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Borgo Santandrea, destinazione da capogiro

Per chi da Amalfi (dista solo 3 chilometri) arriva via mare a Borgo Santandrea la vista è davvero da togliere il fiato. Bisogna alzare lo sguardo lungo tutti e novanta i metri di scogliera in cui è scolpito, per mettere a fuoco l’hotel nella sua interezza, una facciata disegnata da terrazze panoramiche, scale e ascensori (ben otto), che con il suo colore roccioso sembra quasi la sagoma di un castello di sabbia, di quelli che però neanche un’onda spazza via.

Sta qui infatti dagli anni ’60, eppure la sua bellezza è stata riscoperta solo di recente grazie alla visione della nuova proprietà ‒ sono le famiglie Orlacchio e De Siano, da tempo impegnate nel settore dell’ospitalità ‒ che ha chiamato l’architetto campano Rino Gambardella per rinnovare completamente questo luogo, tra le dimore di Relais & Châteaux dall’estate 2022.

Coniugando lo stile anni 50 con il design mediterraneo, l’estetica dell’albergo è tutta giocata su pavimentazioni geometriche frutto della collaborazione con gli artigiani di Cottovietri e Lucio Liguori, prevalgono le tonalità di blu e di bianco, mobili vintage e collezione di oggetti Made in Italy. Gli estimatori faranno sicuramente caso alla selezione di Molteni&C firmata da Gio Ponti o ai tavolini Attico progettati da Nicola Gallizia.

È vero che ci sono le suite con piscina a sfioro riscaldata e vista panoramica sull’orizzonte, ma nulla è paragonabile alla libertà che regala un tuffo in mare dalla spiaggia ciottolosa privata, vero e proprio gioiellino in Costiera Amalfitana, dove mettersi a proprio agio sorseggiando un Amalfi Coast Spritz, seduti a uno dei tavoli del Marinella Beach Club che sforna anche delle ottime pizze di tradizione napoletana.

Come nella migliore delle destinazioni di hôtellerie degli ultimi tempi, anche Borgo Santandrea può fregiarsi di un ristorante stellato, Alici, che lo scorso novembre ha ricevuto il macaron dalla guida Michelin sancendo così l’ottimo lavoro dello chef Crescenzo Scotti. L’ambita stella lui l’aveva già conquistata ai tempi del Therasia a Vulcano, e prima ancora si era perfettamente calato nella dimensione fine dining durante le esperienze a Le Calandre e Agli Amici. Dopo tre anni presso Il Flauto di Pan a Ravello è rimasto in Costiera per avvicinarsi a casa, Ischia. Se Scotti ha approfittato del periodo di chiusura stagionale per prepararsi a discutere la sua tesi di laurea triennale in ‘Gastronomia, ospitalità e territorio’ (prevista a giugno 2024), si farà trovare in forma smagliante per la riapertura del ristorante fissata per il prossimo 18 aprile (data che segna anche l’avvio della stagione per il Borgo).

La sua zuppa di cipolle di Montoro si conferma un grande classico in chiave gourmet, e non mancano altri omaggi al territorio, dalle alici di Cetara allo Sfusato Amalfitano presente in diversi piatti come nel risotto al limone candito e capperi di Maronti. La vera cartina al tornasole di questa esperienza resta comunque la colazione: in questi stessi ambienti, la magia accade nuovamente al mattino quando è lo stesso chef a dare il buongiorno agli ospiti mentre, a poche ore di distanza dal servizio serale, i banconi della cucina sono stati trasformati in tante isole felici in cui abbondano proposte dolci e salate (almeno cinque tipologie di pomodoro), e al pass si trovano sfogliati e pane fresco, con tanto di lievito madre in esposizione che riporta data e orario ‘di nascita’: si chiama O’ Mast ed è nato il 14 settembre 2023 alle ore 13:51.

Un primo pasto vista mare memorabile perché, oltre a interagire con il personale (affidatevi a Nicola Arpino: è lui the breakfast ambassador), riesce a soddisfare qualsiasi richiesta, dalle undici versioni di uova (new entry di quest’anno è la monachina: uovo sodo farcito con besciamella, panata e fritta) a un piatto di spaghetti. Un giorno, alle 10:30 del mattino, lo chef ha cucinato riso e piselli, true story.

Amalfi lemon experience

Non serviva di certo la propaganda di Stanley Tucci (ben venga, comunque) per promuovere questo tour della famiglia Aceto che con Salvatore è arrivata alla sesta generazione di agricoltori. A scelta tra diversi pacchetti, tutte le esperienze sono personalizzabili (dalle cooking class allo yoga sotto i limoni) e non prescindono da una visita sali-e-scendi tra filari gialli di Sfusato Amalfitano, Ovale di Sorrento, Santa Teresa e Zagara Bianca. Non si può andare via senza prima aver degustato un bicchiere della loro limonata.

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