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Nucleare, al via la piattaforma nazionale di Pichetto Fratin

riunione Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile

La strada verso il nucleare in Italia decisa dal Governo è ufficialmente aperta. Si è tenuta al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica la prima riunione della Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile – che il Mase sigla in Pnns. Voluta e presieduta dal ministro Gilberto Pichetto Fratin (nella foto in evidenza una foto della riunione), verrà gestita con Enea e Rse.

Secondo un documento pubblicato dal Mase, l’obiettivo è di arrivare a una roadmap sul nucleare in sette mesi e a delle linee guida in nove mesi.

Dopo la riunione al ministero, intervenendo da remoto al workshop annuale organizzato da Agici sul settore idrico, Pichetto Fratin ha commentato l’istituzione della piattaforma. L’obiettivo è dare dei tempi per la “possibile” ripresa in Italia – sottolinea il ministro – dell’utilizzo dell’energia nucleare. Un nucleare, ha specificato, basato su tecnologie nuove, tra small modular reactors e reattori di quarta generazione.

Una ‘strategia nazionale’ per il nucleare

La Piattaforma sarà coordinata dal Mase con il supporto di Enea e Rse e verrà articolata in sette gruppi tematici. L’obiettivo è arrivare a una ‘Strategia nazionale per il nucleare sostenibile’, che si baserebbe eventualmente proprio sui risultati del lavoro della Piattaforma. Il ministero dice che la volontà è quella di definire in tempi certi un percorso finalizzato alla “possibile ripresa” dell’utilizzo dell’energia nucleare in Italia. Altro obiettivo: la crescita della filiera industriale nazionale già attiva nell’atomo.

Sono diversi i progetti sperimentali internazionali sulla fissione e sugli Smr, i piccoli reattori nucleari su cui alcuni player italiani (Ansaldo, newcleo) si muovono da tempo. Sulla fusione, invece, il punto di riferimento italiano è Enea. Ma anche un gigante come Eni si sta muovendo su quest’ultimo sviluppo.

Nucleare in Italia, linee guida in 9 mesi

Le tempistiche? Dopo una prima attività di ricognizione lunga 3 mesi, l’elaborazione di proposte da parte della piattaforma è prevista entro 6 mesi, la redazione di una roadmap entro 7 e l’elaborazione delle linee guida (azioni, risorse e investimenti, tempi) entro 9 mesi.

La prima riunione della piattaforma ha riunito enti di ricerca, esponenti del mondo universitario, associazione scientifiche, soggetti pubblici operanti nel settore della sicurezza nucleare e del decommissioning, e imprese che hanno già programmi di investimento nel settore nucleare, nella produzione di componenti e impianti e nelle applicazioni mediche del nucleare.

Pichetto Fratin ha ricordato che il percorso voluto dal Governo riguarda le nuove tecnologie: “Non si tratta evidentemente di proporre il ricorso in Italia alle centrali nucleari di grande taglia della terza generazione, ma di valutare le nuove tecnologie sicure del nucleare innovativo quali gli Small Modular Reactor (SMR) e i reattori nucleari di quarta generazione”.

Piattaforma per il nucleare sostenibile: il ruolo di Enea e Rse

La Piattaforma prevede il coordinamento da parte del Mase guidato da Gilberto Pichetto Fratin, con il supporto di Rse ed Enea, che “fungerà da raccordo bidirezionale” nei confronti del ministro e dei responsabili di sette gruppi di lavoro (che saranno coordinati da soggetti istituzionali con ruolo di comitato direttivo) e che curerà anche il coordinamento dei gruppi di lavoro, il rispetto dei tempi previsti per la predisposizione dei documenti.

I gruppi di lavoro

Secondo il documento elaborato dalla piattaforma, i gruppi di lavoro sul nucleare saranno quindi sette. Eccoli:

