Nel 2023, il numero di città italiane che hanno superato i limiti giornalieri di polveri sottili Pm10 è sceso a 18 su 98 monitorate, secondo il rapporto “Mal’Aria di città 2024” di Legambiente sull’inquinamento atmosferico. Frosinone si conferma la “maglia nera”, registrando 70 giorni di sforamento, seguita da Torino con 66 e Treviso con 63 giorni.
Il report rivela che, nonostante una riduzione dei livelli di smog rispetto agli anni precedenti, le città italiane faticano a migliorare la qualità dell’aria. Ciò è particolarmente preoccupante considerando i nuovi target al 2030: il 69% delle città sarebbe ancora fuorilegge per Pm10, l’84% per Pm2.5 e il 50% per l’NO2.
I limiti normativi per lo sforamento del Pm10 prevedono 35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo. Nonostante il miglioramento rispetto all’anno precedente, Legambiente sottolinea che questo è attribuibile principalmente a condizioni meteorologiche favorevoli, anziché a effettive azioni politiche.
Secondo Legambiente, la salute dei cittadini è a rischio, con 47.000 decessi prematuri all’anno a causa del Pm2.5. La ong sottolinea l’importanza di azioni urgenti da parte di Governo, Regioni e Comuni per migliorare la qualità dell’aria. Tra le proposte, vi è la ripensare immediata della mobilità urbana, l’implementazione di zone a basse e zero emissioni, e investimenti nel trasporto pubblico locale e nelle infrastrutture ciclabili.
Il biossido di azoto è l’unico inquinante in calo negli ultimi 5 anni, ma il 50% delle città resterebbe comunque fuori legge. Legambiente lancia la campagna itinerante Città2030, per sensibilizzare sul tema della mobilità urbana sostenibile e per chiedere città più vivibili.