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I vostri collage di Instagram sono a rischio privacy

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Se usate i social, ve ne sarete accorti: in questi giorni la vostra bacheca si è improvvisamente riempita di post-collage con le migliori foto del 2019. Il bisogno di fare bilanci negli ultimi giorni dell’anno non sembra risparmiare proprio nessuno. D’altronde ripercorrere i momenti più interessanti dell’anno può anche essere un esercizio divertente. Molte app offrono di default opzioni per creare “riassunti” di fine anno, oppure tool per comporre video-ricordo (vedi Facebook). Snapchat ha proprio inserito un servizio per un collage di fine anno. Eppure il social per eccellenza della condivisione delle foto non ce l’ha. Instagram non ha un tool per la creazione di collage di fine anno, così, chi li vuole creare, deve ricorrere ad app e strumenti esterni. E qui iniziano i rischi per la privacy.

L’app originale che si è inventata il collage con le 9 foto da condividere su Instagram si chiama Top Nine for Instagram, ed è stata creata nel 2015 da un’azienda che si chiama Beta Labs. Funziona così: chiede all’utente di Instagram di avere l’accesso di sola lettura sull’account in questione per creare una composizione delle nove foto che, durante l’anno, hanno avuto il maggior numero di like o interazione. Insomma, le foto che si presume possano rappresentare al meglio i momenti salienti del 2019. Un’idea semplice, che ha avuto tuttavia una grande diffusione (basta vedere in quanti hanno condiviso il collage). Il problema è proprio questo: l’app ha avuto così tanto successo da spingere un gran numero di imitatori a sviluppare tool simili, dal sound che confonde: top 9, best 9 app, i migliori 9, ecc…

Non tutte queste app, però, hanno uguale rispetto per la privacy degli utenti, e possono costituire un grande rischio per i dati, soprattutto se, nella fretta di condividere il proprio collage, non si fa attenzione a quale tool si sta usando per crearlo. L’app originale di Beta Labs chiede agli utenti di fare il log-in su Instagram per accedere alle proprie foto senza chiedere direttamente password e credenziali, e soprattutto senza chiedere l’accesso alla library delle foto sul dispositivo: è lo stesso Instagram a gestire il processo di autenticazione. In questo modo l’app può avere accesso solo alle foto condivise sull’account. Molte altre app-imitazione, invece, funzionano in modo diverso, chiedendo l’accesso diretto al vostro account Instagram, quindi alla vostra password e anche, eventualmente, all’intera libreria di foto sul vostro telefono. Offrire un accesso così ampio ad app che tutto sommato si servono del nome di un’altra app per diffondersi è certamente un rischio.

Tanto che la stessa Beta Labs ha pubblicato un post per avvertire tutti gli utenti dei rischi sulla sicurezza in cui possono incorrere affidandosi ai “cloni”: “A Beta Labs consideriamo la sicurezza la privacy molto seriamente. Abbiamo lanciato la Top Nine nel 2016, avviando un grande trend che è andato crescendo esponenzialmente anno dopo anno. Ogni dicembre milioni di utenti Instagram, influencer e celebrities usano la nostra app per condividere i loro migliori momenti dell’anno. La vitalità dell’app ha causato decine di imitazioni e molti credono di scaricare la nostra app mentre invece stanno usando un clone. Pubblichiamo questo articolo per rendere le persone consapevoli dei vari rischi in cui gli utenti possono incorrere usando i cloni di Top Nine, con l’esposizione potenziale di milioni di account Instagram”. Il post, poi, ricorda che l’app originale non richiede la password se l’account Instagram è pubblico (perché dovrebbe, se si tratta solo di accedere alle foto già pubblicate?) e che i cloni potrebbero nascondere la Url da dove vi stanno chiedendo di loggarvi.

Tuttavia anche nel mondo delle app e dei social gratuiti, nulla è senza prezzo e la merce di scambio sono i dati: la stessa Top Nine vi chiede un indirizzo email, che non sarebbe necessario per la creazione del collage. Ma verrà usato, a quanto dice la privacy policy, “per comunicazioni future su servizi che potrebbero essere di vostro interesse”.

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