  • Contesto, scenari e prospettive. Oltre a elaborare proposte di azione e tempistiche, il gruppo di lavoro affronterà le motivazioni per il ricorso all’energia nucleare, nell’ottica dell’aggiornamento PNIEC e degli indirizzi della mozione parlamentare. Si lavorerà anche alla ricognizione della situazione nazionale e del contesto internazionale sul tema del nucleare in termini di ricerca e iniziative industriali. Verranno considerati gli aspetti economici, di policy e legislativi. Stessa cosa per gli scenari di inserimento nel sistema energetico nazionale, gli strumenti di supporto, i modelli di mercato.
  • Tecnologie di fissione: il tavolo affronterà una ricognizione sulle tecnologie di terza e quarta generazione, il livello di maturità del mercato, le necessità in termini di ricerca e sviluppo. Ma anche i costi (investimento, operation & maintenance e decommissioning), la filiera del combustibile con focus anche su supply-chain. E poi ancora la vita tecnica e le prestazioni (affidabilità, disponibilità, flessibilità operativa), i sistemi di sicurezza (prevenzione e mitigazione incidenti, sistemi attivi vs. passivi), la digitalizzazione. Tra gli argomenti anche i requisiti di localizzazione, l’impatto sulla rete elettrica e le opportunità di sfruttamento dell’energia nucleare per applicazioni non elettriche (calore, idrogeno, applicazioni industriali). Tra i temi anche la gestione dei rifiuti e la prevenzione della proliferazione nucleare.
  • Tecnologie di fusione: in questo caso non si parlerà di fissione, ovvero la tecnologia che è possibile utilizzare nei prossimi 10-20 anni, ma dell’obiettivo di lunghissimo raggio della fusione, ancora più complesso. Anche in questo Gruppo di lavoro si parlerà di costi, prestazioni, sicurezza, localizzazione e rifiuti.
  • Sicurezza e prevenzione, quadro normativo, certificazione: tra i temi affrontati le applicazioni mediche e non energetiche, le salvaguardie e prevenzione della proliferazione nucleare, la necessità di sperimentazione, test e qualifica industriali. MA anche il quadro legislativo, autorizzazioni, AIA, controllo e monitoraggio (sicurezza nucleare, gestione rifiuti radioattivi, trasporto, protezione ambientale, radio-protezione).
  • Rifiuti e decommissioning: questo è il gruppo di lavoro che affronterà lo stato di avanzamento delle attività di decommissioning e del deposito nazionale. Un problema che l’Italia non ha ancora risolto.
  • Formazione ed educazione: per il nucleare italiano serviranno persone. Per questo in questo tavolo si parlerà di formazione (superiore – ITS, universitaria e PhD), informazione al pubblico ed educazione sociale e sviluppo di risorse umane.
  • Aspetti trasversali (ambiente, accettabilità sociale, comunicazione, altro). Alla difficoltà di far accettare il nucleare viene dedicato l’ultimo gruppo di lavoro. Affronterà i temi dell’accettabilità sociale e della comunicazione sul nucleare. Previsto anche il coinvolgimento dei portatori di interesse (stakeholder industriali) e dei cittadini.

Inoltre, la Piattaforma sarà dotata di un “Regolamento interno”. Delle regole che consentano ai soggetti coinvolti, a vario titolo e livello, di condividere l’impegno per il raggiungimento degli obiettivi comuni, in Italia e in Europa”. Il regolamento poi stabilisce “il vincolo alla riservatezza sui lavori e le informazioni scambiate nell’ambito dei GdL tra i diversi soggetti coinvolti”, si legge nel documento elaborato dopo la prima riunione della piattaforma.

Le premesse del percorso verso il nucleare in Italia

Le premesse di chi vuole un ritorno al nucleare (così come le critiche di chi non è d’accordo) sono note. Le rinnovabili da sole non bastano al mix energetico. Il nucleare servirà a garantire l’erogazione di energia durante la transizione energetica. Intanto, la tassonomia green Ue è d’aiuto agli sforzi del Governo, perché prevede un ruolo anche per il nucleare.

La premessa del Mase al nuovo sforzo sul nucleare parte dalla proposta di aggiornamento del Pniec (Piano nazionale energia e clima) trasmessa all’Ue a luglio. Nel documento si prevede che il Paese punti sulla rinnovabili e sull’efficienza energetica anche attraverso la diversificazione delle fonti e l’integrazione, appunto, anche con le tecnologie nucleari.

La possibile ripresa dell’utilizzo dell’energia nucleare in Italia passa quindi attraverso le “nuove tecnologie nucleari sostenibili in corso di sviluppo, in un’ottica di decarbonizzazione dei sistemi energetici e produttivi”. Con il nucleare si supporterebbe “la sempre maggiore penetrazione nel mix energetico delle energie rinnovabili variabili”. E si aiuterebbe l’ottimizzazione “del funzionamento dei sistemi elettrici, per facilitare il raggiungimento dei target comunitari in materia di emissioni climalteranti, nonché al fine di accrescere la sicurezza e la sostenibilità degli approvvigionamenti di energia e di rafforzare le opportunità di crescita della filiera industriale nazionale già operante nel settore”, si legge nel documento di presentazione della piattaforma.

Il coordinamento internazionale

La piattaforma fa seguito al generale orientamento del governo. Ma anche alla mozione di maggio in cui il Parlamento ha chiesto di sostenere la ricerca tecnologica su fusione e fissione nucleare. Inoltre, secondo il ministero, la piattaforma “interagirà con soggetti europei e internazionali sinergici”. L’obiettivo è “favorire e stimolare collaborazioni e iniziative congiunte”.

Inoltre con la piattaforma ci si potrà confrontare con “piattaforme similari già costituite a livello europeo e internazionale”. In particolare la Piattaforma europea SNETP – Sustainable Nuclear Energy Technology Platform. Questa piattaforma raggruppa 114 soggetti interessati allo sviluppo delle tecnologie nucleari civili sostenibili provenienti da 25 Stati membri.

Il deposito nazionale per le scorie nucleari

Mentre il governo guarda avanti sul nucleare, deve risolvere i problemi del passato. Ancora non si è trovata una soluzione alla gestione dei rifiuti e all’individuazione di un sito per il Deposito nazionale per le scorie nucleari. Al deposito hanno detto no tutte le aree individuate dalla Cnapi, la carta nazionale delle aree potenzialmente idonee.

La soluzione, secondo il ministro, sarà l’apertura alle autocandidature di possibili siti per il deposito tramite un provvedimento che, negli auspici, avrà tempistiche molto strette.

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