Cerca
Close this search box.

Ruffinoni (Ntt Data): Ecco il ruolo delle aziende nella società 5.0

ruffinoni ntt data italia

Walter Ruffinoni, Ceo di Ntt Data Italia, racconta il ruolo di aziende e tecnologia nella creazione di una ‘società 5.0’. Articolo di Alessandro Pulcini pubblicato sul numero di Fortune Italia di marzo.

 

Di tecnologia Walter Ruffinoni si occupa tutti i giorni, in veste di Ceo di Ntt Data Italia. Sotto la sua guida, la filiale italiana della multinazionale giapponese di consulenza e servizi IT è arrivata a fatturare 400 mln di euro all’anno, e a dare lavoro a 4000 persone. Anche nel suo ultimo libro, ‘Italia 5.0. – Un nuovo umanesimo per rilanciare il Paese’, la tecnologia ha un ruolo centrale: è la leva per arrivare a una società che calibri il progresso economico sulla ricerca del benessere dei cittadini, tanto da arrivare a un umanesimo tecnologico. Nel mondo aziendale questo significa riequilibrare il rapporto tra shareholder e stakeholder, tra ricerca del profitto e impatto sulla comunità. Per Ruffinoni, “questa società 5.0, che sta già trasformando il Giappone, rimette al centro l’individuo; contribuisce a migliorare il mondo in cui viviamo attraverso la tecnologia, una grandissima opportunità per risolvere i problemi sociali. Un modello molto vicino al nostro vissuto, alla nostra cultura: da qui è nata l’idea di pensare un’Italia 5.0”.

Che ruolo hanno le aziende in questo cambiamento? Sono loro gli attori principali?

Non dovrei dirlo per ‘conflitto d’interessi’, però i fatti lo stanno un po’ dimostrando, dalla famosa Business Roundtable ai vari sondaggi che evidenziano come i giovani guardino sempre più al mondo delle imprese. È indubbio che ci sia una crisi dell’identità politica. La comunità delle aziende sta portando, suo malgrado, il testimone. Dovranno avere un ruolo nella pianificazione a lungo termine, visto che la politica è ormai un po’ troppo concentrata sul breve. Abbiamo seguito questa filosofia quando abbiamo costruito il nostro manifesto per il 2023. Tra i nostri obiettivi ci sono sostenibilità, diversità, inclusione, attenzione ai giovani e al Sud, dove siamo già passati da 80 a 400 dipendenti nel giro di 4 anni: nel 2023 puntiamo ad avere il 20% della nostra popolazione al Meridione.

Ha parlato di Business Roundtable, un caso in cui le aziende hanno fissato obiettivi condivisi. Manca ancora organicità, in questo senso? L’attuazione del cambiamento va lasciata alle singole iniziative?

Sì, e secondo me è anche corretto così. Nella nostra azienda abbiamo lasciato molto spirito d’iniziativa, così ci sono più possibilità che il cambiamento attecchisca dalla base, in maniera più duratura. La Business Roundtable dà uno stimolo. L’agenda 2030 è un altro framework di riferimento. Ma anche se non c’è una governance precisa, dal mio punto di vista va bene così. Sta alle aziende ricavare il proprio percorso.

Le società tech hanno un ruolo particolare in questo cambiamento?

Decisamente sì. Vedo nella tecnologia un elemento quasi salvifico: l’agenda 2030 è il framework che ci permette di ritardare il ‘momento dello schianto’, dell’invivibilità sul pianeta. Ma è la tecnologia che avrà un ruolo fondamentale per invertire le condizioni. Ciascuno deve dare il proprio contributo per gli obiettivi sostenibili, ma spingendo e investendo intanto sempre più sulla tecnologia.

Questo incide sul vostro lavoro di consulenza, sulla possibilità di impattare sul lavoro di altri?

Abbiamo l’ambizione di accompagnare i nostri clienti in una rivoluzione come quella digitale. Stiamo vivendo tempi in cui la tecnologia sta cambiando a una velocità maggiore di quella della nostra capacità di comprenderla. Noi cerchiamo di mettere a disposizione dei nostri clienti tecnologie e metodologie per aiutarli a interpretare al meglio questo cambiamento, restituendo valore ai propri clienti (o ai cittadini, nel caso della pubblica amministrazione). Diciamo che un ragazzo che entra oggi nella nostra azienda può avere la soddisfazione di contribuire a migliorare la società.

