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Educazione finanziaria e sport, cosa succede ‘Oltre il campo’

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“Il comparto dello sport italiano vale 100 mld di euro l’anno. C’è l’opportunità di creare tanti posti di lavoro, sempre che ci sia formazione. E che ognuno faccia la sua parte”. Parola di Giovanni Malagò, presidente del Coni, durante l’evento di presentazione del progetto ‘Oltre il Campo, educazione finanziaria per atleti e professionisti dello sport’, realizzato da Scuola Politica vivere nella comunità e Feduf (la Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio nata su iniziativa dell’Abi) presentato presso le Scuderie di Palazzo Altieri a Roma.

Il progetto

L’educazione finanziaria è al centro del progetto nato della collaborazione tra Feduf e Scuola Politica. Con ‘Oltre il Campo’, guidati da Luciano Canova, docente della Scuola Enrico Mattei e dell’Università di Pavia, gli studenti della Scuola Politica hanno approfondito le analogie (attraverso analisi e interviste pubblicate in un volume edito da WeInform e promosso da Fortune Italia) che testimoniano il ruolo di agente culturale che può avere lo sport.

oltre il campo
La cover del libro

Un progetto e un evento incentrati sul legame tra sport professionistico ed educazione finanziaria, e sulla possibilità di usare il primo come trampolino di lancio per la seconda, e viceversa. Uno scenario che si trova davanti l’ostacolo atavico della scarsa alfabetizzazione finanziaria italiana. “Il tema va affrontato in maniera sistemica, come fa Feduf, ma credo che come i tante questioni un ruolo importante lo debba avere la scuola”, spiega Beniamino Quintieri, presidente dell’Istituto per il credito sportivo – cioè l’unica ‘banca dello sport’ in Italia. “Mi piacerebbe che fosse introdotto uno spazio riservato a materie economiche nella scuola dell’obbligo. Roma non fu costruita in un giorno – e il problema dell’alfabetizzazione finanziaria non si risolve in poco tempo. Ma credo che in questo lo sport possa e debba avere un ruolo”, dice Quintieri.

 

L’opportunità per gli sportivi

L’educazione finanziaria è un’opportunità da sfruttare proprio per gli atleti, che spesso a fine carriera si ritrovano davanti a un futuro incerto. Basta guardare i numeri del calcio.

In totale i professionisti che militano in Serie A sono 566 con un ingaggio di circa 1,85 mln di euro a stagione. Cifre altissime rispetto a un normale cittadino, ma che non mettono al riparo dai rischi che arrivano a fine carriera per qualsiasi atleta. Gli economisti definiscono il fenomeno “picchi di reddito di breve durata”, che però possono essere difesi e protetti.

Il Presidente del Coni, davanti a una platea composta da professionisti ma anche da possibili dirigenti del domani – gli studenti della Scuola Politica – ricorda la storia di “Carlo Molfetta, ex campione di Taekwondo che ha studiato per anni e da qualche settimana è diventato direttore generale dei giochi del Mediterraneo, capitalizzando la sua esperienza di atleta. Questo è il punto centrale: la formazione è tutto, e non investire su questo è una follia”.

L’interesse per la formazione in ambito sportivo-manageriale intanto c’è: “Noi abbiamo fatto un master al Coni su queste materie per il quale c’è stata grande richiesta, abbiamo potuto acquisire solo il 10% delle domande”, dice Malagò.

Lo sport come agente culturale

Come l’allenamento nello sport, “l’educazione finanziaria dona tutti quegli strumenti che ci consentono di imparare a gestire le nostre risorse per ottenere risultati nel futuro a medio e lungo termine – secondo Stefano Lucchini, Presidente della Feduf – Vorrei ricordare che l’articolo 47 della nostra Costituzione recita ‘La Repubblica favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese’, e quindi l’educazione finanziaria è un insieme di competenze attraverso le quali questo diritto viene tutelato. Educazione finanziaria e sport sono in grado, dunque, di trasmettere modelli di vita e influire positivamente specie sulle giovani generazioni”.

Secondo Lucchini “disporre degli strumenti per la giusta tutela del proprio risparmio o dei propri investimenti corrisponde ad un interesse più generale, quello di una società che non deve perdere il benessere che ha faticosamente conquistato”.

“La conoscenza in generale e la cultura economica in particolare, sono indispensabili nella formazione di chi oggi vuole un ruolo attivo nella società, poiché sono risorse che scarseggiano e che consentono di trarre un vantaggio competitivo”, dice Marcello Presicci, Segretario generale della Scuola Politica Vivere nella comunità. Presicci spiega come lo sport stesso possa avere un effetto moltiplicatore sull’educazione finanziaria: “Lo sport è oggi parte integrante del nostro bagaglio culturale, ha quindi uno straordinario potenziale educativo”.

Tra sport e sostenibilità

Ritorna, quindi, sempre il tema della formazione. Che viene realizzata se ci sono gli investimenti necessari. Argomento particolarmente importante se dallo sport ci si sposta sulla sostenibilità ambientale. Ne ha parlato (intervistato da Massimo Lapucci – Vicepresidente Scuola Politica Vivere nella Comunità) Fabrizio Palermo, Ad e Dg di Acea, appena entrata a far parte del network della scuola. L’ex guida di Cdp evidenzia durante l’evento come il tema dell’acqua sia sempre più importante in un mondo dove “la costruzione di un cellulare consuma quanta acqua un uomo consuma in una vita”. O dove una singola domanda su ChatGpt “consuma mezzo litro d’acqua. Il nostro futuro economico dipenderà da disponibilità e qualità di questa risorsa. Gli Stati Uniti hanno lanciato un programma di svariati miliardi per investire sulla qualità dell’acqua, da noi se ne inizia a parlare ora”.

Il Ceo di Acea Fabrizio Palermo
Il Ceo di Acea Fabrizio Palermo

All’esigenza di investire e finanziare può rispondere anche il mercato privato, “attraverso le emissioni, che possono essere uno strumento utile”. Intanto, si deve lavorare, appunto, sulla formazione: “Noi proveremo con gli accordi con le università a creare corsi specialistici, serviranno nuove professionalità su questo mondo.

Benedetta Geronzi, responsabile Area Istituzionale FIGC, con Massimo Lapucci

Il legame tra sport e sostenibilità è testimoniato anche dall’implementazione delel strategie Esg da parte delle federazioni. Benedetta Geronzi, responsabile Area Istituzionale FIGC, ricorda che “la Uefa ha presentato nel 2021 la sua strategia di sostenibilità, invitando le federazioni ad adeguarsi entro il 2023. Un’opportunità colta anche da noi. La federazione a luglio scorso si è dotata di questa strategia, un punto di arrivo importante perché le federazioni non sono strutturate in questo ambito. Ma una strategia è efficace solo se si riesce ad attivare: da settembre ci siamo strutturati e abbiamo fatto incontri con tutti gli uffici della Figc, formato e comunicato ciò che entro il 2030 dovrà accadere” per gli obiettivi di sostenibilità della federazione.

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