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Alitalia, sì di Fs. Di Maio: newco anche con Mef

Biglietto unico aereo-treno Alitalia-Fs? Una realtà le cui fondamenta potrebbero cominciare a essere costruite entro fine mese. Per il futuro di Alitalia prende forma il progetto di realizzare una ‘newco’ partecipata anche da Ferrovie: “Arriveremo alla scadenza del 31 ottobre con una manifestazione di interesse con offerta vincolante o comunque con una manifestazione di interesse seria e concreta”, afferma il vicepremier Luigi Di Maio, in prima pagina sul Sole24Ore. E a fine giornata, si viene a sapere che la risposta di Ferrovie è stata tempestiva: FS Italiane, infatti, “ha presentato oggi pomeriggio una manifestazione di interesse per Alitalia. Tale manifestazione, necessaria per analizzare al meglio il dossier relativo all’azienda, non è in questa fase vincolante”, si legge in una nota.

Al termine dell’incontro con i sindacati, Di Maio aveva ribadito di voler rispettare la scadenza. “Entro il 31 ottobre deve arrivare un’offerta vincolante e il nostro obiettivo e’ rispettare quella data”. Ma un’altra partecipazione, quella al “15% del Mef”, data per scontata da Di Maio, non sembra trovare d’accordo il Ministro dell’economia: “Io non ne ho parlato”, ha detto Tria.

La sinergia con Fs “permetterebbe innanzitutto l’intermodalità: si potrebbe lavorare al biglietto unico treno-aereo. Un turista, quando arriva in Italia, potrebbe spostarsi in tutto il Paese”, afferma il pentastellato che, proprio questa mattina, incontra i sindacati di Alitalia per discutere quelli che saranno i contenuti della proposta. “Il trasporto aereo e quello ferroviario non possono essere sganciati, abbiamo allo studio una newco e confidiamo a breve di realizzarla”. L’ingresso di Ferrovie” in Alitalia, “in questo senso, permetterebbe ad esempio di lavorare al biglietto unico treno-aereo”, aggiunge il premier.

Si tratterà, spiega Di Maio, di una “newco dalla dotazione iniziale tra 1,5 e 2 miliardi, partecipata intorno al 15% dal ministero dell’Economia, grazie alla conversione in equity di parte del prestito-ponte da 900 milioni concesso dal precedente governo” e per il resto “da Ferrovie e da un importante partner tecnico internazionale. Vogliamo consentire ad Alitalia non solo di ripartire, ma di renderla strategica nell’offerta turistica italiana”, afferma. Il piano prevede inoltre un’altra società dedicata al noleggio e all’acquisto dei velivoli, che potrebbe essere finanziata da Cdp. Ma alle parole del Vicepremier fa seguito la smentita, secca, del collega all’economia: “Io penso che delle cose che fa il Tesoro debba parlarne il Ministro dell’Economia. Io non ne ho parlato”, ha affermato Giovanni Tria.

Per Alitalia “non immaginiamo uno Stato con una quota superiore al 15-20%: staremo in linea con le partecipazioni” che hanno altri Stati europei. Così è intervenuto sull’argomento il sottosegretario ai trasporti Armando Siri, escludendo l’idea di arrivare al 51% come indicato in passato dal ministro Toninelli. “Potremo stare tra il 15-20%, l’importante è che ci sia un piano industriale sostenibile che dia prospettive per il futuro: non vogliamo soluzioni posticce, ma una soluzione seria e industriale”. Secondo Siri oltre a Fs e Cdp anche altre aziende di Stato “sono state contattate. Ora attendiamo le loro valutazioni”. Siri si augura “un esito positivo, e le ringraziamo molto per l’interesse costruttivo”.

Il sottosegretario risponde anche a Tria: “noi stiamo facendo ciò che è scritto nel Contratto di Governo e sarebbe bene che tutti noi lo mettessimo sulla scrivania come memo, così eviteremmo di rimanere stupiti di cose ben indicate e all’ordine del giorno”. La soluzione “che si sta prospettando è all’ordine del giorno ed è uscita già da giorni attraverso indiscrezioni”, ha spiegato Siri, “è una questione di cui si è parlato”. “Noi come ministri competenti abbiamo lavorato alacremente per una soluzione che coinvolgesse partner industriali nel perimetro delle società pubbliche, senza escludere un socio industriale straniero”, ha detto Siri, sottolineando che “abbiamo un’urgenza”, la scadenza di fine mese. “Con Tria penso non ci saranno problemi, ci siederemo tutti al tavolo per collaborare fattivamente insieme per l’obiettivo del Contratto di Governo”, ha aggiunto.

Una newco implica una bad Company? “Dovrà depurarsi di tutto quello che non ha funzionato”. “Non confermo e non smentisco”, risponde Di Maio su possibili partner come China Eastern e Delta. Anche Eni, Poste o Leonardo, aggiunge, “se vogliono dare una mano su alcuni asset sarebbe interessante”. Alla domanda su da chi potrebbe arrivare dunque la manifestazione di interesse entro fine mese, Di Maio conclude: “Le ipotesi sono due. O da un solo soggetto, che potrebbe essere la stessa Ferrovie, oppure da più soggetti, a partecipazione pubblica e privati, che si mettano insieme. Abbiamo venti giorni. Adesso è il momento di concretizzare per tutti gli interessati. E dai primi di novembre ci si potrà mettere al lavoro sulla Newco e sulla definizione degli ulteriori profili dell’operazione. Senza procrastinare. Il cronoprogramma è fatto, lo schema c’è”.

Stamattina intanto si è tenuto l’incontro tra il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, e i sindacati sul futuro di Alitalia. Al tavolo stati convocati i leader confederali di Cgil, Cisl e Uil oltre, quelli di categoria (Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti) oltre che le associazioni dei piloti.

Per Alitalia andrà elaborato un piano a lungo termine e il ministro dello Sviluppo e del Lavoro, Luigi Di Maio, si impegnerà a una tutela più ampia e possibile dell’occupazione. Lo ha detto lo stesso Di Maio nell’incontro con i sindacati su Alitalia in corso al Mise, secondo quanto riferiscono fonti sindacali.

Al termine dell’incontro con i sindacati, il vicepremier pentastellato ha precisato che tra i potenziali partner interessati “stiamo avendo disponibilità anche da compagnie comunitarie“, che quindi potrebbero superare il limite del 49% del capitale per quelle extra-Ue. Ma “nessuna svendita a compagnie straniere – precisa il vicepremier Matteo Salvini – nessuno spreco come in passato, nessuno spezzatino ma una serio piano di rilancio come quello preparato dal governo. Avanti così”.

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