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Debito pubblico in calo ad agosto, i dati di Bankitalia

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Non sono poche le sfide che attendono il nuovo Governo, tra crisi dell’energia, guerra in Ucraina, inflazione ed effetti della pandemia che ancora si fa sentire.

Oltretutto, secondo le previsioni, l’Italia sperimenterà un “forte rallentamento” economico nel 2023. Come ha detto Ignazio Visco a margine dei lavori del Fondo Monetario Internazionale,“per l’anno prossimo sara’ molto difficile andare molto meglio di come” pensa la Banca d’Italia: “cioè vicino a una crescita sostanzialmente nulla”. In questo quadro, però, proprio da Bankitalia arriva una piccola luce: si riduce, ad agosto, il debito pubblico dell’Italia. Anche se andranno tenuti sotto controllo altri parametri, come gli investimenti da Pnrr, che hanno una ricaduta sul debito.

Per la precisione, il debito delle amministrazioni pubbliche e’ diminuito di ben 12,8 miliardi rispetto al mese precedente. La riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (16,4 miliardi, a 79,9) ha più che compensato il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (0,5 miliardi) e l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (3,1 miliardi)

Una buona notizia, considerato il peso dei 2.757, 8 miliardi di debiti sulle nostre spalle (e su quelle dei nostri figli). Questo vuol dire che il nuovo Governo avrà un piccolo margine di manovra in più per portare sollievo a imprese e famiglie alle prese con bollette sempre più salate e caro energia.

Più in dettaglio, con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali e’ diminuito di 12,6 miliardi, quello delle amministrazioni locali di 0,2 miliardi. Sostanzialmente stabile, invece, il debito degli Enti di previdenza. Alla fine di agosto la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia era pari al 26,2% (0,1 punti percentuali in più rispetto al mese precedente); la vita media residua del debito e’ rimasta stabile a 7,6 anni.

Sempre ad agosto le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 53,7 miliardi, in aumento del 19,6% (8,8 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2021. Nei primi otto mesi del 2022 sono cresciute del 14,7% le entrate tributarie, pari a 330,5 miliardi.

In un quadro economico dominato dall’incertezza – come ha detto lo stesso Visco le stime “non possiamo prenderle come puntuali” –  la domanda fondamentale è cosa si può fare per l’economia alle prese con l’aumento dei prezzi.

“La politica monetaria non può sostenere l’economia come ha fatto durante la pandemia e deve essere molto attenta a evitare che ci siano spirali fra prezzi e prezzi, prezzi e salari, e che le aspettative di inflazione non tendano a salire, perché queste si portano dietro i tassi – ha spiegato Visco – In questo senso la politica monetaria normalizza rapidamente in modo da poter essere più tranquilli. Però il costo per l’economia c’è, è una tassa, questa. E bisogna evitare che questa tassa sia in grado di generare movimenti al rialzo di tutti i prezzi”. Il governatore della Banca d’Italia è tornato a puntare il dito sull’inflazione che erode il potere d’acquisto.

Insomma, i prossimi mesi saranno decisivi: il sentiero è sottile, certo. Ma per il nuovo Governo sembra schiudersi un piccolo spazio di manovra. E se le previsioni sono sempre difficili da fare, forse è utile ricordare le due parole d’ordine delle banche centrali, ribadite dallo stesso Visco: temporaneo e mirato. Ogni eventuale intervento deve essere ‘chirurgico’, direbbe qualcuno.

“E’ evidente che non puoi avere una politica di bilancio ad ampio spettro quando hai un debito pubblico come quello che abbiamo noi. Quindi bisogna fare molta attenzione”, è il monito del governatore.

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