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Asi: bilancio positivo per i quattro anni della presidenza Saccoccia

E’ la famiglia dello Spazio italiano che si è riunita per l’evento di bilancio del quadriennio che ha visto Giorgio Saccoccia alla guida dell’Agenzia dello Spazio Italiana, il cui mandato scadrà fra pochi giorni. L’Italia dello Spazio è cresciuta, fra sfide, cambiamenti e ripartenza post pandemica, fino ad arrivare ad un budget Asi per il 2023 pari a 2283 mln di euro, con un netto incremento rispetto al 2019.

Dopo questi anni da presidente dell’Agenzia spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia tornerà in Esa, da dove è stato distaccato per ottemperare al ruolo assegnatogli quattro anni fa, e dove tornerà già operativo a partire dai primi giorni di maggio. Il presidente uscente di Asi mostra poi il suo lato ‘cheesy’ – come dicono le sue figlie – sentimentale, nel salutare e ringraziare i suoi compagni di viaggio, e nel tracciare il bilancio di un percorso che definisce completo, importante, e di crescita da parte di tutti.

Risorse assegnate e gestite

‘C’est l’argent qui fait la guerre’ dice un antico proverbio francese, che Saccoccia sceglie di citare per parlare delle risorse che sono state gestite nel corso del suo mandato. “Concentrarsi sulle risorse per conseguire importanti obiettivi, in un quadriennio in cui l’Agenzia si è data da fare, da subito, per illustrare la necessità di finanziamenti adeguati al fine di attuare le necessarie strategie di crescita”. Vediamo i numeri nel dettaglio: nel quadriennio 2019 – 2023 ben 10.300 mld di euro di risorse sono state messe a disposizione del settore spaziale, e gestite per sviluppare progetti e missioni.

Suddivisione del budget Asi per le singole attività – fonte Agenzia Spaziale Italiana

 

Parliamo di circa 5.600 mln che Asi ha ricevuto a seguito delle due  Ministeriali Esa, rispettivamente del 2019 e 2022.
Le risorse assegnate ad Asi dal Pnrr, invece, sono pari a 880 mln di euro, a cui si aggiungono 1.290 mln che il Pnrr ha assegnato all’Esa, e che sono gestiti in collaborazione con Asi. A questi vanno ad aggiungersi altri 90 mln assegnati a Cassa depositi e prestiti, sempre da destinare al comparto Space.

Il bilancio degli ultimi quattro anni

Sono stati anni di crescita strategica della politica spaziale nazionale, e uno dei primi compiti con cui si è confrontato il Consiglio di amministrazione di Asi è stato il ‘Documento di visione strategica per il decennio’ 2020-2029, che indica tre obiettivi fondamentali: sostenere la ricerca e l’innovazione, promuovere crescita economica e sviluppo e uso di servizi e operazioni spaziali, consolidare e rafforzare il ruolo del paese a livello internazionale. “Sono stati anni di crescita importanti per lo Spazio italiano – commenta Saccoccia – di sfide, cambiamenti e momenti di verifica che ci hanno condotti ad una crescita significativa di attività e di posizionamento”. L’Italia si è anche confermata fra i primi 3 paesi di rilievo nel comparto aerospaziale europeo, arrivando quasi a raggiungere la Francia, seconda dopo la Germania.

Quote di budget Esa assegnate alle prime quattro nazioni europee nell’ambito dell’aerospace – fonte Agenzia Spaziale Italiana

 

“Il 68% dell’investimento italiano  del 2019 era rientrato – in contratti – dopo solo un anno, a fine 2020. Il coefficiente di ritorno italiano degli investimenti è di 120 mln di euro – commenta Saccoccia, che parla di un “coefficiente di ritorno che è poco sopra l’1, ed è utile all’accesso a molte classi di concorso, ritornano quindi i soldi investiti, e segnano un utilizzo equilibrato degli investimenti fatti”.

