischi fisici prospettici, misurati a livello di stabilimento e poi aggregati a livello di impresa, non sembrano giocare un ruolo chiave nella propensione ad assicurarsi. D’altra parte, per quanto riguarda il rischio sismico, i nostri risultati indicano maggiore consapevolezza da parte delle imprese”.

Inoltre “la presenza di impianti localizzati in zone mediamente più soggette al rischio non è associata ad una maggiore probabilità di essere assicurati contro rischi naturali e climatici in modo statisticamente significativo”.

Da quest’anno le cose potrebbero cambiare. Entra in vigore quanto deciso con la Legge di Bilancio, con l’obbligo di assicurazione dei rischi catastrofali che comporta per le imprese l’acquisto di una polizza entro il 31 dicembre per coprire i danni all’azienda stessa derivanti dalle calamità naturali.

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