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Coronavirus, confusione principale ostacolo per ‘fase 2’

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Riaprire, ripartire, ricostruire. Tre passaggi chiave per uscire dall’emergenza e iniziare a disegnare una realtà nuova, post Coronavirus o, più realisticamente, con il Coronavirus. Servono, da subito, regole chiare e inequivocabili. Prescrizioni comprensibili a tutti e utili a determinare nuovi comportamenti, nuove abitudini. Il concetto di divieto, inevitabile in condizioni di lockdown, deve evolvere in quello di regola condivisa. L’eccezionale deve diventare normale, almeno per un periodo di tempo stabilito.

 

Questo, non solo per il corretto funzionamento di tutte le dinamiche sociali. Ma anche perché l’economia ha bisogno di certezze, pure ‘a tempo’. In condizioni ‘normali’, il principale fattore destabilizzante, soprattutto per quanto riguarda i consumi e gli investimenti, è proprio l’incertezza, che spesso è alimentata dall’eccesso di regole, da una burocrazia che complica anche i percorsi più semplici, da una giustizia troppo lenta per essere tale.

 

Sono tutti i fattori che da anni compromettono le potenzialità di crescita del Paese. Oggi, con la profonda depressione innescata dal Coronavirus, gli stessi fattori sono ulteriormente appesantiti dalla gigantesca crisi di liquidità che ha colpito il tessuto produttivo e dalle conseguenze che hanno solo iniziato ad abbattersi sul mondo del lavoro.

 

Servono tantissime risorse e provvedimenti capaci prima di limitare i danni e poi di porre le condizioni per tornare a produrre e a pianificare il futuro. Il tempo stringe e il ritardo già accumulato complica ulteriormente il quadro. In attesa di un nuovo decreto e dell’applicazione coerente di quelli già approvati, perché continuano a mancare i soldi promessi, in queste ore si prendono decisioni che incideranno sulla vita degli italiani e anche sulle possibilità che abbiamo di far ripartire la nostra economia.

 

Anche in questo caso, l’efficacia potrà essere misurata dal livello di incertezza che resterà. Il coordinamento tra governo centrale e regioni deve servire a mettere insieme le esigenze del contenimento del contagio, che resta la priorità, con la ripresa graduale della vita sociale ed economica. La confusione resta l’ostacolo principale per qualsiasi piano strategico. A maggior ragione per quello, complesso e pieno di incognite, di questa ‘fase 2’

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