La necessità, si sa, aguzza l’ingegno e in tempo di Coronavirus diventa ancora più importante sfruttare al meglio quello che la tecnologia mette a nostra disposizione. Gli ospedali, i più sovraccaricati in questa fase, si trovano a dover fronteggiare la carenza di dispositivi medicali. Lo stesso è successo all’Ospedale di Chiari (Brescia) ventutosi a trovare in emergenza a causa delle valvole per i respiratori della terapia intensiva. Ed è qui che entra in gioco Massimo Temporelli, una passione per la tecnologia da oltre 20 anni, entrepeneur e divulgatore scientifico per Rai Scuola e Rai Cultura.
La direttrice del Giornale di Brescia lo ha contattato spiegando l’emergenza che stava attraversando l’ospedale: valvole per le maschere non si trovano e quelle che sono in circolazione arriverebbero troppo tardi. In brevissimo tempo, Temporelli si è attivato e ha trovato un fablab della zona, diretto dall’ingegner Cristian Fracassi. Con un campione a disposizione ha riprodotto la valvola con una stampante 3D in decine di esemplari, rese disponibili all’ospedale in pochissime ore. Perfettamente funzionanti.
Il tutto, solo all’apparenza molto semplice, sì è dovuto misurare anche con i (giusti) divieti di spostamento, per questa la scelta di un laboratorio vicino all’ospedale. La solidarietà però non si è fermata qui. E’ entrato in azione un network di makers e di fablab su tutto il territorio nazionale. In molti si sono detti disponibili a condividere le loro tecnologie per riprodurre pezzi di dispositivi sanitari in 3D per le strutture in prima linea nella lotta al virus.
Un’organizzazione veloce ed efficace che ha varcato anche i confini nazionali, tanto che il modello tridimensionale STL è stato richiesto per rifornire anche gli ospedali in Spagna costretti a vivere un’emergenza nell’emergenza.
