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Mattia Stanga: La strategia vincente? Giovani e social | VIDEO

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Se non ci parli non puoi conoscerlo davvero. Solare, semplice, simpatico, con la battuta sempre pronta. Mattia Stanga, bresciano classe ‘98, non vuole definirsi, preferisce essere chiamato con il suo nome. Non è uno Youtuber o un influencer, apprezza la definizione di content creator* “perché tocca più aspetti e perché ogni giorno creo contenuti”.

Mattia è probabilmente il creator più ricercato del momento, apprezzato e stimato per le sue qualità comunicative, con una potenza social che raggiunge milioni di persone. “Ora che ci penso mi piace molto anche comico social, non è male come definizione professionale”, aggiunge. Tra le sue qualità spiccano naturalezza e spontaneità e non gli mancano fantasia e concretezza. È un sognatore accanito, ma con i piedi per terra. “Mi piace essere quello che sono, non fingo. Sono una persona come le altre e non smetto mai di comunicare questa verità. Anche io faccio le sessioni, anche io mi dimentico di iscrivermi agli esami. Il problema non è quando siamo noi stessi, ma quando ci si dimentica chi siamo”.

Dietro il professionista Stanga c’è il ragazzo, chi sei?

Stanga… no dai, mi hai appena riportato ai tempi del liceo. Leviamo il cognome, diamoci del Tu e parliamo di Mattia. Chi sono? Un normalissimo ragazzo che abita tra Milano, Brescia e Borgo Satollo. Dietro gli schermi c’è il Mattia che studia e sta cercando di laurearsi in Economia – sono uno studente lavoratore mi manca un esame – il Mattia ragazzo che naviga sui social, che esce con gli amici, che frequenta comitive, che vive la quotidianità. Poi ci sta il Mattia comico, creator, che ogni giorno porta avanti il suo lavoro.

Da quanti anni lavori in questo mondo?

La mia esperienza è iniziata in piena pandemia. Anche se inizialmente era solo un sogno. Ci tengo a precisare che non ho mai cercato la celebrità. Pensa che il primo anno che ho iniziato a fare video, ti verrà da ridere, a guardarli eravamo io, il mio cane e un mio amico (ride). Bisogna partire da noi stessi e lanciarsi. La quarantena mi ha aiutato, ho cominciato a creare, volevo comunicare qualcosa, non sapevo come. Ho scoperto TikTok. Mi sono lanciato in questa sfida. E oggi siamo qui a parlarne.

Sei diventato celebre per i tuoi famosi POV, che sono?

(Ride)… Cos’è un POV?! Ti racconto questa che ti farà sorridere, io più ci penso più rido. Ci sono un sacco di persone che quando mi incontrano per strada mi chiamano POV! “Hei, ciao POV”, “POV, possiamo farci una foto?” Assurdo (ride). Con POV in realtà si intende “point of view”, una tecnica di ripresa che mostra la scena da uno specifico punto di vista. In questo modo chi guarda è in grado di contestualizzare rapidamente la situazione entrando nella scena in maniera più coinvolgente.

Il tuo pubblico è giovane?

Assolutamente no. Giovani, grandi, piccoli, mamme, nonne, nonni. Questa è la cosa che mi piace di più. Il mio pubblico è variopinto. Parlo a diverse generazioni. Mi piace parlare con chi mi segue, non mi sono mai tirato indietro. Con alcuni riesco avere anche delle belle conversazioni, con altri sono diventato amico.

Un’azienda che ha interesse ad allargare il proprio pubblico, dove dovrebbe investire per restare al passo con i tempi?

Posso tirare acqua al mio mulino? I social vanno a velocità doppia, quindi investire nel digitale è necessario. Il problema è come si investe.
È necessario fare delle strategie e capire che cosa si vuole comunicare e a chi. Aggiungo che è necessario aprirsi, perché tutti vogliono stare al passo coi tempi, ma poi concretamente non vogliono cambiare mai mentalità. Questo è secondo me il vero grande tema. Fortune Italia ha pubblicato la lista dei creator fuoriclasse – ci sei anche tu – cercando di analizzare l’impatto dell’influencer marketing.

