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Amianto nel borotalco della Johnson &Johnson, 9 mld di risarcimenti per risolvere le cause pendenti in Usa

Il colosso farmaceutico statunitense Johnson & Johnson ha proposto un accordo da quasi 9 miliardi di dollari per chiudere le cause che accusano i suoi prodotti a base di talco di aver causato il cancro. Per la società con sede in New Jersey, questo accordo, che deve ancora essere approvato da un tribunale, “risolverà in modo equo ed efficiente tutti i contenziosi”.

Secondo le accuse i vertici di Johnson&Johnson sarebbero stati a conoscenza da almeno 20 anni della presenza di tracce di amianto nel borotalco, uno dei prodotti più venduti dalla multinazionale e destinato anche ai bambini. La rivelazione, emersa da un’inchiesta della Reuters, nel dicembre del 2018 fece crollare il titolo della J&J a Wall Street. Da decine di documenti interni – dal 1971 in poi – si evincerebbe – sempre secondo le accuse che pendono in Tribunale – come da anni all’interno del gruppo ci fossero timori per alcune sostanze nel talco. Accuse che hanno presentato decine di persone che hanno fatto causa all’azienda perchè esposte a sostane cancerogene. Timori che sarebbero stati celati senza svelare tutti i risultati dei test effettuati all’opinione pubblica. Nel luglio del 2018 fu inflitta alla multinazionale una maxi-multa da 4,7 miliardi di dollari per risarcire le donne che avevano fatto causa all’azienda e secondo cui l’amianto presente nel talco aveva provocato il cancro alle ovaie.

Per questo motivo la Johnson & Johnson fu condannata a pagare 417 milioni di dollari, circa 350 milioni di euro da una giuria di Los Angeles a una donna che aveva usato per anni il talco prodotto dalla Johnson & Johnson e si era ammalata di cancro alle ovaie. Eva Echevarria, 63 anni, era solo una delle centinaia, forse migliaia di persone che hanno fatto causa alla società per i tanti studi scientifici che ipotizzano legami tra il borotalco e la malattia.

Sono numerosi gli studi, anche se non definitivi, che hanno stabilito un legame tra il talco e il tumore alle ovaie o al collo dell’utero. Secondo gli scienziati i cristalli contenuti nel prodotto passano nel tratto urinario e genitale arrivando alla cavità peritoneale dove ci sono le ovaie. Ne seguirebbe un’infiammazione dell’organo considerata una causa di uno dei cancri più insidiosi perché difficilmente individuabile. Nel 2006 l’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro ha classificato il borotalco tra le sostanze cancerogene se usato sui genitali femminili ma nessuna agenzia federale lo ha rimosso dal mercato.

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