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Politica industriale, qualche idea per il Governo

industria imprese

Lo Stato va a occupare una posizione di leadership strategica senza intaccare la libertà di azione e di iniziativa imprenditoriale privata. La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di dicembre 2022 – gennaio 2023.

Il nostro Paese è entrato nella crisi Covid-19 privo di una vera e propria strategia industriale. In tale contesto si sono innestati gli effetti dirompenti della pandemia e, in un secondo momento, della guerra.

Di fronte ad uno scenario così complesso, da tempo s’invoca la necessità di riguadagnare una maggiore autonomia strategica, in grado di fornire alle nostre imprese la sufficiente resilienza e capacità di competere nei mercati, anche durante le fasi di maggiore turbolenza.

In questi giorni in proposito si chiede al nuovo esecutivo di giocare un ruolo efficace nel disegnare politiche di sostegno e sviluppo della nostra economia. Una richiesta che serve a inquadrare la visione entro cui può muoversi l’azione dello Stato per difendere il sistema economico, supportarlo durante la crisi e aiutarlo a gestire equilibri politici ed economici che sono destinati a mutare in maniera significativa.

La tentazione di costruire strumenti con una forte deriva interventista appare molto elevata. L’avvio di una nuova stagione di controllo diretto del capitale delle imprese da parte dello Stato, tuttavia, viene visto da alcuni come rischioso e non totalmente coerente con il quadro delle regole europee a cui aderisce il nostro sistema di diritto. Ciononostante, è lecito attendersi un ruolo significativo per indirizzare, se non modellare, le traiettorie di cambiamento di un’economia che nei prossimi anni vedrà una fortissima accelerazione nella trasformazione digitale, nella rivoluzione della sostenibilità e dell’economia circolare e un progressivo riavvicinamento degli insediamenti produttivi grazie al nearshoring delle catene del valore.

Per affrontare queste sfide serve certamente una rinnovata capacità di costruire un disegno di insieme che, pur inserendosi nel quadro dei programmi strategici della Ue, permetta di definire con sufficiente approssimazione la traiettoria che il sistema industriale italiano dovrà seguire nei prossimi anni. Per fare questo occorre che lo Stato vada a occupare una posizione di leadership strategica senza intaccare la libertà di azione e di iniziativa imprenditoriale dei privati. In questo ambito, tre sono le linee fondamentali che devono essere tracciate: una rigorosa politica dei fattori della competitività, che consenta alle imprese italiane di giocare la partita della competizione; la definizione di alcuni ambiti industriali in cui il sistema italiano possa raggiungere posizioni di eccellenza; comprendere le traiettorie di sviluppo globale dei settori rilevanti per il Paese e agevolarne la trasformazione per traguardare i nuovi fattori critici di successo.

Una politica dei fattori significa anche avviare finalmente i grandi progetti infrastrutturali per trasformare i trasporti e la logistica del Paese e guadagnare finalmente una posizione di autonomia strategica con riferimento, al fabbisogno energetico, che non significa essere totalmente autosufficienti, quanto piuttosto non dipendere eccessivamente da altri. Ma anche accelerare definitivamente sullo sviluppo della banda ultra larga fissa e mobile per condurre l’Italia nell’era dell’intelligenza artificiale, che non deve essere vista come una minaccia, ma come la più grande opportunità del nostro tempo.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di dicembre 2022 – gennaio 2023. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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