Un bilancio nero quello registrato da Lufthansa il cui utile è crollato del 70% in questo secondo trimestre. Ulrik Svensson, direttore finanziario di Lufthansa, ha spiegato che i risultati “sono penalizzati dalla forte concorrenza europea” da parte delle compagnie low-cost. Ma il calo sarebbe riconducibile anche all’aumento dei costi di esercizio, così come ai conflitti commerciali.
L’utile è stato pari a 226 milioni, facendo passare in rosso il risultato netto del semestre con una perdita di 116 milioni (a fronte di un utile di 713 milioni nel 2018), appesantito da un fondo per rischi fiscali di 340 milioni. Il risultato risulta al di sotto delle stime degli analisti.
Il gruppo ha confermato i risultati annuali, che aveva già ridimensionati a giugno, e prevede un margine operativo compreso tra 5,5% e 6,5% contro il 7,9% del 2018 e un utile operativo tra 2 e 2,4 miliardi. “Partiamo dal principio che il mercato europeo resterà difficile almeno fino a fine anno“, ha aggiunto Svensson.
L’Ebit adjusted è diminuito del 25% a 754 milioni nel secondo trimestre e il margine è calato di 4,2 punti al 5,1%. Nel primo semestre i costi di Lufthansa, Swiss e Austrian Airlines sono diminuiti dello 0,2%. Anche l’aumento dei costi del carburante ha pesato, con un fattura da 1,8 miliardi, il 16% in più del secondo trimestre 2018.
La divisione cargo ha, poi, risentito dei conflitti commerciali: l’Ebit adjusted va giù dell’88% a 15 milioni, in relazione “alla caduta della domanda sulle rotte Europa-Asia”.
Le cose non vanno meglio per la low cost interna Eurowings: ha un Ebit adjusted di -273 milioni nel primo semestre contro -220 milioni del 2018. Lufthansa vuole renderla nuovamente competitiva, dopo la costosa operazione con Air Berlin, ma il ritorno all’attivo annunciato inizialmente per quest’anno slitterà al 2021, accompagnato da un taglio dei costi del 15% entro il 2022.
