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Hong Kong e la nuova via della Seta

“In tempi di miope protezionismo che, per ironia della storia, deriva oggi proprio da un Paese per eccellenza capitalista come gli Stati Uniti, si e’ avuto il più lungimirante e visionario Summit economico internazionale che in ‘controtendenza’ ha affermato non solo la centralità del libero commercio e degli accordi sugli stessi principi basati ma anche l’importanza della cooperazione per far sì che, cosa possibile ma anche doverosa, negli investimenti ad essere vincitori siano tutte le parti in gioco”. E’ la sintesi di Nunzio Bevilacqua giurista d’impresa ed esperto economico internazionale, a margine del terzo Summit economico mondiale ‘Belt and Road’ a Hong Kong.

Oltre 5000 i partecipanti globali e 80 nazionalità con i rappresentanti politici al più alto livello di Governo da parte di quasi tutti i Paesi euroasiatici, mediorientali ed africani accorsi per esplorare le opportunità aperte dal progetto della cosiddetta nuova ‘Via della Seta’, piano complesso di investimenti multinazionali comprendente infrastrutture stradali, portuali ferroviarie e dell’IT promossa dal Presidente cinese Xi Jinping.

A sottolinearne la concretezza, sia in termini economico-finanziari che commerciali, è intervenuto anche il governatore della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong – Carrie Carrie Lam Cheng Yuet-ngor -che ha sottolineato i vantaggi del principio di ‘un Paese (la Cina ndr), due sistemi” ed il ruolo strategico che giocherà Hong Kong nello sviluppo del Cina nei prossimi anni.
In questo modo, evidenzia Bevilacqua, Hong Kong evolve e ‘maturando’ diventa con la Cina un Hub di un business internazionale non solo finanziario ma anche di economia reale, una ideale e professionale piattaforma di connessione, aperta anche alle Pmi, con un sistema di gestione del business semplificato a fiscalità agevolata ed una vision alla base: collaborare per il successo”.

“E’ vero vi sono richieste da parte di alcuni investitori di rassicurazioni sul rischio valutario, che credo verranno date, ma la singolarità del progetto si poggia sulla compresenza di una importante liquidità e trasparenza nelle intenzioni”, spiega ancora l’esperto, aggiungendo: “oggi non si è solo siglato un cruciale accordo di libero scambio tra Hong Kong e la Georgia, ma si è voluto dare un segnale importante per cui non ci può essere benessere con restrizioni di vario tipo al commercio, perché solo la collaborazione senza ‘bilancini’, su chi riceve maggior profitto, può far guadagnare entrambe le parti”. Quindi, Bevilacqua conclude: “sarebbe necessario guardare al modello di Hong Kong come il più riuscito esperimento di ‘evoluzione economica’ degli ultimi decenni e che tutti i Paesi della fascia euroasiatica accelerino progetti di collaborazione rafforzata alla luce dell’unico principio che produce ricchezza socialmente trasversale : il libero mercato”.

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