Valentino Valentini, Viceministro delle imprese e del made in Italy

All’incontro ha preso parte  anche il viceministro Valentino Valentini,  in rappresentanza di Adolfo Urso, ministro delle imprese e del Made in Italy, a cui è stata assegnata la delega alle politiche spaziali e aerospaziali del Governo.
“Come tutte le organizzazioni, anche Asi cammina sulle gambe delle persone che le compongono – ha esordito Valentini, volendo commentare l’intervento del presidente Saccoccia – attraverso l’operato dell’ingegnere abbiamo apprezzato l’impegno di tutti i collaboratori, per quella che ha rappresentato anche la messa in orbita del Pnrr. Le attività spaziali, a livello globale, negli ultimi 10 anni sono cambiate in modo tumultuoso, fino a proiettarsi nella new space economy, più promettenti a livello mondiale”. Nel suo intervento, il viceministro ha sottolineato come “anche green e digital ben si coniugano nello Space, che diventa un game changer. Pensiamo poi alle telcom, che potranno sfruttare le tecnologie connesse alle mega costellazioni ad orbita bassa”. Nell’elencare i vantaggi del settore aerospaziale, Valentini cita  “i sistemi di osservazione sinottica e monitoraggio ambientale, che consentiranno di analizzare il cambiamento climatico e mitigarne le conseguenze”. Nell’analisi tracciata dal vice ministro, anche  “il tema dell’apertura alla dimensione commerciale del volo spaziale abitato, che vede negli Stati Uniti l’apripista del settore, presidiato da SpaceX, ma anche l’Europa è inserita in questo processo e può giocare un ruolo importante, tutti insieme però devono avere coraggio e ambizione per attuare il cambio di passo necessario”.

Valentino Valentini, viceministro alle imprese e al Made in Italiy

C’è poi un chiaro indirizzo industriale, secondo Valentini, “che porta a cogliere le opportunità e valutare ricadute delle crisi, come nel  caso dell’ Ucraina. Bisogna trovare una nuova coesione a livello europeo in particolare rispetto al tessuto industriale europeo”.  È quindi necessario lavorare ad uno “sviluppo di grandi infrastrutture comuni, abbattere costi e favorire diffusione in settori beneficiari, sistema di accesso allo spazio autonomo, efficace, efficiente”.
C’è interesse e l’ambizione, da parte del Governo, per lo sviluppo della new space economy nazionale, che nella lettura fornita dal vice ministro:  “può essere il nuovo sviluppo del made in Italy, e del suo primato della filiera spaziale italiana riconosciuto a livello internazionale, coinvolgendo nuovi settori del sistema produttivo, portare il non space nello spazio. Questo processo è già cominciato, ad esempio, per lo sviluppo delle  stazioni spaziali commerciali, che saranno sviluppate in accordo con le regioni e le filiere produttive interessate. Tutto questo è possibile grazie ad Asi, alla sua centralità e capacità di mediare gli interessi dei vari stake holders in campo”.

Il ruolo dell’Italia nel panorama internazionale

A livello internazionale, lo Space è un settore che sempre di più avrà un peso nel futuro del mondo: nell’economia, nella scienza, negli sviluppi tecnologici, nella crescita sostenibile, nella sicurezza e difesa, nei servizi per il cittadino, nel supporto alla formazione, nella comunicazione e, non da ultimo, negli equilibri geopolitici internazionali. “Anni densi di attività, ma anche complessi, segnati dallo shock globale della pandemia, dalla crisi dell’invasione dell’Ucraina, ed anche sicuramente influenzati dalla prima attuazione della nuova Governance dello spazio italiano, avviata nel 2018 ed ulteriormente modificata in questi anni dai Governi che si sono succeduti”, evidenzia Giorgio Saccoccia, che sottolinea come “l’Italia dello spazio è cresciuta fortemente. Sono cresciute le risorse finanziarie istituzionali, pressoché triplicate rispetto all’inizio del quadriennio. In questi anni, su richiesta dell’Agenzia, il governo ha allocato oltre 10 mld di euro al settore spaziale che sono stati  assegnati in contratti per attività nazionali ed in collaborazione bi/multilaterale, in programmi dell’Esa e, più recentemente, attraverso il Pnrr”. E’ cresciuto il posizionamento internazionale del nostro Paese: sia in ambito europeo, dove, contrariamente al passato, i tavoli di decisione strategica comprendono sempre Italia, Francia e Germania, grazie anche alla ormai stretta vicinanza di peso contributivo in Esa. Ma anche  in ambito internazionale, grazie alle relazioni frequenti e strategiche con i grandi partner,  in primis con la Nasa, ma anche con la Canadian Space Agency, la Japanese Aerospace Space Agency, l’Indian Space Research Organisation. Sia, infine, con i Paese emergenti nel settore spaziale, presso i quali l’Italia attraverso l’ASI svolge un ruolo importante di riferimento per la loro crescita, favorendo in tal modo per l’Italia il dialogo tra governi in senso più ampio e le opportunità per le nostre imprese.