Possiamo dire che investire sui creator è strategico?

Sull’influencer marketing è giusto investire. Ha un senso dal momento in cui l’azienda vuole arrivare a determinate persone. Ovvio che se voglio arrivare a imprenditori di una certa età, la strategia deve essere diversa. Ciò che veramente fa la differenza è decidere come e su cosa. Porto il mio esempio: faccio molte collaborazioni, ma prima di accettare studio il prodotto, l’azienda, il target, lo spirito che ci sta dietro e chiaramente comunico secondo i miei canoni e criteri. Se non credi in ciò che fai, come pensi di riuscire a convincere altre persone?

I giovani usano i social solo per svago o anche per informarsi?

Per entrambe. TikTok nasce come piattaforma per giovanissimi, ora è tutt’altro. Ora su TikTok si impara, si cerca, ci si informa.
Non voglio dire che un giovane apprende di più sui social che sui libri, sarebbe un’eresia, ma è evidente come stia diventando a tutto gli effetti un motore di ricerca.
Ci sono tanti profili che fanno informazione, che parlano di attualità, di temi che in televisione è difficile trovare.

E Sanremo?

Condurre il Festival è da sempre uno dei miei più grandi sogni. Sanremo è uno dei momenti di maggiore rilevanza per il Paese e per la televisione italiana sia per i messaggi che trasmette, sia per la musica che per le personalità che ospita.

Canzone e film preferiti?

Vado matto per i film. Spoiler: sono un comico ma non guardo solo film comici. Mi piacciono i film psicologici, thriller, horror. Il mio film preferito è Zodiac di David Fincher. La mia canzone preferita è “L’emozione non ha voce” di Adriano Celentano.

Un sogno nel cassetto?

Mi ritengo una persona molto fortunata, perché sto facendo quello che mi piace, quello che mi è sempre piaciuto fare. Ho avuto anche moltissima fortuna a trovarmi al posto giusto al momento giusto, ad avere l’idea giusta. Se dovessi pensare ad una cosa che mi piacerebbe fare in un prossimo futuro prossimo … vorrei condurre un programma con Fiorello, sono un suo grande fan.

Secondo te siamo un Paese che investe sui giovani?

Spesso si dice che in Italia non si investe abbastanza sui giovani, forse è vero. Ma molti lo fanno. Il problema è che alla nostra generazione piace molto lamentarsi. Ed io sono il primo che lo fa. Dovremmo smetterla. Sia chiaro, si potrebbe investire maggiormente, però potrebbero anche fare molto meno. Quindi direi che qualcosa esiste.

Nella rubrica ‘Mattia consiglia’, che metti?

‘Mattia consiglia’, mi piace. Fondamentale mantenere un rapporto con la community. Emozionate, non siate mai banali, metteteci il cuore. Raccontate di voi, della vostra vita, di ciò che fate. Siate costanti, è fondamentale. Nel momento in cui ho avuto costanza, mi sono reso conto che ciò che stavo facendo mi piaceva. Ah, siate originali, non vi snaturate mai.

 

 

*In Italia sono più di 350mila gli influencer e creator professionisti. Attorno a loro ruotano figure di supporto che corrispondono all’incirca a 150mila posti di lavoro. Un’industria, in costante crescita, che – come spiegato da Jacopo Ierussi presidente di Assoinfluencer (associazione di categoria che si rivolge ai content creator in Italia) – ha visto oltre 280 mln di euro di investimenti. Nel mondo vale 14 mld, valore triplicato in soli 5 anni. Secondo i dati presentati nel report “Brand & Marketer” dell’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing (Onim), oltre il 50% delle aziende italiane ha attivato campagne di influencer marketing (IM) nel 2021.

 

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