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Piracy Shield, la fine del pezzotto è più vicina

Promette di oscurare entro 30 minuti dalla segnalazione i siti che trasmettono illegalmente le partite in streaming. Piracy Shield, la piattaforma nazionale anti-pezzotto donata dalla Lega Serie A all’Agcom, è pronta a scendere in campo contro un fenomeno che causa ogni anno oltre 300 mln di danni al calcio italiano. “Piracy Shield rappresenta un passo significativo nella lotta allo streaming illegale in Italia”, ci spiega Antonio Amati, direttore generale della divisione IT di Almaviva, il Gruppo leader in Italia nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

La Lega Serie A ha messo a punto Piracy Shield, la piattaforma nazionale che punta a oscurare in automatico i siti di streaming illegali. Ci spiega il funzionamento di questa tecnologia?

Da quanto riportato dai canali ufficiali, la piattaforma, che per ora opera esclusivamente a livello nazionale, riceve le segnalazioni di siti e risorse internet che stanno trasmettendo contenuti senza autorizzazione e le indirizza verso i provider nazionali aderenti per rendere tali destinazioni irraggiungibili. L’accesso alla piattaforma è limitato ai soli detentori dei diritti dei prodotti audiovisivi e agli operatori accreditati. Gli utenti autorizzati devono effettuare le segnalazioni con una motivazione dettagliata e prove legali per procedere con l’oscuramento. L’obiettivo è automatizzare questo processo e procedere al blocco del segnale illegale entro 30 minuti dalla segnalazione. È prevista una lista di siti leciti e funzioni per segnalare errori e procedere allo sblocco, ma non sono ancora chiare le modalità per richiedere questo sblocco poiché l’autorità competente sta ancora lavorando a un iter conforme alla legge antipirateria.

Crede che sarà uno strumento efficace?

Piracy Shield rappresenta un passo significativo nella lotta allo streaming illegale in Italia, ma servono misure complementari che estendano l’efficacia delle operazioni di irraggiungibilità anche oltre il perimetro nazionale, sia con accordi specifici tra le autorità competenti di altre nazioni, sia con servizi d’intelligence e strumenti tecnologici avanzati che garantiscano l’inibizione dei contenuti trasmessi illegalmente. La piattaforma pone le fondamenta per un futuro ancor più sicuro in termini di protezione dei diritti digitali. Se ne sentiva il bisogno, perché ad oggi gli attuali metodi hanno dimostrato dei limiti.

I siti illegali hanno continuato a proliferare nel corso degli ultimi anni, modificando spesso i loro domini e sfruttando piattaforme come Telegram per raggiungere gli utenti. Perché è così difficile contrastarli? 

La difficoltà nel contrastare lo streaming illegale può essere meglio compresa esaminando la complessità e la natura sfuggente di questo fenomeno. In primo luogo, la pirateria colpisce tutti i settori che distribuiscono contenuti digitali protetti da copyright, quindi un target molto ampio con grandi potenzialità finanziarie per i criminali. I profitti dello streaming illegale sono inoltre ottenuti anche attraverso una remunerazione derivante da banner pubblicitari distribuiti prima, dopo e durante le trasmissioni dei contenuti e altre tecniche di remunerazione, tramite app, basate sull’acquisizione d’informazioni personali presenti nei device degli utilizzatori. L’uso di piattaforme di messaggistica criptata, come Telegram, aggiunge un ulteriore livello di complessità poiché garantisce un certo grado di anonimato sia per chi gestisce le piattaforme sia per chi ne usufruisce. A incoraggiare la proliferazione di questi siti c’è anche la forte domanda di streaming gratuito da parte degli utenti finali. Un altro aspetto cruciale è la scelta dei criminali di operare da Paesi con leggi meno rigorose sulla proprietà intellettuale.

È possibile giocare d’anticipo, mettendo in campo azioni preventive oppure siamo destinati a rincorrere sempre i pirati dello streaming?

Sì, siamo in grado di affiancare e potenziare piattaforme come quella italiana con un servizio innovativo su scala globale di ricerca proattiva degli attori malevoli attraverso strategie avanzate di intelligence. I nostri servizi, basati sulla piattaforma Joshua CybeRisk Vision, consentono di condurre un’analisi continua su scala globale per contenere sul nascere le infrastrutture cloud che permettono lo streaming illegale, attraverso il monitoraggio continuo e con un approccio proattivo, operativo 24 ore su 24. Joshua consente di rilevare gli attori malevoli tramite metodologie di intelligence, analizzando tattiche, tecniche e procedure e monitorando le fasi di disattivazione delle infrastrutture cloud ospitate da ignari cloud services provider. La disattivazione avviene tramite il nostro servizio di takedown, che agisce su tutte le sorgenti cloud messe in campo dagli attori malevoli. Un approccio complementare a Piracy Shield, che consente di potenziare ulteriormente la lotta allo streaming illegale di contenuti protetti da copyright.

Gestione e analisi dei dati, metaverso, realtà aumentata, Nft, criptovalute. In che modo le nuove tecnologie digitali stanno entrando nel mondo del calcio?

Le nuove tecnologie consentono di migliorare l’engagement dei tifosi, la sicurezza dei servizi e il monitoraggio delle infrastrutture legate agli eventi calcistici. Il futuro imminente del calcio è fatto di stadi digitalizzati nel metaverso, integrazioni con realtà aumentata e virtuale per accrescere l’immersività degli eventi sportivi, strumenti di pagamento e autenticità evoluti basati su blockchain e AI per l’automazione e il miglioramento dei servizi verso tifosi e club. Tuttavia, l’espansione nel digitale richiede un impegno costante per mantenere elevati standard di sicurezza, tutela degli utenti, privacy e rispetto delle regole settoriali. È indispensabile adottare una strategia tecnologica basata sulla governance dei domini e dei servizi digitali, nonché sull’esperienza nell’integrazione di ecosistemi complessi, come quello calcistico. Questo è l’approccio che Almaviva adotta come partner tecnologico dei propri clienti. L’obiettivo resta la costruzione di soluzioni che siano autentiche opportunità, rispettando al contempo le normative vigenti anche nel contesto della Football Industry.

 

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