Una crisi di governo senza fine e, soprattutto, senza la prospettiva di una soluzione che non sia l’ennesimo accordo al ribasso. In un momento cruciale per la gestione della crisi sanitaria legata al Coronavirus e per la pianificazione del futuro del Paese sul piano sociale ed economico, con il Recovery Plan. Andiamo avanti raccontando scontri, ultimatum e rinvii di una trattativa che logora tutti: il governo, i partiti della maggioranza, gli italiani che meriterebbero delle Istituzioni capaci di fare la loro parte.
Limitiamoci a guardare i fatti. La maggioranza, nata da un compromesso per scongiurare la corsa di Matteo Salvini verso ‘i pieni poteri’, esprime un governo che è chiamato a fronteggiare una crisi profonda, muovendosi nel territorio ignoto di una pandemia che continua a produrre morti e sofferenza. Ma ha alle spalle una maggioranza che non esprime un’alleanza politica e che si regge su un incastro di convenienze di parte.
Il partito più piccolo della maggioranza, Italia Viva, esprime la leadership politica più ingombrante e spregiudicata, quella di Matteo Renzi. I Cinquestelle vivono una profonda crisi identitaria, che si trascina senza che una dialettica interna possa affrontarla. Il Partito Democratico, tornato centrale nonostante i numeri, ha il problema sostanziale di dover tenere comunque in piedi questa maggioranza, non essendo disponibile l’opzione naturale che mette fine alle legislature nate male, le elezioni anticipate.
Il premier Giuseppe Conte, forte della percezione di un consenso personale legato alla gestione della prima fase dell’emergenza, ha tentato di accentrare nelle sue mani scelte e decisioni che non può evidentemente prendere da solo.
La somma delle spinte prodotte da queste forze ha creato lo stallo a cui stiamo assistendo. Con un governo schiacciato dalle contraddizioni della maggioranza e la prospettiva di nuovi compromessi fragili. Proprio quando, invece, servirebbe una politica capace di fare scelte lungimiranti e straordinarie così come straordinarie sono le condizioni che dobbiamo fronteggiare. La vaccinazione di massa e l’implementazione di un Recovery Plan efficace sono due sfide che non conoscono compromessi, proroghe e ritardi e il rischio di fallirle è direttamente proporzionale al tempo che si sta perdendo.
