Solo cinque giorni per arrivare a un accordo per la formazione del nuovo governo: nuove consultazioni martedì prossimo, per trarre le conclusioni ed assumere le conseguenti decisioni. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella concede il tempo chiesto per “sviluppare il confronto” necessario a “raggiungere un’intesa in Parlamento per la formazione di un governo”. Ma avverte: la crisi “va risolta all’insegna di decisioni chiare e in tempi brevi” e in mancanza delle condizioni necessarie a un accordo, “il ricorso agli elettori è necessario se il Parlamento non è in grado di esprimere una maggioranza”.
Nelle parole del Presidente della Repubblica c’è tutta la tensione di una situazione che, evidentemente, è ancora piuttosto confusa. Il Capo dello Stato puntualizza che “alcuni partiti hanno avviato iniziative” per arrivare a un’intesa e che “anche da parte di altre forze politiche” è stata manifestata “la possibilità di ulteriori verifiche”, ricordando però che la crisi si è aperta “con una dichiarata rottura polemica del rapporto tra i due partiti che componevano la maggioranza“.
Mattarella ha fatto riferimento “al dovere ineludibile di non precludere l’espressione di una maggioranza in Parlamento”. Ma ha anche ribadito con forza la sua posizione: o si arriva a un governo di legislatura, con un accordo solido, o si torna alle urne, anche se lo scioglimento delle Camere “è una decisione da non assumere alla leggera dopo poco più di una anno di vita della legislatura”. Serve un governo ‘vero’ perché lo richiedono “il ruolo che l’Italia deve avere” in Europa, a maggior ragione in questa fase, e “le incertezze politiche ed economiche a livello internazionale”.