Che prospettive apre l’intelligenza artificiale?

Insieme al 5G e alla blockchain, cambierà in maniera profonda il futuro. L’A.I. probabilmente avrà l’impatto principale. In Italia, con problemi nella produttività e nell’investimento in tecnologia, l’automazione offerta dall’A.I. è una delle soluzioni. È un’opportunità per le aziende di recuperare produttività. Ovviamente c’è un rovescio della medaglia: potenzialmente andiamo incontro a uno sbilanciamento tra le skill necessarie e quelle disponibili. Qui si apre un’altra grande sfida, quella della scuola, che deve fornire le competenze che serviranno nel futuro, dal problem solving alla creatività al pensiero critico. Oggi purtroppo la situazione è opposta, solo il 4% di chi termina il percorso scolastico conserva le capacità creative che aveva da bambino.

Anche nella formazione: le aziende hanno una funzione più importante rispetto al passato?

Nel libro cito Roberto Cingolani (attuale responsabile innovazione per Leonardo, ndr): per la nostra generazione di nati negli anni 60, la formazione scolastica e universitaria ti dava tutti gli attrezzi per affrontare tutta la tua esperienza lavorativa. Oggi non è più così. La formazione diventa un grande obiettivo per le aziende, che avranno una responsabilità sempre più importante verso la società. Come la nostra iniziativa del coding: da quando abbiamo iniziato abbiamo fatto lezione a circa 13mila bimbi e bimbe, per dare loro competenze tecnologiche di base, sempre più necessarie.

Il problema delle competenze ha portato alla “guerra dei talenti”, scrive nel libro.

Noi stessi stiamo viaggiando da più di 18 mesi con più di 300 posizioni aperte. Siamo in una mancanza di talenti ormai cronica, è il maggior vincolo alla crescita che abbiamo. I talenti saranno sempre più mobili e sarà uno dei fattori critici per il successo, in futuro. Noi stiamo facendo delle grosse campagne per il ritorno di talenti dall’estero, specialmente nelle nostre unità di design abbiamo avuto parecchi casi di italiani che erano andati magari a Londra o Monaco, e che tornano perché credono nel nostro progetto. Abbiamo anche un grande fenomeno di rientro di talenti al Sud, che se ne erano andati perché senza opportunità. Oggi trovano un progetto di vita interessante perché coniuga le loro radici con l’opportunità di lavorare con la tecnologia.

Protagonisti del cambiamento saranno anche i manager.

In Ntt Data Italia stiamo creando la classe dirigente del futuro. Ormai 18 mesi fa abbiamo chiesto a un gruppo di donne e a un gruppo di uomini di specificare quali fossero secondo loro le caratteristiche ideali dei leader, abbiamo fatto una sintesi delle loro proposte e stiamo preparando una leadership più coraggiosa e che abbia vision. Le aziende che stanno andando meglio in Italia sono quelle che adottano questi valori. Credo che questi siano fenomeni un po’ a valanga, se non li cavalchi ne vieni travolto.

Quali indicatori la rendono ottimista sul futuro italiano?

Siamo il Paese numero uno al mondo per pubblicazioni scientifiche, ad esempio: abbiamo una grande materia prima. Una delle cose che mi ha spinto a mettere nero su bianco queste considerazioni è stato il confronto con i colleghi di altri Paesi. Stiamo crescendo molto di più delle consociate tedesche e inglesi; l’incertezza economica sta colpendo anche loro, ma noi siamo abituati all’incertezza. Abbiamo sviluppato una resilienza che, insieme a flessibilità e cultura umanistica, in futuro ci metterà in una posizione di riferimento. A patto, però, di colmare il divario Nord-Sud, dare futuro ai giovani, includere ancora di più le donne. Le armi che abbiamo mi rendono ottimista, e sono il motivo per cui credo che nel 2050 l’Italia sarà tornata a essere il Paese che merita.

 

Articolo di Alessandro Pulcini pubblicato sul numero di Fortune Italia di marzo.

Puoi abbonarti al magazine in versione cartacea oppure puoi accedere alla versione digitale.

 

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.