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Vintag, l’app del vintage su cui ha scommesso Piquadro

Dai mercatini dell’usato alle app per svuotare gli armadi dalle cose vecchie, tutto quello che passa sotto la definizione di vintage sta vivendo un momento d’oro. Bisogna fare subito una distinzione, però. Perché sebbene il mercato della cosiddetta second-hand economy, cioè degli oggetti usati, abbia segnato negli ultimi anni trend di crescita a doppia cifra (dal 2016 al 2017, è cresciuto dell’11%, secondo i dati Doxa), il vintage da cui sembra che il mondo della moda sia rimasto ipnotizzato, è ben altra cosa. Mentre per quanto riguarda l’usato è una questione di riciclo, ed il valore delle cose scende, nel caso di abbigliamento firmato, accessori provenienti dalle grandi case di moda e arredamento di design, il valore cresce esponenzialmente.

Se una volta per vendere il proprio usato bastava eBay – piattaforma pioniera del settore – oggi si può scegliere tra una costellazione di app e siti specializzati nel vendere usato ‘di valore’, ovvero accessori e arredamento vintage che trovano un nuovo posto nella lista dei desideri dei consumatori, puntando su una caratteristica speciale: la scarsità. Sono fuori commercio, sono introvabili, appartengono ad edizioni limitate. Magari negli anni in cui li hanno prodotti sono stati dei clamorosi flop, e quindi ne hanno messi in circolazione pochi pezzi, per cui oggi sono rarità da museo. Oppure sono stati il simbolo di un’epoca, che oggi torna in voga: basti pensare alla celebre ‘Saddle Bag’ di Dior, la borsa a forma di sella che spopolava nei primi anni 2000, e che è tornata di moda facendo schizzare il mercato del re-sell, cioè della seconda mano: secondo il sito di vintage Vestiaire Collective, la Saddle è stata la più venduta sul sito negli ultimi sei mesi.

In questo quadro si inserisce l’investimento dell’azienda Piquadro (che detiene i brand The Bridge, Lancel e Piquadro) in Vintag, una startup nata da appena un anno. La startup ha sviluppato un’app dedicata al mondo del vintage, in tutte le sue forme: si trovano televisori e borse, lampade e occhiali, libri e riveste. L’azienda ha sede a Bologna ed è stata fondata a partire da un’idea della 36enne Francesca Tonelli: “Sin da piccola sono stata appassionata di oggetti che rappresentano icone del passato. Ciò che da sempre mi affascina di questo mondo è l’idea di non perdere quello che oggi chiamano ‘heritage’ specie per il Made in Italy, di mantenere viva la bellezza di eccellenze passate” spiega Tonelli a Fortune Italia.

A un anno dal lancio dell’app, sono oggi quasi 20.000 gli utenti attivi cioè le persone che si sono registrate e che interagiscono, secondo i numeri dell’azienda. Circa 70 mila sono gli oggetti in vendita, “con prezzi variabili da 1 euro per gli articoli meno costosi come un bottone vintage, a 22 mila euro per una borsa Kelly di Hermes, l’articolo di maggior valore. Non mancano articoli curiosi e unici come lampade industriali, oggetti che sono icone del design, di Fornasetti, Sottsass, Giò Ponti insieme a flipper o juke box anni ’50 o anche Vespa anni ’60 e una Chevrolet Camaro del 1979”.

Piquadro ha creduto nella startup e l’ha scelta per il suo ‘MyStartupFunding Program’, un programma di open innovation con il quale l’azienda premia progetti imprenditoriali innovativi e tecnologici nell’ambito del settore della valigeria. Il programma prevede un grant composto da un totale di 100 mila euro, per le startup selezionate, ed un percorso di accelerazione in Silicon Valley. Secondo Tonelli, “lo stesso interesse che Marco Palmieri insieme al Gruppo Piquadro ha dedicato a marchi storici come The Bridge e Lancel, ora lo ha avuto anche per Vintag. Per noi è un onore e una opportunità. Siamo entusiasti di collaborare con un grande imprenditore, è un’occasione sia in termini di risorse per crescere sia di capacità. E, non neghiamolo, di visibilità”. Vintag può contare anche sul sostegno del fondo di venture capital Hatcher+: “Avevamo già nel capitale Fashion Technology Accelerator e Hatcher +, che con sede a Singapore ha scelto Vintag come primo investimento in Italia. Ora con Piquadro, Marco Palmieri in particolare, avremo un’ulteriore possibilità appoggiandoci ad una figura di grande esperienza conoscenza e capacità imprenditoriale, di cruciale importanza per la crescita del nostro progetto”.

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