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River Cleaning, una boa per salvare il mare

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River cleaning è la soluzione progettata dall’imprenditore Vanni Covolo per pulire i fiumi dai rifiuti. Un obiettivo più facile, una volta raggiunto il break even

Salvare il mare dai rifiuti, con un occhio alla sostenibilità economica: la ricetta giusta la sta cercando Vanni Covolo, l’imprenditore che ha creato nel 2019 River Cleaning, sistema di boe galleggianti in grado di ripulire i fiumi dal 90% dei rifiuti. Dopo aver puntato “milioni di euro” sul progetto, l’imprenditore punta al break even in pochi anni; in tre, se troverà il partner industriale giusto per l’espansione internazionale.

River Cleaning è un progetto per la riduzione dell’inquinamento da plastica (e in futuro non solo) che nel mondo, per l’80% (secondo due report del 2016 e 2018 pubblicati su Science of the Total Environment e Scientific Reports), arrivano dai fiumi. Una preoccupazione che negli ultimi 4 anni ha fatto aumentare gli investimenti pubblici (+700%) e privati (+950%) sulla pulizia dei fiumi, secondo “una campagna di monitoraggio sull’andamento delle iniziative”, effettuata “misurando numero e tipologia negli ultimi anni” dalla stessa River Cleaning, racconta Covolo.

La soluzione si basa su un sistema di boe galleggianti: non disturba la fauna e nella sua ultima versione genera elettricità sfruttando la rotazione delle boe. “Rispetto a una barriera normale non crea opposizione, non tende a erodere gli argini. Qualsiasi altra barriera è statica: quando l’acqua è lenta crea una diga di plastica e detriti, una discarica”, racconta. Quello di Covolo è fra i progetti selezionati nell’ambito di Horizon Europe contro l’inquinamento plastico e potrà contare su oltre 280mila euro in 4 anni.

Una cifra inferiore a quanto Covolo ha messo sul progetto: stima il costo dell’iniziativa, finora, in “qualche milione”, con un impianto pilota già costruito a Rosà, in provincia di Vicenza, e un processo di internazionalizzazione già iniziato. Anche grazie a una “nuova soluzione facilmente trasportabile per i test dimostrativi”, spiega Covolo. “Ora abbiamo iniziato a fare offerte alle municipalizzate, anche all’estero. Attualmente è in ordine, e sarà pronto tra un paio di mesi, un impianto a Quarto d’Altino, in provincia di Venezia”. E la tecnologia andrà oltre l’intercettazione dei rifiuti solidi. “Tra qualche anno saremo pronti anche per i rifiuti oleosi, e abbiamo sviluppato una tecnologia anche per fermare le alghe”, dice Covolo.

Intanto, dopo 3 anni di risorse investite in ricerca e sviluppo, “abbiamo una soluzione per tutti i corsi d’acqua del mondo. Ora serve un partner industriale con una struttura di business già avviata che ci aiuti nell’espansione internazionale”. L’opportunità, ambientale ed economica, è concreta: parola di un imprenditore che ha scommesso denaro, ma anche tempo. “In questo progetto ho riversato i proventi di anni di lavoro: fare impresa non significa investire a breve termine. L’imprenditore è convinto che investendo quanto serve, e attendendo quanto serve, avrà un ritorno sul lungo periodo”. In questo caso, ci guadagna anche il mare.

 

 

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