Dopo l’accordo politico firmato ieri, è stata sottoscritta dai sindacati l’ipotesi di Contratto nazionale sui principali aspetti del trattamento economico del personale del comparto Istruzione e Ricerca per il triennio 2019-21.
La firma nel pomeriggio in Aran con tutte le organizzazioni sindacali rappresentative. Al centro dell’intesa, la parte economica del Comparto Istruzione e ricerca 2019-2021, che interessa un milione e 232.248 dipendenti, di cui un milione e 154.993 appartenente ai settori scuola e Afam (compresi 850mila docenti) e 77.255 dei settori Università (con esclusione dei docenti) ed enti di ricerca.
“La firma di oggi è un traguardo fondamentale per la parte economica del contratto, che permetterà il prosieguo delle trattative sulla parte normativa e sugli ordinamenti professionali dei vari settori che compongono il comparto”, ha detto il presidente Aran, Antonio Naddeo, dopo la firma del Ccnl 2019-2021.
Nell’accordo è previsto un incremento del tabellare per tutti i dipendenti del comparto, nonché un incremento delle indennità fisse e ricorrenti. L’incremento medio lordo al mese per 13 mensilità per tutto il comparto è pari a 98 euro.
Per quanto riguarda il personale docente, gli incrementi medi lordi ammontano a 101 euro, pari a un incremento percentuale superiore al 4,2%.
Il Contratto consentirà la corresponsione di arretrati per 2.362,49 euro medi per tutto il personale della scuola (per i docenti l’ammontare è di 2.450 euro medi). Gli arretrati e i benefici saranno erogati entro fine anno, precisa l’Aran, sulla base dell’impegno del Governo.
“A questo primo accordo faranno seguito, oltre al contratto per la parte normativa, le integrazioni per la parte economica previste dall’accordo politico firmato ieri, con l’impegno del ministro per l’Istruzione e Merito, Giuseppe Valditara, a reperire le risorse aggiuntive in legge di Bilancio per il 2023. Ringrazio tutti i sindacati per il positivo e proficuo apporto per la chiusura del Contratto”, ha concluso Naddeo.