Meno tamponi e più contagi. La contabilità quotidiana dell’epidemia del Coronavirus fa segnare un ulteriore aggravarsi dei dati. Nelle ultime 24 ore, si sono registrati 16.079 casi in più su un totale di 170.392 tamponi, a fronte dei 15.199 di ieri su 177.848 tamponi. Sono stati registrati 136 morti. In terapia intensiva ci sono 992 persone (+66 da ieri), quelle ricoverati con sintomi 9.694 (+637).
Il problema dei tamponi. Crescono i casi e aumenta la necessità di tracciare ala diffusione del Coronavirus. Per questo, si pensa a trovare una soluzione. “In farmacia si fanno già i test sierologici in alcune regioni, proviamo a fare una sperimentazione come sta avvenendo a Trento per effettuare gli antigenici anche in farmacia”, ha annunciato il ministro della Salute Roberto Speranza nel corso della riunione con le Regioni. E medici di famiglia, conferenza Stato-Regioni e sindacati sono convocati lunedì per un accordo sui test rapidi in carico ai medici di medicina generale.
Le previsioni peggiorano. “Ci troviamo di fronte a un andamento esponenziale perché non abbiamo fatto quello che avremmo dovuto fare 2 settimane fa. Nelle aree metropolitane c’è un indice di trasmissione di 2,3: significa che il raddoppio dei casi può avvenire di giorno in giorno, come già iniziamo a vedere in Lombardia. Due settimane fa ho detto che viaggiavamo sulla lama del rasoio e avevo previsto 16.000 casi prima di Natale. Ma li abbiamo avuti ieri”, ha detto Walter Ricciardi, professore di igiene all’Università Cattolica e consigliere del ministro della Salute.
Le misure in arrivo. In questo scenario, si continua a discutere sulle nuove prescrizioni da introdurre per limitare i danni. Con diverse Regioni che da venerdì sperimenteranno il coprifuoco, si inzia a valutare l’ipotesi di limitare la circolazione tra una Regione e l’altra. Diversi governatori restano contrari, a partire da quello del Veneto Luca Zaia, ma sembra inevitabile che si possa arrivare presto a una sorta di lockdown territoriale.
