Elon Musk continua a insistere sulla necessità che i lavoratori Tesla siano presenti in ufficio a tempo pieno e sta monitorando chi lavora in presenza ogni settimana.
La notizia del monitoraggio delle presenze arriva mentre Tesla deve affrontare le questioni relative alla logistica e al morale del personale con il ritorno al lavoro in ufficio.
Giovedì la Cnbc ha riferito che, a tre mesi dal ritorno al lavoro in presenza, la multinazionale capitanata da Musk sta lottando con problemi quali il sovraffollamento, la carenza di forniture per ufficio e il basso morale dei dipendenti.
In tutta l’azienda, circa il 10% dei dipendenti è stato assente dall’ufficio in una tipica giornata lavorativa, come risulta da documenti interni visionati dalla Cnbc.
Nel tentativo di garantire che i dipendenti rispettino l’ordine di lavorare in ufficio, Musk riceve rapporti settimanali dettagliati sull’assenteismo in azienda.
“Lo smart working non è più accettabile”
Secondo un’e-mail trapelata alla fine di maggio, il Ceo miliardario avrebbe dichiarato ai propri dipendenti che “lo smart working non è più accettabile”.
“Chiunque desideri lavorare da remoto deve essere in ufficio per un minimo (e intendo minimo) di 40 ore a settimana, altrimenti sarà costretto a lasciare Tesla”, ha detto Musk ai dipendenti nella nota.
Musk ha chiarito di non avere alcuna tolleranza per le richieste dei lavoratori di continuare a lavorare da casa a tempo pieno sostenendo che “dovrebbero fingere di lavorare da un’altra parte”.
Il mese successivo è emerso che i dipendenti Tesla erano tornati in ufficio e avevano scoperto che non c’erano abbastanza scrivanie o posti auto per accoglierli.
Secondo la Cnbc, prima della pandemia l’azienda accettava di buon grado il principio del lavoro a distanza e di conseguenza non ha costruito un numero sufficiente di nuovi spazi di lavoro o acquistato abbastanza forniture per ufficio per riaccogliere l’intera forza lavoro per quaranta ore alla settimana.
L’articolo originale è su Fortune.com