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Abi, Patuelli: i mutui variabili si possono allungare. Ma dall’Ue serve flessibilità

patuelli abi

Come alleviare le sofferenze di chi ha un mutuo variabile davanti ai rialzi dei tassi imposti dalla Bce? Dopo le parole del vicepremier Matteo Salvini, che ha detto che il Governo sta lavorando con le banche per venire incontro a chi ha un mutuo a tasso variabile allungando le rate, è intervenuto anche il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, durante l’assemblea annuale dell’Associazione, ricordando che gli strumenti ci sono, anche se non sono abbastanza flessibili da poter essere utilizzati da tutti.

Intanto la conferma della volontà del Governo di intervenire è arrivata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “È indispensabile e urgente l’allungamento della durata dei mutui a tasso variabile”, ha detto proprio durante l’assemblea Abi, ricordando che l’impatto delle rate è spesso “insostenibile” per le famiglie italiane.

“Possibile allungare i mutui per chi è in regola con i pagamenti”

Patuelli ha ricordato che “le banche in Italia mantengono quasi i due terzi dei mutui a tasso fisso”, e che i tassi di raccolta sono in continuo aumento. Ma anche che, su richiesta, le banche “possono allungare la durata dei mutui per chi è in regola con i pagamenti o realizzare surroghe”.

Ma posto che chi è in regola con i pagamenti potrebbe usufruire di maggiore tempo per ripagare il prestito, cosa succede a chi non lo è?

La stessa Bce ha ricordato nei mesi scorsi che le banche hanno segnalato un forte calo della domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie nel primo trimestre del 2023

Per chi non è in regola con i pagamenti, dice Patuelli, serve che l’autorità bancaria europea, l’Eba, cambi le regole, che allo stato attuale sono troppo rigide per gli insolventi. Intanto, ha riportato la Fabi recentemente, i rialzi dei mutui a tasso variabile hanno raggiunto il 75%.

“Evidenti rischi per il credito a imprese e famiglie”

L’obiettivo di un’eventuale misura del Governo sui mutui variabili, secondo Salvini, dovrebbe essere quello di allungare le rate in maniera da lasciarle invariate.

Parlando all’assemblea dell’Abi Patuelli ha espresso la disponibilità delle banche a ‘congelare’ le rate allungando la durata dei mutui variabili. Anche se, va ricordato, questo è possibile solo per chi è in regola con le rate.

D’altronde, “sono evidenti i rischi per il credito a imprese e famiglie che, in dieci anni di tassi a zero, spesso non avevano previsto i rapidi aumenti dei tassi e le riduzioni della liquidità”. Secondo il presidente Abi però le banche sono “impegnate nel garantire cospicui livelli di liquidità anche a medio e lungo termine, sempre più preziosa e costosa dopo le decisioni della Bce, quando stanno esaurendosi i programmi europei di finanziamento TLTRO”, ovvero i programmi relativi alle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Targeted Longer-Term Refinancing Operations). Questi programmi sono “divenuti più onerosi”, con “rischi, che le banche combattono, di razionamento del credito”.

Durante l’assemblea, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha ricordato che “date le condizioni di finanziamento più restrittive e il rallentamento del commercio globale ci attendiamo che il Pil aumenti in misura moderata nei prossimi mesi”. Visco conferma le stime pubblicate a metà giugno: si dovrebbe registrare un aumento superiore al +1%, valore costante nel biennio, anche se rimane una “elevata incertezza” e “rischi orientati prevalentemente al ribasso”.

Già qualche settimana fa Patuelli aveva avvertito che la stretta monetaria della Banca centrale europea “non basta”, e che servono anche “misure di riduzione dei deficit e dei debiti pubblici e a favore degli investimenti”, mentre la politica monetaria di Francoforte “rischia di rallentare l’economia e di favorire una nuova fase di crisi di imprese, con i conseguenti problemi anche per l’occupazione e per il deterioramento dei crediti bancari”.

Durante l’assemblea dei bancari, il presidente ha ribadito il concetto spiegando che “la lotta all’inflazione è la priorità non solo delle Banche centrali”. Occorrono “strategie rigorose contro ogni evasione fiscale, per la riduzione del debito pubblico in rapporto al pil e in cifra assoluta, e contro la spirale di crescita dei prezzi, quando l’euro è più robusto della vecchia lira italiana e limita l’inflazione”.

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