Twitter è nel caos. Fuga di massa di dipendenti dopo che la società ha annunciato che gli uffici saranno chiusi e i badge sospesi fino a lunedì. Tra i dipendenti che lasceranno ci sono anche figure chiave per garantire il funzionamento della piattaforma. Tutti hanno deciso di licenziarsi. Non vogliono cedere alle pressioni psicologiche, agli ultimatum di Elon Musk che da giorni chiede di scegliere tra un impegno “estremo” o licenziamento. Da qui la rottura totale del rapporto di fiducia tra il neo proprietario di Twitter e i dipendenti.
L’esodo di massa da Twitter, però, sembra riguardi anche gli utenti. È fuga verso altri social media sotto l’hashtag #RIPTwitter, ‘Riposa in pace Twitter’. Mai come in questo momento il futuro della piattaforma dell’uccellino più influente di internet, sembra in bilico.
Nel tentativo di arginare la fuga di utenti, Musk ha annunciato di avere riabilitati alcuni account che erano stati banditi ma non ancora quello dell’ex presidente Donald Trump. Sul quale pure ha lanciato un sondaggio negli Usa per chiedere se vogliono vederlo riammesso su Twitter.
Al momento sarebbero oltre 500 i lavoratori che hanno scelto di andarsene comunicandolo attraverso le chat interne per un totale di quasi 1.000 dipendenti sui circa 3.000 rimasti dopo la mannaia di Musk che un istante dopo l’acquisto di Twitter decapitò vertice dirigenziale e a seguire 3mila dipendenti.
Musk, come sempre, ostenta sicurezza. Sul suo account ha scritto: “i migliori sono rimasti”. “Abbiamo già segnato un altro record storico di utenti. Ironia della sorte, Twitter è più vivo che mai”, ha poi aggiunto ripubblicando il meme di un uomo che si accascia su una lapide con il logo del social media diventata virale con oltre 1,3 milioni di like. Un’altra provocazione che però non è una novità nel mondo di Elon Musk. Personaggio sicuramente geniale ed eccentrico. Nelle ultime ore s’è messo a cinguettare e a scambiare convenevoli, sempre su Twitter, anche con il ministro italiano Matteo Salvini.