Le Missioni spaziali

Il ‘nuovo Spazio’ consente di fare grandi cose anche con satelliti molto piccoli. “Lo dimostra l’esperienza di Argomoon, l’unico satellite europeo a bordo della missione Nasa, Ares 2, che è italiano”, ricorda Giorgio Saccoccia, e cita “anche Liciacube, un altro minisatellite che è costato solo 7 mlnd di euro – si  tratta di una somma irrisoria nel settore – e  che ha volato come autostoppista sulla missione Dart, per monitorare le conseguenze dell’impatto” programmato di un satellite artificiale che puntava a deviare il percorso di un asteroide.  “Ha imparato,  grazie all’intelligenza artificiale,  come muoversi e volare,  ha seguito le fasi dell’impatto con il satellite principale e ha monitorato tutto producendo video e foto dell’evento, che sono state disponibili da subito anche per i team che seguivano la missione da Terra.

Impatto programmato con un asteroide per deviarne la traiettoria – immagine prodotta dal minisatellite italiano Liciacube

“Mentre avveniva l’impatto, ero in costante contatto con Thomas Zurbuchen”,  ricorda Saccoccia – Zurbuchen dal  2016 fino alla fine del 2022 è stato l’amministratore associato per la direzione della missione scientifica della Nasa – “Le risorse investite sono state impiegate anche in preparazione del futuro“, ha continuato Saccoccia, ricordando alcuni dei programmi strategici già avviati: Meteosat 3rd generation,  che è dotato di un ‘cacciatore di fulmini’ creato da Leonardo, o Alcor, un programma per lo sviluppo di nanosatelliti (20 nella prima fase) e tecnologie correlate. “Siamo gli unici in Europa ad avere questo, ad offrire la possibilità di far volare anche piccoli progetti e satelliti, perchè Alcor è un acceleratore di innovazione”, sottolinea il former president di Asi. “Queste missioni scientifiche puntano all’avvio di un nuovo programma per piccole missioni scientifiche italiane”.
Il sistema di ‘in orbit servicing’ è poi un settore di rilievo “sviluppato per consentire di intervenire sugli oggetti dopo il lancio, questo è il cambiamento di paradigma del futuro, rilevante investimento Prnn di 350mln, neanche Esa ce l’ha su questo tema un budget così grande, e le risorse italiane sono state allocate per contestire al Paese di ottenere un importante posizionamento europeo su questo tema strategico”.
C’è poi la Space Factory, un importante investimento previsto dal Pnrr per sviluppare nuove infrastrutture  produttive, per cui oggi è stato inoltre firmato l’accordo di 60 mln con Thales Alenia Space.

Firma del contratto con Thales Alenia Space relativo alla Space Factory

In questi anni, conclude Saccoccia, oltre alle opportunità enormi scaturite dalle maggiori risorse identificate, “è stata posta una speciale attenzione a sostegno dei ‘piccoli’, realizzando programmi di sviluppo tecnologico, di sistemi e di servizi particolarmente orientato alle piccole e medie aziende ed ai consorzi; si è spinto per la realizzazione di nuovi incubatori nazionali e di fondi di investimento per lo spazio, sono state organizzate decine di eventi B2B internazionali,  avviate e sostenute iniziative di commercializzazione in ambito nazionale ed europeo”.

Asi, il viaggio continua

“L’astronave dell’ASI, dello Spazio Italiano, sta compiendo un viaggio di grande visione con destinazioni ambiziose e lontane: barriere ed ostacoli si sono rivelati solamente dei ‘fly-by planetari’  di opportunità, ‘effetti-fionda gravitazionali’ che hanno generato maggiore energia ed entusiasmo per proiettare il futuro delle attività spaziali del nostro Paese verso risultati e successi sempre maggiori. Come ogni strumento spaziale, anche questa astronave non compie il suo percorso solamente grazie ad un solo pilota od alla guida di pochi: percorre il suo viaggio grazie al lavoro, alla passione ed alla dedizione di una filiera completa di tecnici, amministrativi, operatori, scienziati, accademici, ricercatori e professionisti delle categorie più disparate, attraverso i quali la nostra Nazione riesce a fare del settore spaziale un riferimento di eccellenza nel mondo”.  Così Asi si prepara a cambiare la guida, con l’augurio del presidente uscente: “C’è sicuramente ancora tanto percorso da fare: lasciamo che questa astronave continui nel suo corso, sosteniamola affinché possa essere sempre di più fonte di ritorni, strumento di ispirazione e motivo di orgoglio per un’Italia che sa guardare con fiducia al proprio futuro”.

 

 

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