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Atreju 2023, Butti: “In futuro i robot pagheranno le nostre pensioni”

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Quando qualcuno dice che l’intelligenza artificiale ruberà il lavoro delle persone, al direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia Giorgio Metta (intervistato nel numero di aprile di Fortune Italia) viene da sorridere. “Stiamo andando incontro a un effetto demografico importante. I lavoratori di oggi vanno in pensione e noi siamo e saremo sempre di meno. Nel 2050 mancheranno 6 milioni di profili lavorativi. Non credete che l’intelligenza artificiale possa aiutarci?”

La domanda, naturalmente provocatoria, è stata posta durante il dibattito su AI e innovazione tecnologica a cui è stato dedicato uno spazio ad Atreju 2023. A parteciparvi, alcuni membri dell’ECR e figure come Alessio Butti, sottosegretario all’innovazione tecnologica e alla transizione digitale ed Eman El-Sheikh, direttore del Centro per la cybersecurity.

Da sinistra: Antonio Giordano e Giorgio Metta

Moderatore degli interventi è stato il deputato FdI e segretario generale ECR Antonio Giordano. Secondo Butti, sarà proprio l’intelligenza artificiale a determinare un miglioramento complessivo della qualità dei nostri lavori. “La tecnologia, se ben disciplinata, può fare cose straordinarie. A proposito di calo demografico che porterà alla scomparsa di alcune professioni, tra l’altro, si pensava di far pagare i contributi pensionistici ai robot. Sembra una battuta, ma altrove c’è chi ci sta già ragionando. Perché è fuori dubbio che anche l’AI dovrà pagare uno scotto”.

Fiducia e controllo devono essere le parole chiave che guideranno il progresso tecnologico negli anni a venire. Nel 1985, agli albori di internet, tutti cominciarono a interrogarsi chiedendosi quanti disoccupati questa nuova tecnologia avrebbe lasciato sul terreno. “E invece la bilancia penderà sempre a favore della tecnologia, perché sarà sempre l’uomo a dominarla. Sono molto soddisfatto per quello che stiamo facendo in Europa sul fronte della regolamentazione”, ha affermato Francesco Di Ciommo, professore e pro-rettore Luiss Guido Carli riferendosi in particolare alla recente approvazione dell’AI Act. 

AI Act, Pecchia: Europa pioniera ma servono investimenti

Di Ciommo si è poi soffermato su un aspetto importante che spesso, quando si parla di intelligenza artificiale, viene per un attimo tralasciato: quello della responsabilità. “Google basa il suo impero su tutto ciò che è online. Gestisce tutti i contenuti come ritiene. Chat GPT, che è un sistema di AI, fa più o meno la stessa cosa. Prende gli scritti che gli vengono forniti, o fa una ricerca autonoma, e la rielabora. Il vero problema è la sua capacità di autoalimentarsi. In altre parole, l’AI copia quello che fa l’uomo o un altro sistema, lo fa proprio e pone in essere le sue scelte operative. Somiglia a una specie di pappagallo elettronico che si auto-migliora. Quindi: la tecnologia è in grado di autoregolamentarsi, ma noi non dobbiamo permettere che ciò avvenga. Chi risponde altrimenti per i danni causati dell’algoritmo? Chi lo ha prodotto, chi lo utilizza o la tecnologia stessa?

L’importanza dell’AI per la medicina

L’intelligenza artificiale potrebbe essere il futuro della medicina. Lo ha ben spiegato Eman El-Sheikh in un discorso più ampio relativo alla protezione dei dati in ambito sanitario.

Oltre ai sistemi di chatbot, che permettono tramite assistenti virtuali di fornire risposte ai pazienti (ma non in versione ‘Dottor Google’), un campo sempre più promettente è quello della diagnostica, con i sistemi di machine learning che vengono addestrati con esami e immagini per fare diagnosi di tipo clinico.

In fondo la medicina lavora coi dati, e accanto ai dati “tradizionali e strutturati” (come quelli delle righe e delle colonne dei fogli Excel), sono sempre più sfruttati dati “non strutturati come testi o fotografie”.

“In ambito medico gli algoritmi sono usati per interpretare questi dati. Tuttavia, qualsiasi sistema prima di essere utilizzato deve essere approvato da enti regolatori. C’è per questo bisogno di investimenti e di studi”, ha concluso El-Sheikh.

 

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