NF24
Cerca
Close this search box.

L’Italia rischia una crisi greca. Con conseguenze peggiori

salvini debito ue

Di Geoeffrey Smith – La debolezza cronica e potenzialmente fatale dell’eurozona sta per essere nuovamente esposta. La coalizione populista in Italia è in rotta di collisione con l’Unione Europea, visto che il suo leader di fatto, Matteo Salvini, cerca di sfruttare la sua vittoria alle elezioni del Parlamento europeo rovesciando le regole di spesa adottate dall’eurozona dopo essere stata quasi distrutta dalla crisi del debito di 10 anni fa. Salvini ha anche chiesto che la Bce adotti un corso nuovo e radicale, che la costringerebbe a sottoscrivere il crescente debito italiano.

È uno sviluppo importante, perché rappresenta una sfida sfacciata e aggressiva all’autorità dell’Ue, simile alla Brexit del Regno Unito o alle mosse della Polonia o dell’Ungheria per limitare l’indipendenza della magistratura. Tuttavia, a differenza di questi atti di sfida, quello italiano proviene da uno dei suoi membri fondatori, uno che – a differenza del Regno Unito o dell’Ungheria – si è sempre visto come parte del nucleo indivisibile dell’Europa moderna.

In sostanza, Salvini sta preparando l’Italia per una replica della crisi del debito greco, affermando il diritto dell’Italia a spendere liberamente anche se, come ogni membro della zona euro, non ha il diritto di stampare denaro per pagare i propri debiti. Il livello elevato e crescente del debito in Italia la rende estremamente vulnerabile a qualsiasi rialzo dei tassi di interesse o alla perdita di accesso ai mercati finanziari. Ciò significa che è un candidato plausibile per il default, proprio come lo era la Grecia. Solo che, questa volta, la posta in gioco è ancora più alta.

L’Italia è un peso massimo

Con oltre 60 milioni di persone, l’Italia rappresenta il 18% della popolazione della zona euro e circa il 16% del suo prodotto interno lordo. Il suo debito sovrano di più di 2300 miliardi di euro (2500 miliardi di dollari) è il terzo più grande al mondo dopo quello degli Stati Uniti e del Giappone, 10 volte più grande di quello greco. Anche come percentuale del Pil, i debiti dell’Italia sono più alti ora – a più del 132% – di quelli della Grecia prima della sua crisi. E, anche se gli stranieri detengono solo un quarto di quel debito, secondo i dati della Banca d’Italia, l’economia italiana è fortemente interconnessa con il resto dell’Europa, specialmente la Francia.

Un’uscita italiana dalla zona euro comincerebbe, con ogni probabilità, con la Bce che rifiuta di accettare obbligazioni italiane come garanzia per i prestiti. Ciò, a sua volta, costringerebbe lo Stato italiano a emettere una nuova moneta per consentire la riscossione delle imposte e il pagamento delle retribuzioni e delle pensioni del settore pubblico. Se ciò dovesse accadere, l’abbandono dell’Italia dal blocco valutario causerebbe sconvolgimenti molto più grandi, a livello mondiale, di quanto avrebbe potuto fare un abbandono greco.

Le autorità europee non hanno perso tempo a rispondere. Il capo della banca centrale finlandese Olli Rehn, un ex commissario europeo che vuole succedere a Mario Draghi come presidente della Bce alla fine di quest’anno, ha detto che il piano di Salvini per le garanzie sul debito è stato ‘vietato’, in linea di principio (curiosamente non ha citato il divieto ancora più chiaro di tali politiche nel trattato Ue).

Le agenzie di stampa hanno riferito che la Commissione europea ha inviato a Roma una lettera, un preliminare formale a un processo ( la procedura per deficit eccessivo) che potrebbe teoricamente portare l’Europa a multare l’Italia per una cifra fino a 4 miliardi di dollari, anche se solo dopo mesi di trattative.

Salvini è spaventato?

È improbabile che la cosa preoccupi Salvini, che ha il vento in poppa dopo che la quota di voti del suo partito nelle elezioni del Parlamento europeo è raddoppiata, rispetto al 17% delle elezioni nazionali dello scorso anno. Salvini ha trascorso la settimana vantandosi su Facebook di come intende spazzare via le “regole vecchie e obsolete” dettate da Bruxelles, ridando fiato a un’economia destinata a crescere solo dello 0,2% quest’anno, e dove più di una persona su dieci è ancora senza lavoro.

“Voglio un’Italia che cresca”, ha detto lunedì. “E per 10 anni, regole europee assurde hanno solo portato a un aumento del debito e della disoccupazione”.

La strategia di Salvini si fonda sulla prospettiva che l’Italia esca dall’unione monetaria, che causerebbe il più grande default nella storia poiché le banche italiane non potrebbero più rifinanziare centinaia di miliardi di euro in debiti verso la Bce: una prospettiva sufficiente a spaventare l’Europa e a costringerla a concedere di più.

Non sorprende come sia stato il mercato obbligazionario a spaventarsi per primo. Il premio che gli investitori richiedono per mantenere i titoli del debito italiano a 10 anni, piuttosto che le solide obbligazioni tedesche, è salito a 2,80 punti percentuali, più del doppio rispetto a prima dell’ascesa al potere di Salvini, lo scorso anno.

Una storia che si ripete

Negli ultimi anni, ripetutamente, il mercato ha visto altri politici europei provare e fallire nel trasformare una debolezza strutturale in una risorsa negoziale nei confronti dell’Ue.

L’ex ministro delle finanze della Grecia, Yanis Varoufakis, aveva anche sostenuto come il suo paese dovesse sfruttare la prospettiva di una rottura della zona euro per spaventare il resto del blocco e portarlo al compromesso.

E i sostenitori della Brexit hanno detto per anni che il cronico deficit commerciale del Regno Unito con l’Ue costringerebbe l’Europa ad abbandonare le sue regole del mercato unico per garantire il continuo accesso delle imprese europee a quello britannico.

Varoufakis è stato costretto a dimettersi dopo che il popolo greco ha respinto la sua scommessa in un referendum, ma non prima di contribuire ad estendere la recessione della Grecia di un altro paio di anni. Nel frattempo, gli ardenti negoziatori della Brexit non sono riusciti a lasciare un graffio sull’integrità del mercato unico. La sterlina, nel frattempo, ha perso quasi il 15% del suo valore. A Salvini servirà qualcos’altro, oltre al suo arsenale (una popolazione sempre più anziana e un’economia stagnante) per emergere vincitore dallo scontro.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.