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ChatGpt, l’AI e le startup: la gara è iniziata. Intervista a Tom Dare

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Sarà la decisione dell’Italian Garante (come OpenAi ha chiamato il Garante per la protezione dei dati personali nel suo messaggio agli utenti italiani dopo il blocco di ChatGpt) a cambiare il destino dell’intelligenza artificiale? Forse no, ma può essere sicuramente considerato un campanello d’allarme per OpenAi sulla corsa della sua creatura in Europa: dopo l’Italia, anche in Germania ci sono aperture a un possibile ban in nome della privacy, e delle perplessità sono sorte anche nel Regno Unito. Lo stesso Artificial intelligence act dell’Ue, che prenderà forma nei prossimi mesi, resta un’incognita. Ma è difficile che la corsa dell’AI possa fermarsi, perché il tech e le sue startup, ormai, si stanno già muovendo in forze: ne è convinto Tom Dare, cofounder e managing director di uno dei maggiori Startup Studio Usa, Science. Con le ‘exit’ delle sue creature (le startup ‘fabbricate’ nello Studio, appunto) ha raccolto 1,3 mld di dollari.

A Fortune Italia Tom Dare spiega che, nonostante la sfida tra Microsoft e Google, l’AI non è un affare solo per giganti. Anzi, per le startup quella dell’intelligenza artificiale è una nuova grande occasione. E gli startup studio, come Science ma anche come l’italiana Mamazen, nella quale Dare è appena entrato come investitore, possono essere il mezzo per coglierla.

L’Italia è stata la prima a muoversi su ChatGpt: il lato normativo è una minaccia per le startup, o la corsa è ormai partita?

I large language models (LLM) continueranno ad essere addestrati dai giganti della tecnologia, mentre l’industria è alle prese con copyright, proprietà intellettuale e questioni etiche. Una pausa può dare ai regolatori la possibilità di recuperare, e si spera che gli stessi regolatori abbiano imparato la lezione del crypto: è difficile mettere in atto regolamenti una volta che una tecnologia viene ampiamente adottata. Nel frattempo, il costo dell’addestramento degli LLM sta diminuendo e le startup possono costruire LLM specifici verticali con i propri dati e contenuti di terze parti di cui hanno acquistato i diritti. La gara è iniziata!

 

Chi è Tom Dare: Advisor della holding IH1, Tom Dare è Co-Founder & Managing Director di Science e ora entra nel capitale sociale dello Startup Studio Mamazen. Classe 1956, nel 2011 co-fonda Science. Si tratta di uno Startup Studio statunitense con sede a Santa Monica, con circa 80 società nel suo portafoglio e più di 10 exit. Nei suoi anni di attività ha raccolto oltre 200 milioni di dollari e oltre 1,3 miliardi di dollari con le exit raggiunte. Tra le aziende seguite da Dare il Dollar Shave Club, venduto, dopo soli 3 anni, a Unilever per 1 miliardo di dollari; Hellosociety, ceduto al New York Times, e Famebit, oggi di proprietà di Google.

 

L’intelligenza artificiale esiste da tempo, ma non è mai stata così sotto i riflettori. Che effetto avrà il post-ChatGpt sull’ecosistema dell’innovazione statunitense? Ci sarà un consolidamento tra i player più grandi o un boom di nuove startup?

Goldman Sachs ha pubblicato un rapporto la scorsa settimana stimando che un quarto dell’attuale occupazione negli Stati Uniti e in Europa potrebbe essere automatizzato dall’AI. I grandi modelli di apprendimento linguistico sviluppati dai giganti della tecnologia continueranno a migliorare, ma l’effetto a catena sarà il boom delle startup che sfruttano il potere degli LLM per costruire aziende trasformative.

Quanto è cambiata l’atmosfera nella Silicon Valley nell’ultimo anno (con la flessione del mercato) e nell’ultimo periodo (con la crisi delle banche)?

I fondi venture capital si concentrano su modelli di business altamente efficienti che possono raggiungere la redditività. Le società ad alta intensità di capitale senza prospettive di pareggio hanno meno probabilità di essere finanziate fino a quando le condizioni non migliorano.

Volendo immaginare una guida di sopravvivenza per le startup nell’attuale congiuntura economica, quali consigli daresti agli imprenditori?

Concentratevi sulla risoluzione di un punto dolente e, per costruire un’azienda, andate oltre la creazione di un prodotto.

Cosa pensa degli ecosistemi dell’innovazione italiani ed europei? Dove dobbiamo migliorare?

Gli ecosistemi europei devono trovare un equilibrio tra l’innovazione appoggiata dalle imprese, da una parte, e gli imprenditori e gli studi indipendenti dall’altra. Le aziende veramente dirompenti, che spingono i confini senza vincoli ‘legacy’, hanno maggiori probabilità di essere create al di fuori degli ecosistemi aziendali.

Qual è il ruolo degli Startup Studio in questo periodo? Perché entrare nel capitale sociale dello Startup studio italiano Mamazen?

Gli Startup Studio mantengono il volano dell’innovazione identificando e sviluppando il prossimo round di aziende dirompenti che possono essere finanziate in questo ciclo e più grandi nel prossimo ciclo. Vista la vasta esperienza di Mamazen nel settore digitale, ho deciso di diventare uno stakeholder. In quanto fondatori con exit di successo, il team capisce come identificare le startup in fase iniziale, ottenere una trazione significativa e aumentare il capitale per la crescita. L’approccio di Mamazen alla costruzione di venture capital attraverso una struttura di ‘Studio’ sfrutterà ulteriormente i loro punti di forza e fornirà rendimenti interessanti agli investitori.

 

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