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Per Atlantia l’offerta di Cdp per Aspi non è ancora abbastanza

autostrade atlantia castellucci

L’offerta di Cdp per Autostrade non è ancora abbastanza, per Atlantia. E ora la prossima settimana (fino al 27 ottobre) si rivelerà decisiva per capire il destino di Aspi, con Atlantia che ha già programmata per il 30 ottobre l’assemblea che potrebbe portare, senza accordo con Cdp, alla scissione parziale e alla quotazione, opzione che piace molto ai grandi investitori della società dei Benetton.

 

 

Il Cda di Atlantia, “pur esprimendo apprezzamento per l’elaborazione dell’offerta, ha valutato i termini economici e le relative condizioni allo stato non ancora conformi e idonei ad assicurare l’adeguata valorizzazione di mercato della partecipazione”, si legge nella nota emessa al termine del Cda che si è riunito ieri, facendo seguito a quanto comunicato il 13 ottobre scorso. Il Cda ha esaminato la lettera di offerta preliminare per l’acquisto dell’intera partecipazione dell’88% detenuta in Autostrade per l’Italia, ricevuta nella tarda serata del 19 ottobre da Cdp Equity, The Blackstone Group International Partners e Macquarie Infrastructure and Real Assets.

 

 

“Ciò nonostante, pur essendo scaduto il periodo di esclusiva, il Consiglio ha deliberato di proseguire comunque le interlocuzioni con Cdp e i co-investitori sino al 27 ottobre e di riconvocarsi per il prossimo 28 ottobre al fine di valutare un’eventuale nuova offerta vincolante”, conclude Atlantia.

 

La trattativa con Cdp, in ogni caso, non è l’unica opzione per Atlantia, che è già pronta a discutere un’altra via d’uscita. I principali proxy advisor, società che supportano azionisti come asset manager, fondi pensione e fondi comuni e investitori istituzionali internazionali nell’analisi e nella gestione del voto nelle assemblee – anche raccogliendo o sollecitando le deleghe al voto – hanno espresso negli ultimi giorni valutazioni favorevoli rispetto al progetto di scissione parziale proporzionale di Atlantia in favore di Autostrade Concessioni e Costruzioni oggetto dell’Assemblea straordinaria del 30 ottobre. Lo si apprende da fonti finanziarie.

 

In particolare, i proxy advisor internazionali Iss, Glass Lewis, Pirc e l’italiano Frontis Governance hanno esplicitamente approvato il progetto di scissione giudicato un processo trasparente e a tutela degli azionisti. Secondo Iss, proxy advisor statunitense, il progetto così com’è strutturato nella sua interezza assicura che il disinvestimento della quota che Atlantia detiene in Aspi sia implementato attraverso un’operazione trasparente e di mercato, nell’interesse di tutti gli azionisti, mentre Glass Lewis sottolinea adeguata la completezza delle considerazioni che il cda ha fornito agli azionisti circa il piano di spin-off.

 

L’operazione, per l’advisor di San Francisco, rappresenta un percorso ragionevole per affrontare le problematiche attuali e ritiene pertanto che gli azionisti dovrebbero sostenere la transazione che faciliterà la scissione di Aspi dalla holding creando le basi affinché la stessa possa vendere la sua quota residua in Aspi a terzi. Anche per l’advisor UK, Pirc, l’indicazione di voto è favorevole in quanto la scissione, nell’ambito di una transazione di mercato che porterà alla quotazione dell’asset in Borsa, è considerata complessivamente una soluzione conveniente per gli attuali azionisti di Atlantia. Il proxy italiano Frontis Governance consiglia l’approvazione del progetto di scissione nell’ambito del processo di “dual track” proposto dal cda di Atlantia perché l’operazione risponde efficacemente alla conclusione della disputa con il Governo, tutelando al contempo gli interessi dei piccoli azionisti come degli altri stakeholder; in particolare denotando come la cessione esclusiva a Cdp rischierebbe di nuocere alla trasparenza, nonché alla fiducia degli investitori esteri nel funzionamento del mercato italiano.

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