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Siamo entrati nella “peggior recessione della storia dell’Ue”

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Prima di tutto, va ricordato che qualsiasi stima sulla crescita economica, di qualsiasi organismo, è incerta. Non sappiamo con precisione come evolverà la pandemia di Coronavirus e con quali tempistiche potremo tornare alla normalità. Nonostante questo, sappiamo con certezza che ci sarà un crollo. E che questa è “la più profonda recessione economica della storia” dell’Ue. L’ultima stima della Commissione Europea lo conferma. Nel 2020 l’economia italiana crollerà del 9,5%, per rimbalzare del 6,5% nel 2021, assumendo che il Paese non debba richiudersi nel lockdown per combattere la pandemia di Covid-19.

La Commissione Europea, nelle Previsioni economiche di primavera, sottolinea che la stima è caratterizzata da un grado “eccezionalmente elevato” di incertezza, poiché la principale variabile è la curva epidemiologica, il cui andamento è impossibile da prevedere con certezza. Nel 2019 l’Italia era cresciuta dello 0,3%. Per quanto riguarda il debito, per il 2020 è previsto al 159% del Pil, con un deficit all’11%.

 

L’Europa

 

Leggermente peggio del nostro Paese nel 2020 dovrebbe fare, sempre secondo le stime, solo la Grecia, nella cui economia il turismo ha un peso notevole: il Pil greco dovrebbe crollare del 9,7%, per rimbalzare del 7,9% nel 2021. Secondo le previsioni, tutti i Paesi dell’Ue e dell’Eurozona accuseranno crolli del Pil superiori al 4% quest’anno: tra le principali economie, Germania -6,5%, Francia -8,2%, Spagna -9,4%, Olanda -6,8%, Polonia -4,3% (la migliore, o la meno peggiore). Le medie europee inquadrano la situazione generale. Il Pil dell’eurozona crolla del 7,7% nel 2020, la disoccupazione schizza al 9,6%.

 

Per quanto riguarda la produzione europea, è sintomatico uno dei dati di giornata, fornito dall’Associazione dei costruttori europei di automobili. 196 stabilimenti automobilistici dell’Unione Europea (Ue) hanno finora smesso di produrre 2,3 milioni di veicoli a causa della crisi sanitaria causata dal coronavirus.

 

L’attività economica in Europa, spiega la Commissione, è “caduta con una velocità insolitamente rapida nelle ultime settimane”, per effetto delle misure di contenimento, che hanno messo l’economia in uno “stato di ibernazione”. La produzione “collasserà nella prima metà del 2020 e la maggior parte della contrazione si concentrerà nel secondo trimestre”. Dopodiché dovrebbe “recuperare”, ma questo assumendo che “le misure siano gradualmente rimosse”, che dopo “l’allentamento” delle stesse “l’epidemia resti sotto controllo” e che “le misure senza precedenti adottate finora siano efficaci nell’attutire l’impatto economico della crisi, come pure nel limitare i danni permanenti al tessuto economico”.

 

Il riassunto di Gentiloni

 

“Ora è abbastanza chiaro che l’Ue è entrata nella più profonda recessione economica della sua storia”, ha detto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, presentando in videoconferenza stampa a Bruxelles le Previsioni economiche di primavera. “Sia la recessione che la ripresa saranno ineguali – continua – i dati aggregati nascondono considerevoli differenze tra i diversi Paesi. Come la recessione di quest’anno, anche la ripresa sarà impari, dato che non tutti i Paesi usciranno dalla crisi con la stessa velocità”. “Anche l’inflazione sarà significativamente più debole: i prezzi al consumo sono previsti in calo significativo quest’anno, riflettendo la brusca contrazione della domanda, come pure la forte caduta dei prezzi del petrolio”.

 

Nelle previsioni economiche di primavera, “il nostro scenario di base è una graduale fine delle misure di confino a partire da maggio, con qualche possibile difficoltà locale, nella situazione complessiva in Europa”, ha detto Gentiloni. Un alto funzionario Ue ha spiegato che lo scenario di base prevede anche che non si verifichino fallimenti di grandi imprese, che non ci sia una crisi finanziaria né un forte aumento della disoccupazione. Ci sono anche, continua Gentiloni, “due scenari negativi, uno basato su un’epidemia più seria nei prossimi mesi, che obblighi ad adottare nuove misure di confino. Il secondo prevede una vera seconda ondata dell’epidemia in autunno-inverno, che provochi qualcosa di non molto diverso da quello che abbiamo visto nei mesi scorsi”.

 

Per le linee di credito del Mes “stiamo facendo grandi sforzi, anche con il servizio giuridico, per avere regole che rispettino le decisioni politiche dei ministri delle Finanze e dei capi di Stato e di governo dell’Ue”, ha risposto Gentiloni a chi gli ha chiesto se sia in grado di escludere che la previsione della firma da parte di un MoU da parte dei Paesi che chiederanno di utilizzare le linee di credito del Mes possa consentire l’applicazione della condizionalità ex post, possibilità prevista da uno dei due regolamenti del Two Pack del 2013. La decisione politica, continua Gentiloni, “è stata che la condizionalità non è quella tradizionale, ma molto ristretta alla portata di queste linee di credito”. Per quanto concerne le linee di credito, prosegue, “manderemo agli Stati membri, in vista dell’Eurogruppo, che è convocato per venerdì, un pacchetto dalla Commissione con quello che serve per l’eligibilità, per la valutazione della sostenibilità del debito. L’eligibilità – conclude – ci sarà per tutti i Paesi e anche la valutazione del debito sarà positiva per tutti”.

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