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Draghi alla Cop26: crisi climatica influisce su pace e sicurezza

Ieri, chiudendo il summit di Roma, aveva parlato di “successo”. Ma il presidente del Consiglio Mario Draghi sa che gli impegni generici assunti dal G20 sul clima rischiano di essere poca cosa. E lo ammette nel suo intervento alla Cop26 in corso a Glasgow. “Dobbiamo andare oltre, molto più di quanto abbiamo fatto al G20. Dobbiamo accelerare il nostro impegno per contenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi. Dobbiamo basarci sull’accordo del G20 e agire in modo più rapido e deciso”.

“Grazie a un costante dialogo e alla cooperazione – spiega – abbiamo compiuto buoni progressi nell’affrontare il cambiamento climatico. I Paesi del G20 rappresentano circa il 75% delle emissioni globali di gas serra e circa l’80% del Pil mondiale”. Al vertice di Roma, “gli Stati membri hanno concordato che dobbiamo limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi e si sono impegnati a raggiungere emissioni nette pari a zero entro la metà del secolo”. Inoltre, aggiunge, “abbiamo deciso di intensificare le nostre azioni a partire da questo decennio, migliorare i nostri contributi nazionali determinati e interrompere il finanziamento pubblico internazionale del carbone entro la fine del 2021”.

Ma il cambiamento climatico, osserva Draghi, può avere ripercussioni sulla pace e la sicurezza globali, “può esaurire le risorse naturali e aggravare le tensioni sociali”, in altre parole, “può dividerci“. “Il previsto aumento delle temperature globali – dice – è destinato a influenzare la vita sul nostro pianeta in modo drammatico. Da incendi e inondazioni catastrofici, allo scolorimento delle barriere coralline e alla perdita di biodiversità, l’impatto del cambiamento climatico è già fin troppo evidente. Anche il costo di tutto ciò aumenta rapidamente, soprattutto per le nazioni più povere. Il costo dei disagi per le famiglie e le aziende nei paesi a basso e medio reddito ammonta a ben 390 miliardi di dollari l’anno”.

Per andare oltre tutto ciò, secondo il presidente del Consiglio, bisogna guardare ai ragazzi, alle loro richieste, ai loro suggerimenti. “La Cop26 deve essere l’inizio di una campagna permanente contro il cambiamento climatico. E i nostri giovani devono essere al centro di questo processo. Intendiamo trasformare l’evento ‘Youth 4 Climate’ che abbiamo tenuto a Milano in un appuntamento fisso di tutte le op. Le generazioni future ci giudicheranno per ciò che otteniamo o che non riusciamo a raggiungere. Dobbiamo coinvolgerli, ascoltarli e, soprattutto, imparare da loro”.

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