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Una startup da 450 anni: la storia della famiglia Sella

Sella

Le prime tracce delle imprese della famiglia Sella risalgono al 1570: da allora, 450 anni di storia che partono dal tessile e arrivano al Fintech. Nell’albero genealogico, un ministro delle Finanze (Quintino) e una serie di generazioni di industriali e banchieri. Si parte dalla lana, si aggiunge l’azienda agricola, con il vino, e a metà ‘800 arriva la banca. Innovazione, nuove sfide. Ma anche continuità, perché tutti e tre i settori vedono la famiglia ancora attiva

La versione completa di questo articolo, a firma di Fabio Insenga, è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio.

Ivan il terribile si macchia del massacro di Novgorod; l’assassinio del re Giacomo Stewart causa la guerra civile in Scozia; Papa Pio V scomunica la regina Elisabetta I di Inghilterra. Il 1570 è un anno di conflitti e di avvenimenti che segnano svolte epocali. A Biella, Bartolomeo Sella e suo figlio Comino operano come imprenditori nel campo tessile, facendo produrre tessuti dagli artigiani della lana e finanziando gli imprenditori della comunità locale. È nella Valle di Mosso che ha origine l’attività imprenditoriale di una famiglia che, dopo 450 anni, è alla guida di un gruppo bancario all’avanguardia nell’open banking e nel Fintech. Storia di impresa, e di capitalismo familiare, che trova una sintesi efficace nelle parole di Pietro Sella, attuale amministratore delegato del Gruppo: Siamo una startup da 450 anni”. Ci sono, in particolare, degli snodi lungo la storia che rappresentano delle discontinuità importanti. Il primo risale al 1815. Pietro Sella (stesso nome, antenato dell’attuale Ad), dopo un viaggio in Inghilterra dove ha fatto l’operaio tessile per capire come funzionano le macchine per la lavorazione, acquista dall’inventore e imprenditore William Cockerill, che aveva aperto un’officina di produzione di macchinari tessili in Belgio, alcuni esemplari diversi. Per ogni modello importato, Pietro Sella ne riproduce altri due e nel 1817 ottiene le patenti dal Re di Sardegna per utilizzarle. È l’avvio della rivoluzione industriale in Italia. E anche un salto di qualità per l’azienda di famiglia: le macchine iniziano a contribuire in maniera determinante alla crescita del fatturato. Quel lanificio oggi è un Open innovation center, sede di Sellalab e di altre attività dedicate alla formazione, alla tecnologia e all’innovazione del gruppo Sella. Anche in questo caso, sono le parole di Pietro Sella (quello di oggi) a descrivere il senso della vocazione rivoluzionaria, parlando di quella digitale come della “nuova rivoluzione industriale”.

 

La versione completa di questo articolo, a firma di Fabio Insenga, è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio.

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