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Il 30% del lavoro arriverà da green e digital transformation

Bisognerebbe renderne obbligatoria la lettura a insegnanti e formatori, a famiglie e ragazzi: il report presentato da Unioncamere,“La previsione dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine, 2019-2023”, è la miglior guida oggi disponibile per orientarsi e orientare nella scelta del percorso di studio e formativo dei giovani. E per evitare in futuro quel che accade oggi, e cioè che un quinto delle figure professionali richieste dalle imprese e dalla Pubblica Amministrazione siano di difficile reperimento, che l’offerta e la domanda di lavoro fatichino a incontrarsi.

Elaborato attraverso il Sistema Informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal, l’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro, il report è prezioso perché indica in quali settori si concentrerà l’offerta di posti di lavoro e quali saranno i profili e le competenze maggiormente richieste nei prossimi cinque anni, pur in presenza di una volatilità dell’andamento dell’economia che potrebbe cambiare ancora il quadro.

Il sistema stima che nei prossimi cinque anni il fabbisogno occupazionale totale in Italia oscillerà tra 2.725.550 e 3.029.800 unità, a seconda che la crescita del Pil si attesti attorno a una media dello 0,7% (come indica il Fondo Monetario Internazionale) oppure attorno all’1% (la previsione del governo), tra nuovi posti di lavoro creati dalla crescita e turnover fisiologico (pari a oltre i quattro quinti del totale).

Il primo dato che balza agli occhi è che la Digital Transformation – le trasformazioni indotte dalla rivoluzione digitale – e l’Ecosostenibilità (risparmio energetico e green economy) avranno un peso assai rilevante nel caratterizzare l’occupazione futura, arrivando a coinvolgere il 30% dei lavoratori di cui l’economia avrà bisogno. Imprese private e PA ricercheranno tra 270.000 e 300.000 lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali o connesse a “Industria 4.0”: fra le figure emergenti ci saranno gli esperti nell’analisi dei dati, nella sicurezza informatica, nell’intelligenza artificiale e nell’analisi di mercato, ovvero Data Scientist, Big Data Analyst, Cloud Computing Expert, Cyber Security Expert, Business Intelligence Analyst, Social Media Marketing Manager, Artificial Intelligence Systems Engineer.

Sempre nel prossimo quinquennio le imprese italiane ricercheranno tra i 518.000 e i 576.000 addetti con competenze green per cogliere al meglio le opportunità offerte dall’“economia circolare”, sia figure altamente specializzate che tecnici, impiegati, operai e artigiani: l’esperto in gestione dell’energia, il chimico verde, l’esperto di acquisti verdi, l’esperto del marketing ambientale, l’installatore di impianti a basso impatto ambientale sono alcuni esempi di green jobs tra i più richiesti.

Oltre un quarto del fabbisogno sarà poi attivato dalle assunzioni in cinque filiere: salute e benessere (tra 362mila e 381mila: medici, infermieri, fisioterapisti e tecnici di laboratorio); educazione e cultura (tra 140 e 161mila: docenti, progettisti di corsi di formazione, traduttori, progettisti e organizzatori di eventi culturali, esperti in comunicazione e marketing dei beni culturali); meccatronica e robotica (69-83mila: tecnici per l’automazione e i sistemi meccatronici, per la gestione e manutenzione ed uso di robot industriali, progettisti di impianti industriali e addetti alla programmazione di macchine a controllo numerico); mobilità e logistica (85-98mila: magazzinieri e responsabili di reparto, controllori del traffico aereo, navale e ferroviari, conducenti di mezzi pesanti) ed energia (40-43mila: tecnici della produzione di energia elettrica, addetti ai controlli chimici e conduttori di impianti di recupero e riciclaggio dei rifiuti e trattamento e distribuzione acque).

Ancora più nel dettaglio i settori manifatturieri che esprimeranno il maggior fabbisogno occupazionale saranno l’industria della fabbricazione di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto (83-95mila unità), le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (54-66-mila), l’industria alimentare, bevande e tabacco (47-50mila) e infine il comparto tessile, abbigliamento, pelli e calzature (35-46mila). Tra i servizi i principali settori saranno commercio e riparazioni (400-440mila), la sanità e assistenza sociale (363-383mila), i servizi avanzati di supporto alle imprese (295-300mila) e turismo e ristorazione (251-262mila).

Venendo al titolo di studio, i laureati e i diplomati dovrebbero rappresentare il 61% del fabbisogno totale, il 54% nel settore privato e il 96% nel settore pubblico. L’analisi dell’evoluzione del sistema della formazione di secondo livello e universitaria prospetta una possibile carenza di offerta di laureati (che potrebbe essere colmata attingendo allo stock di disoccupati) e, viceversa, un surplus per i diplomati.

I laureati maggiormente richiesti saranno quelli dell’indirizzo economico-statistico (159-174mila), seguiti dai laureati dell’indirizzo medico-sanitario (141-151mila) e da quelli dell’indirizzo ingegneria (115-127mila). Per i diplomati gli indirizzi di studio più gettonati saranno amministrazione-finanza (284-315mila), industria e artigianato (184-212mila) e turismo (78-83mila).

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